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Gaetano Salvemini (Il Mulino, Bologna, 2007)

PENSIERO E AZIONE DI SALVEMINI NELLA BIOGRAFIA DI QUAGLIARIELLO

Una biografia dello studioso e politico pugliese
venerdì 26 ottobre 2007 di Carlo Vallauri

Argomenti: Recensioni Libri
Argomenti: Gaetano Quagliariello


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Gaetano Salvemini di Gaetano Quagliariello è una biografia dello studioso e politico pugliese che ebbe un ruolo essenziale nell’anticipare sin dal primo Novecento i grandi temi della questione meridionale, del suffragio universale, dei pericoli del protezionismo. Ebbe tra l’altro il merito di richiamare il partito socialista allo svolgimento di una politica nazionale che non privilegiasse determinati settori industriali ed aree territoriali.

Partecipe nel ’15 della scelta a favore dell’intervento in una guerra per unire Trieste all’Italia (scelta condivisa su opposti fronti da nazionalisti, repubblicani come Nenni, socialisti come Mussolini, uscito dal partito in quell’occasione, e da democratici come Bissolati e Parri), dopo aver legato il suo impegno al tentativo di una lega degli ex combattenti, prenderà posizione contro l’avviata dittatura fascista ed anzi diventerà uno dei campioni dell’antifascismo con il giornale “Non mollare” e poi nel lungo esilio.

L’autore del libro (anch’egli pugliese di famiglia e valente professore di storia alla Luiss) ha approfondito tutta la problematica affrontata da Salvemini nell’esperienza di vita e della lotta politica. È ben delineata inoltre la formazione culturale

Oltre a soffermarsi sulla metodologia storiografica (una visione “concretista” quella dello studioso ed esule, derivata dal positivismo di Cattaneo, attenta ai fatti empirici, senza paraocchi ideologici pregiudiziali, e non priva di una anticipazione di tipo popperiano) ne illustra i percorsi intellettuali. In particolare riferisce sul dibattito triangolare che ebbe luogo sulla stampa in Inghilterra nel ’27 tra George Bernard Shaw, Friedrich Adler e Salvemini. Il caustico scrittore britannico, intervenendo ad una inchiesta giornalistica sulla natura del fascismo, metteva in rilievo i caratteri confusionari ed inconcludenti del parlamentarismo liberale, cui – a suo avviso – era una risposta lo stesso fascismo, che – parole di Shaw – rappresentava l’unica forma di socialismo storicamente possibile in Italia. Il segretario dell’IOS replicava sottolineandone invece i caratteri internazionali come espressione della reazione capitalista contro i movimenti dei lavoratori e, in conformità alle posizioni dell’Internazionale, accomunava nella denuncia le violenze dei fascisti in Italia e la repressione dei comunisti in Russia.

La presentazione del libro a Molfetta

Quella memorabile controversia servì a porre in luce come il regime di Mussolini fosse l’espressione di mutamenti intervenuti a livello economico e che rendevano insufficiente l’impostazione liberale per affrontare i problemi sociali. Quagliariello sa ben cogliere nelle analisi di Salvemini i caratteri di una interpretazione democratica anticipatrice dell’antitotalitarismo, espressione peraltro di una concezione della democrazia pluralista. A questo proposito non è da sottovalutare il ruolo critico svolto da Salvemini in USA per richiamare l’attenzione (come facevano gli esuli italiani in Francia) sul pericolo di guerra rappresentato dal fascismo, e di cui erano già caratteristiche le imposizioni stataliste in politica con in economia.

L’opera di Quaglieriello si pone quindi come un punto fermo per lo studio delle idee e delle attività di Salvemini.

 

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