Nata nel ‘46, da un’importante famiglia ebrea romana e figlia di un famoso intellettuale e politico comunista, Clara Sereni occupa nella letteratura italiana dell’ultimo trentennio un posto assolutamente peculiare, al punto che la sua opera non appare assimilabile a quella di nessuno scrittore o scrittrice di questo periodo.
Per cercare di inserirla in un filone identificabile, si è fatto il nome di Natalia Ginzburg e in particolare per Il Gioco dei Regni, Asor Rosa ha parlato di un testo che si inserisce nella tradizione della “memorialistica famigliare”.
In effetti la singolarità delle opere della Sereni sta per prima cosa nel loro collocarsi all’intersezione fra generi diversi, il romanzo e il racconto, ma anche il saggio e l’autobiografia; poi nell’originalità della sua scrittura, che sperimenta coraggiosamente l’immersione nella materialità e la frammentarietà; infine nelle tematiche affrontate che hanno come denominatore comune la diversità: quella culturale o religiosa, quella politica, quella che deriva dalla malattia e dall’handicap.
L’ultimo libro, Il Lupo mercante, affronta il grande tema della diversità di genere, che era già al centro della primissima esperienza narrativa della Sereni, Sigma Epsilon (1974), un piccolo romanzo di fantascienza che resta come testimonianza di un’epoca, nonostante il ripudio da parte della sua autrice.
Di tutt’altro spessore letterario Il Lupo, un’opera singolarissima e sorprendente, a partire dalla forma: una serie di brevi capitoli, ciascuno dei quali delinea in poche righe il profilo di un’immagine femminile, colta in un momento cruciale della sua esperienza di vita segnata dal genere. Ma poco a poco ci accorgiamo che Alice, Luisa, Letizia e le altre sono le tessere di un mosaico che compongono una storia unica, un romanzo appunto, il romanzo delle donne nate nel secondo dopoguerra, che hanno attraversato, con il loro corpi, con il loro cuore e con la loro intelligenza un’epoca irripetibile alla ricerca, tra le altre, della risposta ad una domanda: “che cosa fa diversi maschi e femmine?”.
- Clara Sereni
E’ la domanda che si pongono i bambini e le bambine protagonisti del primo capitolo del libro, Glicine e a cui forse meglio che tutti gli altri risponde l’ultimo, straordinario pezzo intitolato Uomo, quello che in maniera più diretta nasce dall’esperienza autobiografica della scrittrice.
Una risposta assai diversa, ma forse complementare a quella rappresentata da Casalinghitudine (1987), il libro che rese famosa la Sereni e che, sotto le apparenze di un libro di ricette, dava voce alla differente cultura delle donne e ne rivendicava con passione la forza, l’unica capace di tenere insieme il mondo.