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Gli imperi del profitto. La globalizzazione e le responsabilità delle multinazionali (Garzanti, Milano, 2007)

COME SONO CRESCIUTE LE IMPRESE MULTINAZIONALI

Economia e potere. Un’analisi senza pregiudiziali ideologiche.
venerdì 28 marzo 2008 di Carlo Vallauri

Argomenti: Recensioni Libri
Argomenti: David Litvin


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David Litvin in Gli imperi del profitto. La globalizzazione e le responsabilità delle multinazionali (Garzanti, Milano, 2007) ricostruisce il percorso delle grandi imprese super-nazionali che hanno caratterizzato una lunga fase del capitalismo internazionale, sino ai giorni nostri.

L’analisi ha il pregio di fondarsi su elementi accertati, al di fuori dei facili schemi pregiudiziali con i quali in genere si guarda a tale fenomeno. Qui, dalle compagnie olandesi a quella famosa delle Indie si approfondiscono comportamenti, incidenza nella vita dei popoli assoggettati, ricavi commerciali e finanziari dei complessi operanti a livello mondiale, con particolari di grande interesse sulle interazioni svolte nella lunga fase coloniale, dall’Asia all’America Latina.

Complotti, sopraffazione, depredazione di risorse materiali da un lato, agitazioni sociali, influenze militari con il corollario di interventi armati da un lato mentre dall’altro il crescente ruolo dominante di materie fondamentali per la vita delle società imperanti come il petrolio. Sono in questo libro chiariti gli intrecci di interessi tra potentati arabi e grandi potenze societarie euro-americane. Le pagine sull’Aramco risultano istruttive sui metodi concreti usati per acquisire ed estendere il dominio delle singole imprese.

Venendo ai tempi più vicini sono affrontati i nodi della crisi petrolifera degli anni ’70, le scelte dell’OPEC sino allo sviluppo delle tigri asiatiche su un versante nonché alla affermazione delle teorie economiche neoliberali, ed al ruolo esercitato da Banca Mondiale e Fondo Monetario. Infine è illustrato l’effetto della sorprendente esplosione dei movimenti di protesta che da locali diventano protagonisti di un confronto internazionale a vasto raggio rimettendo in discussione consolidate certezze e posizioni di controllo.

L’autore, insigne studioso inglese, apprezzato dal Greenpeace Award, multipremiato per le sue opere, sottolinea come le multinazionali, pur potenti, sono state equipaggiate per capire o trasformare l’ambiente sociale in cui agiscono, con la conseguenza che spesso i loro strumenti sono insufficienti per far fronte alle conseguenze dei loro atti. In particolare Litvin richiama il caso delle aziende farmaceutiche e gli interventi nel campo della biotecnologia.

Altro tema approfondito è quello della responsabilità relative ai modi di gestione delle imprese come l’esempio classico della Nike, e la dispersione delle fabbriche nel terzo mondo: il fenomeno del dumping sociale che tanto incide nell’età della globalizzazione. Ed i segni della prosecuzione di pratiche spartitorie e spolatrici si ripercuotono in paesi come la Nigeria, dove Royal Dutch / Shell è al centro di violenze aspre quanto sottili nell’alimentare conflitti locali e frustrazione delle popolazioni non in grado di realizzarsi a quel livello di crescita corrispondente alle potenzialità di cui dispongono. Alla corruzione diffusa a livello internazionale s’aggiungono gli effetti della rivoluzione tecnologica: l’azione di personaggi come Robert Murdoch in Cina e in India ne è testimonianza significativa.

La lettura di quest’opera aiuta a comprendere i problemi del terzo mondo senza forzature ideologiche. Dalla giungla di terre devastate alla giungla degli intrecci di interessi, una descrizione illuminante.

 

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