Intelligente ricerca attraverso romanzi di due secoli e mezzo, brani di grandi romanzi nei quali emergono pagine significative su problemi dell’autorità e del potere, della creatività e della giustizia sociale, dell’azione imprenditoriale e di altre forme di lavoro, sino al lavoro inteso “come approssimazione alla felicità”.
Ed è veramente godibile - oltre che istruttivo - leggere o ripercorrere per chi già conosce quei testi, parole di Goethe o di Manzoni, di Poe e Borges, dei più divertenti Gogol e Collodi, momenti simbolici della vita quotidiana. Dalla ricerca dell’armonia alla tragicità di Dostoiewski, dai paradossi di Pinera (Il filantropo) allo sport visto da Testori, dal gioco di Pirandello alle drammatiche pagine di Kafka e Solzenicyn passano davanti ai vostri occhi esperienze amorose, e deludenti, esaltazioni e racconti che colpiscono per i loro straordinari segni di aderenze alla realtà.
Ed anzi un elemento viene avanti con forza: non c’è differenza tra fantasia immaginata e richiamo romantico a dati concreti, perché è sempre l’originalità creativa il vero motore della letteratura nella rappresentazione della vita. Forse questo bel libro può servire anche a sopportare, con maggiore pazienza, il peso, le noie, le sofferenze della fatica lavorativa, manuale, intellettuale. L’autore conferma nelle sue osservazioni, doti di penetrazione umane e psicologiche, degne di una insigne antropologo quale è.