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L’arte della guerra di Sun Tzu (RCS, Milano, 2006)

COME I MANAGER POSSONO ADOTTARE I METODI DELLA GUERRA

Un manuale per chi vuol operare nel mercato
mercoledì 31 gennaio 2007 di Carlo Vallauri

Argomenti: Guerre, militari, partigiani
Argomenti: Sociologia
Argomenti: Recensioni Libri
Argomenti: Livio Buttignol


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L’arte della guerra di Sun Tzu è un classico cinese che Livio Buttignol ha riletto a uso dei manager, come reca il sottotitolo del volume pubblicato dall’Etas (RCS, Milano, 2006). Questa utile edizione è ordinata per temi.

Il pensiero del guerriero orientale vissuto tra VI e V secolo a.C. rivive nell’inquadramento spiegato nell’ambito della filosofia taoista e si fonda principalmente sulla valutazione dell’equilibrio degli opposti stabilendo un nesso tra opposti ed armonie: non azione e minimo impiego di energia, cedevolezza e rigidità, vuoto e pieno, sicché chi legge è indotto a istruirsi per concentrarsi nell’azione, controllare le emozioni. Così si entra nel cuore della strategia suggerita per come “prendere il paese nemico” o distruggere il nemico, isolandolo e attaccandolo sul terreno più favorevole (cioè non cercare di colpirlo dove si può difendere meglio, nelle città fortificate o con le forze intatte). Inoltre evitare il nemico se è numericamente più forte, cercare di sottrargli gli alleati, rendere inutile il combattimento, attaccare il nemico dove è impreparato e quando non se lo aspetta, tener conto delle finanze proprie e dell’avversario e tenere presente che sforzi squilibrati possono esaurire le energie, curare molto l’addestramento, non farsi trascinare dall’ira o dalla collera sia nella fase preparatoria politica sia nel corso degli scontri, usare prudenza, non muoversi se non c’è motivo o vantaggio, pianificare con anticipo per far fruttare al meglio le proprie risorse, essere come un “serpente veloce” e senza punti deboli, misurare gli sforzi sostenibili, se la situazione è svantaggiosa: restare in attesa.

Il libro prosegue soffermandosi sull’importanza dei piani prestabiliti e della tempestività nella scelta di qualsiasi azione, guardarsi dalla codardia, dall’ansia, da soldati troppo arroganti e da ufficiali troppo deboli o pretenziosi. Un altro capitolo riguarda la pratica delle informazioni da raccogliere sulla consistenza del nemico, sui suoi punti di forza (finanziari e militari) e suggerisce di studiare le più misurate circostanze, non accettare doni dal nemico, curare il benessere dei soldati e non pretendere troppo da essi, evitare oroscopi ed indovini e aumentare con la forza materiale anche quella “spirituale” dell’animo, amministrando le proprie forze. “Ingannare il nemico” appartiene ad uno dei punti più delicati per l’azione: e al riguardo sono fornite specificazioni sulle varie tipologie, sia per quanto concerne il luogo della battaglia, che la disposizione del terreno onde poter mutare continuamente il corso delle manovre, a seconda delle necessità che emergono ogni momento.

L’ultima parte del libro è una specie di commento di Buttignol, che ha analizzato tutti questi problemi nei corsi di formazione del Boston Consulting Group, trasferendo i criteri di Sun sul terreno economico, con l’attenzione ai vantaggi competitivi in ogni business del mercato ai fini della riduzione dei costi e dell’acquisto di un know-how di elevata qualità. Quindi si passa dalla strategia in guerra alla strategia economica. E qui naturalmente entrano in campo tecnologie, innovazioni, esigenze dei consumatori, controllo dei costi e vigilanza verso nuovi competitori. L’A. offre così precise indicazioni per un modello organizzativo dinamico, per i tempi, le priorità e la trasposizione nel mercato di tutti i consigli e le raccomandazioni fornite dal saggio cinese. Infine l’Appendice contiene un interessantissimo confronto tra il contenuto del libro di Sun Tzu in confronto a Della Guerra di Carlo von Clausewitz. Di quest’ultimo colpiscono i richiami alla necessità di mobilitare il popolo ottenendone il consenso. Per entrambi gli autori la guerra è un mezzo e non un fine e inoltre al comando pieno delle operazioni deve corrispondere l’uso appropriato delle risorse, valutando le avversità ambientali ed il peso esercitabile con la “massa” disponibile. Pur nella diversità dei regimi (imperatore per la Cina, monarchia costituzionale nell’Ottocento), il modo di gestire le vittorie e il fine della guerra (affermare la ragione di Stato), rispondono ai medesimi criteri. Se per Sun la pace è una delle situazioni di equilibrio destinata a cambiare nell’eterno flusso degli eventi, per lo scrittore ed ufficiale prussiano è la sintesi tra vantaggi e svantaggi, sui quali trovare un accordo. Concentrazione delle energie e rapidità dell’azione restano i capisaldi a distanza di tre millenni, sia nelle battaglie militari che nella competizione economica. Un vero manuale, in questi tempi ambigui, per i manager.