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La Repubblica di Barbapapà. Storia irriverente di un potere invisibile (Rizzoli).

SCALFARI E LE ALTRE VEDETTE DELLA STAMPA VISTE DA GIAMPAOLO PANSA

Tra polemiche e scontri
sabato 1 giugno 2013 di Carlo Vallauri

Argomenti: Storia
Argomenti: Recensioni Libri
Argomenti: Giampaolo Pansa


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Giampaolo Pansa rappresenta quella tipologia di giornalismo politico e culturale che non resta fermo agli eventi, secondo la monotona ripetizione di quanto già detto dai media o dall’osservazione apparente ma penetra nei fatti, li smuove, ne smaschera gli arcani presunti sino a portarne in luce gli aspetti più intimi per metterne in rilievo la connessione con realtà più ampie.

Così si spiega come attraverso la sua lunga e vivace carriera abbia avuto modo di farsi giustamente una reputazione di persona capace di andare ben oltre la superficie, sino a travolgere quel senso comune che può condurre alla banalità per reinventare invece una visione più profonda. Dapprima la sua presenza nei principali quotidiani nazionali, poi la sua capacità di approfondire significative vicende della vita italiana sino a scoprirne nascosti turbamenti ha provocato polemiche e contrasti.

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Giampaolo Pansa

Adesso ricostruisce i passaggi essenziali del suo corso professionale in un libro che penetra con chiarezza in aspetti essenziali dell’intero panorama della nostra stampa, La Repubblica di Barbapapà. Storia irriverente di un potere invisibile (Rizzoli). Egli sa offrirci un quadro vibrante per le emozioni rievocate con alto senso di sensibilità e responsabilità confermando le sue doti di osservatore attento, mai fazioso, mai equivoco, mai pesante. D’altronde nelle polemiche suscitate dalla sua ricerca che più ne ha determinato successo e fama, Il sangue dei vinti, Pansa ha saputo mostrare come il distacco dai luoghi comuni, dalla ripetizione di concetti spesso acquisiti passivamente costituisca l’elemento essenziale che consente di intendere e spiegare con acume e senso vigile la stessa contemporaneità che si fa storia.

L’intitolazione di questo libro con riferimento a quello che viene considerato da molti il principe dei giornalisti italiani, Eugenio Scalfari, già delimita in questo caso l’ambito del suo lavoro: ne viene fuori quel mondo che ciascuno di noi ogni mattina rasenta per trarne valutazioni, e spesso scelte, sulla vita politica. E Pansa manifesta una sorta di volontà demistificante, al di fuori di concetti consolidati o tesi preconcette. Così apprendiamo, pagina per pagina, come si sia svolta la sua fortunata (meritatamente) carriera, compresi i suoi inceppi, tra passi in avanti e passaggi laterali, sempre nel cuore della nostra società pubblica. Non apprenderemo segreti né personali né di Stato ma ne traiamo elementi per trarne giudizi e considerazioni che travalicano la quotidianità. Capitolo dopo capitolo passano e ripassano elementi chiave di tante vicende note e meno note, chiamando in causa (da Indro Montanelli ad Arrigo Levi e Piero Ottone) i più rappresentativi esponenti del nostro mondo informativo da un lato, come i maggiori personaggi politici da Craxi a Moro, da Almirante a Cossiga dall’altro, nonché i proprietari e autori della stampa da Formenton a De Benedetti e Rizzoli.

Una delle pagine più belle è dedicata a Walter Tobagi, che fu suo collega, prima di essere vittima della spietata violenza brigatista che aveva trovato inaspettate confluenze proprio al centro di uno dei maggiori quotidiani. Ma il personaggio principale sul quale l’autore si sofferma è, come reca il titolo, Scalfari, del quale sa dire parole precise e meditate. Egli non si fa mai prendere dalla prima impressione ma da ogni fatto scrutato in profondità rievoca passioni e cerca di trarne quanto di più rappresentativo possa trovarsi nell’intero ciclo di una storia del giornalismo percorso e percosso da falsi idoli e pretesi autocelebrazioni. Rimane il “cronista” che molti di noi hanno imparato a stimare ed apprezzare, quale voce autentica di una realtà composita e complessa. Naturalmente tra le pagine più intriganti proprio quelle di “Repubblica” e del suo fondatore. Un libro che si legge d’un fiato per la chiarezza espositiva di un vero maestro.

 

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