a cura di
Silvana Carletti (Dir.Resp.)
Carlo Vallauri Giovanna D'Arbitrio
Odino Grubessi
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3 ottobre 2024
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Agostino Bistarelli in La storia del ritorno (Bollati Boringhieri, Torino) ha compiuto un’attenta analisi dell’esperienza dei militari italiani (combattenti, internati, partigiani) al loro ritorno nella vita civile in una Italia completamente trasformata rispetto al momento in cui essi erano partiti per compiere il loro dovere in guerra. Il professore della Sapienza, che già si era occupato della Resistenza e dei militari italiani nella Jugoslavia centro-settentrionale, dedica questa ricerca ai reduci, che appaiono complessati dalle nuove condizioni politiche e psicologiche che trovano in Italia, e sottolinea la diversificazione tra i diversi tipi di reazione soggettiva rispetto alle vicende individualmente vissute. Nasce in quegli anni una nuova realtà politica ed associativa, con una forte presenza della Chiesa mentre per l’assistenza al lavoro da un lato enti internazionali come l’UNRRA, dall’altro il ministero dell’assistenza pubblica, si prodigano nel rincorrersi con misure di sostegno non prive – si osserva – di “errori di prospettiva”. Dall’esterno i partiti cercano di sollecitare nuove provvidenze. Un’analisi molto documentata e senza veli pietistici, con il richiamo ad una serie di problemi economici, organizzativi e psicologici che rendono difficoltosa la strada della “rinascita” avviata con impegno da quella generazione tanto esposta alle prove più dure in Italia e all’estero. La ricostruzione è precisa, circostanziata, con un rigore pur raro tra quanti hanno affrontato quelle pagine dolenti, ma non prive di speranze.
Carlo Vallauri
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