a cura di
Silvana Carletti (Dir.Resp.)
Carlo Vallauri Giovanna D'Arbitrio
Odino Grubessi
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10 ottobre 2024
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La costruzione del male di Jeffry C. Alexander (Il Mulino, Bologna) è un utile lettura per ripercorre, attraverso uno scandaglio negli abissi della vita sociale, le violenze che hanno attraversato la storia del mondo dall’olocausto all’attacco ai grattacieli di New York l’11 settembre 2001. L’analisi è affrontata dal sociologo della Yale University, sul piano di una aggiornata visione sociologica. Gli “universali morali” – afferma l’autore – vengono costruiti man mano che si forma una identità collettiva. Nell’attuale condizione la “cultura del male” va osservata nelle sue fasi formative: “forze invisibili” simboliche, emotive e morali intervengono nelle costruzioni di meccanismi degradati (il male, appunto), che vanno compresi al fine di poterli, disinnescare. Interessante la rilevazione del concetto “limitato e indifferenziato” del “male” come inteso da parte di Kant. Quanto all’attuale pensiero culturale, Alexander sottolinea i contenuti principali della “teoria critica della società” di Habermas, che offre motivi di riflessione per valutare la realtà delle condizioni esistenti e le sue diaporie.
Carlo Vallauri
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