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Le pari opportunità. Condizione femminile in Italia ed integrazione europea (Laterza, 2006)
LE GARANZIE PER LE OPPORTUNITA’ FEMMINILI
I DIRITTI IN EUROPA
sabato 2 dicembre 2006
di Carlo Vallauri
Argomenti: Sociologia
Argomenti: Recensioni Libri
Argomenti: Alessia Donà
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Alessia Donà in Le pari opportunità. Condizione femminile in Italia ed integrazione europea (Laterza, 2006) compie una approfondita ricognizione sul cammino percorso a livello europeo in materia di riconoscimento dei diritti di parità per le donne. La studiosa esamina la situazione presente nel quadro dei paesi che a suo tempo hanno scelto il Welfare, ma nei quali condizioni di disparità non sono affatto scomparse. In particolare in Italia è stato l’intervento dei gruppi di interesse delle donne a consentire miglioramenti nel loro status ma in seguito la crisi del moderno sistema di “stato sociale” ha riproposto una più precisa definizione dei termini giuridici ed economici delle strategie da impiegare nell’attuazione di regole garantiste. E proprio questi aspetti costituiscono una importante messa a punto giacché - dopo i richiami ai precedenti storici e costituzionali (dalla nascita della legislazione protettiva a fine Ottocento) - Donà si sofferma sulla presenza delle donne nelle istituzioni rappresentative, con i dati concernenti i paesi europei, e sull’attuale corso della politica sociale nell’Europa allargata. La politica dell’Unione tende a sistematizzare le regole nei singoli Stati in un contesto di crescente e vincolante polity multistrato.
La Convenzione incaricata di revisionare i trattati comunitari si è trovata di fronte alla necessità di semplificare l’impianto generale dell’UE e le strutture di governance e di integrazione della Carta dei Diritti. Il gruppo Europa sociale è pervenuto nel 2003 ad un rapporto funzionale che ha contribuito all’inserimento nel trattato costituzionale di norme che sanciscono il principio della non discriminazione, la protezione della vita familiare e della salute, con una razionalizzazione delle competenze e degli strumenti di intervento nella politica di pari opportunità. Alla strategia di Lisbona si è inteso aggiungere l’ “Agenda sociale”, che fissa i metodi da adottare per rendere più efficace gli avanzamenti in materia di trattamento per il “genere” (di cui si occuperà un apposito Istituto europeo) e, in genere, per offrire più sicure garanzie in merito alle remunerazioni e altre progressioni in carriera. Segnaliamo infine l’amplissimo ed aggiornato corredo bibliografico.
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