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Francois Mitterand, una biografia politica e intellettuale (Torino, Einaudi, 2007)

MITTERAND, IL POTERE E IL SOCIALISMO FRANCESE

Dell’ascesa di Mitterand al potere alla sua parabola
martedì 9 ottobre 2007 di Carlo Vallauri

Argomenti: Celebrazioni/Anniversari
Argomenti: Politica
Argomenti: Recensioni Libri
Argomenti: Marco Gervasoni


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Marco Gervasoni delinea in Francois Mitterand, una biografia politica e intellettuale (Torino, Einaudi, 2007) l’arco dell’ascesa di Mitterand al potere e poi la sua parabola, analizzando contemporaneamente il sistema dei partiti in Francia.

L’analisi riprende la vita del noto esponente politico dai suoi esordi, mettendone in rilievo la figura dalla drammatica fase di Vichy durante l’occupazione tedesca, con la successiva adesione alla Resistenza e quindi la sua prima partecipazione al governo come ministro degli ex combattenti e poi nel ’50 quando, militante di una minore formazione di centro, assunse il ministero d’oltre Mare. Il passaggio con Mendès France, proponendo una nuova sinistra – giovane e moderna – caratterizzerà definitivamente la linea politica. L’esperienza dell’Algeria e il ritorno al potere di De Gaulle finiscono per isolare Mitterand, che comunque cerca di riemergere, quale oppositore del generale. Attivissimo nella ricostruzione della sinistra egli s’inserì tra i club di sinistra e riuscì a farsi proporre quale candidato alla Presidenza della Repubblica, andando incontro alla sconfitta certa di fronte a De Gaulle, ma ponendosi così come protagonista primario, tanto da condurre in porto l’operazione che legò radicali e socialisti, dando vita ad una federazione con l’assenso dei comunisti.

E questa rimarrà sostanzialmente la sua linea, perché – sciolta la federazione – potrà avviare dopo il ’68 l’Union de la gauche e così, assumendo la guida di un partito socialista rigenerato (congresso di Epinay), potrà puntare ad una consolidata alleanza che se non gli fruttò subito il successo (candidato alle presidenziali nel ’65 fu battuto da Giscard) ma preparò la sua riscossa, alla guida dei socialisti facendo prevalere la sua posizione di critica all’Urss (in quanto negatrice dei diritti dell’uomo). E sarà infatti una linea autonoma ma alleata ai comunisti francesi a rilanciarlo e a condurlo al potere, dando inizio alla politica ispirata ad un socialismo modernizzato (“umano”, come diranno i suoi esaltatori) e ad una politica estera autonoma da Washington come da Mosca. Facendo propria la linea della difesa dell’Europa occidentale dai minacciosi missili sovietici il presidente Mitterand negli anni ’80 saprà abilmente destreggiarsi, configurandosi quale alleato di Washington, come confermato nella guerra del Golfo del ’91.

Personaggio discusso, dotato di indubbio carisma, l’ultimo dei grandi leader socialisti europei esce dal bel libro di Gervasoni con tutti i multiformi aspetti del politico di rango: i suoi alti e bassi nelle fortune elettorali rispecchiano il testamento della democrazia francese, alla quale certamente seppe dare un aspetto più collegato ai mutamenti economici e tecnologici in corso.

 

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