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Rubrica: CULTURA


La vita e le regole di Stefano Rodotà (Feltrinelli, 2006)

IL VALORE DELLE REGOLE GIURIDICHE NELL’ETA’ DELLA TECNICA E DELLA GLOBALITÀ

Un esemplare saggio di Rodotà
lunedì 20 novembre 2006 di Carlo Vallauri

Argomenti: Politica
Argomenti: Recensioni Libri
Argomenti: Stefano Rodotà


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Le prime 70 pagine di La vita e le regole di Stefano Rodotà (Feltrinelli, 2006) costituiscono un autentico trattato sullo stato del diritto di fronte alle invasioni tecnologiche e scientifiche che caratterizzano l’intera esistenza degli esseri umani nella nostra età. L’illustre giurista sottopone infatti al vaglio di una rigorosa valutazione il susseguirsi di interventi sulle regole giuridiche della vita quotidiana nelle materie più delicate, riuscendo così a definire i “limiti” del diritto non dal punto di vista degli operatori del settore bensì in un più ampio quadro del radicamento delle regole nella convivenza civile, inteso come sforzo ininterrotto per garantire la salvaguardia dei diritti fondamentali.

E tale impostazione mostra l’esigenza di opporsi ad ogni forma di “imperialismo giuridico” (l’espressione viene usata in riferimento a Jhering e alle sue tesi, ma vale anche ai tempi nostri). Rodotà ritiene premessa alle esposizioni delle sue idee il criterio della libertà, ma poi sottolinea come lo sviluppo costituzionale del Novecento abbia condotto ad una progressiva affermazione della “libera costruzione della personalità” alla quale le norme vanno adeguate. E cita al riguardo non solo e non tanto gli espliciti richiami ai primi articoli della Costituzione italiana quanto al “cripto naturalismo” della costituzione tedesca che sottrae all’ordinario procedimento legislativo l’intera materia dei diritti fondamentali. E seguendo il percorso tra diritto e non diritto nella realtà politica e sociale l’A. osserva come si sia andata chiarendo la inadeguatezza della dimensione giuridica tradizionalmente riconosciuta rispetto alla vita quotidiana e riporta in proposito numerose dichiarazioni emerse dalla giurisprudenza di diversi paesi circa la possibilità di assicurare effettiva parità giuridica tra i soggetti.

Tra l’altro fa rilevare come la giurisprudenza della nostra Corte Costituzionale abbia definito una sostanziale irreversibilità di alcune norme in materia di diritti fondamentali di libertà e di garanzia sociale, ben oltre l’unica irreversibilità formalmente sancita (quella della forma istituzionale). In effetti si può osservare come il relatore - in sede costituente degli articoli riguardanti tale materia che era il giurista Paolo Rossi - non sarebbe stato contrario ad inserire una più definita affermazione della primazia di alcune norme della Carta in corso di elaborazione, ma si trovò contro i colleghi che non intendevano riconoscere, in quei frangenti politicamente tanto incerti tra preponderante influenza occidentalista e opinioni in senso opposto, prevalenti nella agguerrita minoranza, eccessivi presidi in favore di specifiche norme pur ritenute essenziali in materia di libertà. La Corte Costituzionale, con sentenze del 1988 e del 1986, ha posto tuttavia limiti alla revisione onde sottrarre i diritti fondamentali a modifiche.

Stefano Rodotà Ascolta la intervista di presentazione del libro sul sito Feltrinelli

Stefano Rodotà presenta La vita e le regole a cura della redazione di www.feltrinelli.it

Altri punti esaminati da Rodotà riguardano prese di posizioni di forte impronta rispetto ai problemi emergenti sia dalla diffusione di valori egalitari più nettamente definiti sia dalle nuove tecniche affermatesi nei settori della medicina e delle ricerche scientifiche. Un terreno sdrucciolevole nel quale tuttavia il diritto va imponendo le sue regole, nella salvaguardia di valori e principi che nessuna norma dovrebbe trasgredire. Suggestiva nella dettagliata esposizione dei temi, con frequenti richiami anche alla letteratura e ad altre arti, il giurista offre al lettore un orizzonte di problemi nel quale egli consente anche ai “non addetti ai lavori” in senso stretto, di penetrare nel profondo delle differenti dispute. Soffermarsi all’introduzione - come abbiamo fatto - significa richiamare ai valori, ma poi il libro prosegue in approfondite e delicate analisi che chiamano in causa dolori e malattie, geni e corpi, cure e clonazioni. Impossibile parlarne in poche righe, rimane la segnalazione per suggerire la lettura di questo autentico capolavoro nel delineare appunto le ragioni dell’accettabilità o meno - in differenti condizioni e circostanze - della regolazione giuridica di aspetti personali ed intimi della vita individuale e nelle sue proiezioni sociali (interessante al riguardo le considerazioni dei principi contenuti nella nuova costituzione dell’Unione Europea) a conferma dell’alto senso di umanità che Rodotà riesce a far respirare anche nella trattazione di argomenti apparentemente freddi.

 

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