La professoressa Maria Sofia Corciulo, autrice di importanti opere sullo sviluppo costituzionale europeo, ha pubblicato un documentato e lucido studio, la Guida al Parlamento italiano (Edizioni Scientifiche italiane, Napoli).
Il libro spiega con molta chiarezza l’organizzazione ed il funzionamento delle nostre assemblee rappresentative. Muovendo infatti dalla descrizione delle sedi rispettivamente della Camera e del Senato, vengono delineati i vari ambienti dei palazzi ove risiedono e lavorano deputati e senatori, richiamando poi le principali norme che presiedono alle elezioni e che regolano l’attività dei due fondamentali organi della Repubblica. Sono quindi indicati i sistemi di voto, con utili precisazioni su particolari spesso trascurati e quindi poco noti, i caratteri salienti delle legislature e i regolamenti parlamentari. Spesso seguendo in televisione e alla radio i dibattiti non si comprendono le ragioni di procedure e riti che hanno invece un valore non puramente formale.
Altrettanta evidenza è data al rapporto tra Governo e Parlamento, illustrando certe fasi di passaggio, di ripensamento, di confronto, quali necessari strumenti di articolazione politica. Il primato del controllo delle Camere sull’esecutivo si esplicita in istituzioni, prassi e regole, dal cui rispetto dipende la corrispondenza tra espressione della volontà della rappresentanza popolare e governo.
Elemento di critica è talvolta la lunghezza di certi procedimenti, con le loro ripetitività: ma proprio questi canali sono il tramite di garanzia per l’osservanza dei criteri istituzionali dai quali dipende la forza stessa e la continuità della democrazia.
La studiosa affronta anche il delicato argomento dell’ “ubbidienza di partito”, a cui i singoli parlamentari sono tenuti, ma osserva come il rispetto della disciplina di gruppo sia rimesso alla volontà del singolo parlamentare perché ciascuno di essi (art. 67 della Costituzione) esercita liberamente le proprie funzioni senza vincoli di mandato. Chiudono il volume due interessanti capitoli, uno sui servizi parlamentari (e quindi sulla possibilità per i cittadini di conoscere esattamente l’azione svolta dagli eletti) e l’altro sui rapporti con i media.