
- Dove eravate tutti
Una vera e propria incursione nel presente compie invece Paolo Di Paolo con Dove eravate tutti? con personaggi che sembra di conoscere nel percorso dei nostri eventi recenti, a cominciare dalla disgregazione del partito socialista all’inizio degli anni novanta.
Vite private ed eventi pubblici (con il governo Berlusconi) s’intrecciano con gli studi del protagonista, studente universitario di storia contemporanea e alle prese con problemi familiari (il padre alle prese con la giustizia) e con donne ed uomini della nostra generazione. C’è al fondo la ricerca di una valutazione verso gli altri, non giudizi presuntuosi ma tentativi di comprendere, giorno per giorno, lo scorrere di passioni, eventi legati all’attualità politica, artistica, mediatica, nonché racconta del “processo” al padre.

- Paolo Di Paolo
Poi la narrazione muta corso con gli accadimenti di un giovane italiano del Duemila dagli eventi luttuosi di Genova alle bombe ai grattacieli di New York e all’uccisione di soldati italiani in missioni nel Medio Oriente. Lo stile semplice e discorsivo rende vive le immagini del cannibalismo del mondo d’oggi quando la tecnologia sembra prendere il sopravvento ma non sembra fornire gli strumenti comunicativi e personali capaci di far meglio intendere le “cose” che accadono attorno. Fatti individuali, incontri, speranze di successo letterario s’incardinano in strutture di ricordi, viaggi (come a Berlino), nostalgie.
Coscienza e scuola nella società d’oggi, disturbi e crisi personali, in un mondo dove si confondono attese, scoperte, febbre per un mondo nuovo e migliore che non arriva.