Vittorio Cimiotta con La rivoluzione etica (Mursia, 2013) aggiunge alle sue pubblicazioni sulle radici della democrazia italiana una valida ricostruzione della storia dei movimenti politici che da Giustizia e Libertà al partito d’azione hanno contrapposto alla dittatura mussoliniana, con lucida chiarezza, l’esigenza primordiale di dar vita ad una organizzazione in grado, sulla base di significativi valori politici, di avviare la battaglia contro il fascismo attraverso una precisa linea di rivendicazione delle libertà.
Il suo libro rievoca con documentazione accurata ed attenta come ai vizi e alle debolezze della nazione italiana sia emerso tra le metà degli anni ’20 e il decennio successivo un movimento capace di indicare finalità autenticamente rinnovative. Attraverso una serie di iniziative, le cui prime testimonianze risalgono alla linea indicata già nel 1925 con le riviste clandestina “Non mollare”, verranno in luce – malgrado le persecuzioni, i processi e le condanne di una sedicente giustizia – organismi pronti a battersi, come affermerà “Giustizia e libertà” nata a Parigi nel 1929 grazie all’impegno di Carlo Rosselli ed Emilio Lussu in collaborazione con Aldo Garosci, Carlo Levi e Nicola Chiaromonte. E l’anno successivo “Socialismo liberale”, pubblicato a Parigi, definisce ancor più nettamente come fosse indispensabile dar vita ad un movimento che, con una rottura nei confronti dell’egemonia comunista sul fronte della sinistra, stabilisse le fondamenta per dare alla lotta antifascista una indicazione limpida ed eloquente. Nel frattempo la guerra di Spagna stabilirà con più nettezza gli schieramenti europei delle forze politiche e culturali.
- Vittorio Cimiotta
Durante la guerra mondiale cadono, a livello popolare, i falsi valori della dittatura, e, a seguito dell’occupazione tedesca, insorge la popolazione per dare all’Italia il suo giusto posto tra le nazioni democratiche. E la narrazione prosegue spiegando molto bene il succedersi degli eventi e nello stesso tempo con una ampia compenetrazione sulla nascita in clandestinità del partito d’azione, in prima linea nella battaglia contro gli invasori nazisti. Sono pagine che si rileggono con emozione, grazie ad una discorsività semplice quanto incisiva sui punti e i temi attorno ai quali si avvieranno con estrema risolutezza i punti nodali del confronto diretto a far conoscere le posizioni assunte dal nuovo partito all’interno del Comitato di Liberazione nazionale. E viene illustrato così un quadro ampio dell’impegno politico sul terreno della laicità come nel campo economico, andando ben oltre le tradizionali posizioni socialiste, per meglio individuare le nuove esigenze popolari e ricostituire uno Stato degno delle tradizioni mazziniane e garibaldine, e del riformismo laico.
La ripresa dei concetti di moderno federalismo saranno utili per meglio definire l’azione da effettuare nel Meridione in vista di lanciare l’idea degli Stati Uniti d’Europa. E ancora una volta sarà l’eticità della promozione rinnovatrice a caratterizzare quel movimento così fortemente centrale nella nuova storia della nazione.
Il lettore segue così, pagina dopo pagina, i mutamenti determinatisi nel paese per imprimere alla lotta contro fascisti e nazisti: i segni etici specifici dell’intera vita di G. e L.
Vengono altresì richiamati personaggi ed eventi nel pieno delle battaglie antifasciste, da Pilo Albertelli a Riccardo Bauer: un legame umano profondo unirà così i combattenti antifascisti, artefici delle vittoriose battaglie, da Piero Calamandrei a Ferruccio Parri. Non mancano interessanti, specifici richiami ad Aldo Capitini e all’inizio della sua fervida iniziativa per sostenere le ragioni della pace, accanto a quella della giustizia sociale. E ricorrono altresì i nomi di Tristano Codignola e di Guido De Ruggiero, che si aggiungono alla tradizione che si può dire abbia avuto il proprio antesignano in Piero Gobetti. Così ai fratelli Rosselli, massacrati dai sicari del fascismo internazionale, si aggiungono le voci di Ernesto Rossi, Gaetano Salvemini, Altiero Spinelli, Giorgio Spini, Silvio Trentin, Leo Valiani.
Nella nostra epoca di profondi cambiamenti e di una globalizzazione malamente interpretata da troppe parti della stessa sinistra europea riemergono così gli autentici valori di quanti si sono battuti con coraggio e sino all’estremo sacrificio.