Il Risorgimento non fu per gli italiani solo un fenomeno di riscossa politica e di impegno per un grande numero di cittadini di tante province del sud, del centro e del nord. Rappresentò infatti una sorta di sveglia per popolazioni in parte non sempre vigili e capaci di avanzare e di difendersi, mentre per altre parti rappresentò un allargamento di visuale ma non un effettivo miglioramento sociale diffuso, per la gran parte dei singoli cittadini. Fu tuttavia una “prova” personale per riscoprire il valore del proprio passato storico ed artistico. E non mancò neppure la presenza di singoli studiosi ed artisti che offrivano esempi di altruismo, di dedizione a valori più alti: il loro stesso agire veniva posto a servizio di un paese che voleva appunto “risorgere” e far valere le potenzialità degli italiani in tutti i campi.
Ora il bello studio di Fabio Toscano Per la scienza, per la patria. Carlo Matteucci, fisico e politico nel Risorgimento italiano (Sironi editore) fa luce su eventi ed episodi che illuminano sulla capacità di operare concretamente per affermare i conclamati valori più alti.
L’autore è un fisico di “chiara fama”, specializzato in “Fondamenti e filosofia della fisica”: per numerosi studi tra l’altro gli sono stati assegnati importanti premi, e tra l’altro per il miglior libro di divulgazione scientifica. E questo stesso libro è testimonianza del raccordo tra i suoi studi e il progredire della nostra società. Matteucci fu partecipe diretto delle battaglie risorgimentali come volontario tra gli studenti volontari durante le prime lotte anti-austriache. Appena costituito il regno unitario fu nominato senatore ed il suo nome – come testimonia lo studio di Toscano – riconduce al significato e alla portata dell’effettivo contributo al progresso delle conoscenze scientifiche, riportando, argomento per argomento, le principali azioni svolte dal protagonista in importanti settori di studio, in contemporanea alla sua specifica dedizione alla causa “nazionale”, come allora si diceva.
- Carlo Matteucci
Non è nostra competenza entrare nel merito delle sue specifiche attività svolte quale scienziato molto apprezzato a livello internazionale; piuttosto vorremmo segnalare l’impegno patriottico dispiegato a lungo prima in Toscana poi anche all’estero, specie in Inghilterra ed in Francia. Egli cercò di impegnarsi contro tutto ciò che ancora attardava la nostra società. Nella specifica attività politica, operò convinto, com’era, del ruolo “unitario” chiamato a svolgere il regno di Sardegna. E si vide chiaramente nelle sue iniziative e scelte nel 1860, mentre andava a compimento l’opera del sovrano piemontese, pur nella complessità delle situazioni interne ed internazionali.
Il raccordo tra “patria” s “scienza” ha nella sua persona una testimonianza esemplare. Tra l’altro, come senatore, non mancò, appena costituita l’Italia nuova, di impegnarsi anche attorno alla “questione romana”, rivolgendosi direttamente a Pio IX, in vista di arrecare benefici all’Italia. Ne da’ prova lo scambio di corrispondenza con Cavour quando egli si preoccupava di salvaguardare la posizione del Pontefice, al fine di non arrecare offese alla Chiesa cattolica. Egli fu fermo e convinto nel sostenere l’unione di Roma all’Italia, sua capitale naturale, e, nello stesso tempo, tenne ad assicurare l’indipendenza dal Papa. Nel 1862 fu chiamato alla carica di ministro della Pubblica Istruzione, e promosse la fondamentale legge Casati che caratterizzò la fase determinante del processo unitario. Preparò personalmente un “regolamento generale” per le università, disponendo tra l’altro l’esame di ammissione per entrare negli atenei. Un problema ancora oggi discusso in Italia: come si vede il ruolo dello scienziato fu tra i più significativi in quell’epoca. Ed ora la rievocazione documentata e chiara di Toscano offre occasione di approfondire l’intera esperienza di Matteucci, che può essere di utile insegnamento in questi tempi di epocali – ed ancora incerti - cambiamenti.