Molto utile l’agile volume di Francesca Giusti e Vincenzo Sommella Storia dell’Africa (Donzelli, Roma, 2008).
I due studiosi sono riusciti a raccogliere in 230 pagine precisi elementi sulle vicende del continente nero partendo dall’età antica, con i primi metodi di lavoro nell’agricoltura dall’Egitto al Congo. Popolazioni povere cercavano di procurarsi il cibo, e gradualmente passarono dalla raccolta alla produzione. Vengono così seguiti i successivi processi di allevamento nelle varie aree geografiche nonché le conquiste arabe sino al 1500: particolarmente interessanti le esperienze organizzative, come quella dell’impero del Mali (1200-1500). Vengono sottolineate le strutture non statali dei diversi popoli e il caso specifico nel delta del Niger, nonché le comunità della tarda età del ferro a sud dello Zambesi.
La parte successiva del libro è dedicata alla tratta dei neri, rastrellati come schiavi. Iniziano i viaggi forzosi verso l’America mentre in Africa tendono a prevalere regimi costrittivi, cui si aggiungono le pesanti dominazioni colonialiste. Dalla spartizione dell’Africa sub-sahariana nel passaggio tra Ottocento e Novecento all’ “invenzione delle tradizioni” – come vengono definite le artificiose costruzioni che accompagnano culturalmente la pressione delle potenze straniere – sono tutte forme di sfruttamento economico, da cui gli africani dovranno faticosamente cercare di liberarsi. Si giunge così alla fase di decolonizzazione, con la nascita del fenomeno del nazionalismo africano. Giusti e Sommella distinguono le varie esperienze nei differenti contesti (inglese, francese, belga, portoghese), chiudendo il volume con il richiamo all’eredità “avvelenata” lasciata dal colonialismo e con informazioni sui fenomeni di urbanizzazione, creazione dei nuovi Stati, condizioni alimentari e sanitarie, un ampio ventaglio che testimonia come la ricchezza di quelle terre sia ancora una caratteristica che si accompagna con la povertà delle popolazioni ed i vantaggi conseguiti dagli sfruttatori delle locali risorse naturali.
Una storia di privazioni, dolori, violenze tutte dure prove – osserviamo – che proseguono tuttora.