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Blogdemocrazia. Come si forma oggi l’opinione pubblica (Carocci ed. 2011)Una analisi di Paola Stringa

COME LA DIFFUSIONE DEI BLOG ARRICCHISCE PARTECIPAZIONE E DEMOCRAZIA

Comunicazione e informazione
venerdì 1 marzo 2013 di Carlo Vallauri

Argomenti: Politica
Argomenti: Recensioni Libri
Argomenti: Media, TV e Internet
Argomenti: Paola Stringa


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Paola Stringa in Blogdemocrazia illustra con chiarezza e precisione di dati aggiornati l’attuale processo di formazione dell’opinione pubblica.

Nella premessa Antonio Dini si chiede se la continua evoluzione dei mezzi di comunicazione favorisca lo sviluppo di una più matura coscienza collettiva oppure se ci troviamo di fronte ad una serie di trasformazioni che rivelano un “gioco” ben più complesso, in relazione ai singoli nuovi strumenti in uso mentre l’autrice, nell’introduzione, sottolinea i mutamenti intervenuti nella struttura e nell’uso degli stessi mezzi abituali.

Interessante il richiamo a quanto avveniva in Italia a proposito del ruolo della stampa nell’opera di “mantenimento” del consenso mentre oggi appare prevalente l’insieme delle conoscenze offerte dai telegiornali: lo stesso salotto televisivo è divenuto una specie di terza Camera benché ormai siano i cacciatori, tessitori e sciamani dei blogger ad aver assunto una funzione determinante. Ecco così che i blog si sono trasformati in strumenti d’opinione e di poesia, moltiplicando i punti di vista. Questa è una osservazione significativa perché in un certo senso identifica la funzionalità dei percorsi individuali di informazione come utili scambi di opinione.

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Paola Stringa

Quindi la partecipazione arricchita grazie ai social-network ha enormemente allargato il campo delle possibilità di comunicazione, aggiungendo a quelli ufficiali e/o importanti, quali strumenti di diffusione di notizie e di idee, una miriade di presenze minori, e per certi versi, isolate, ma che nel complesso vengono a costituire una fondamentale palestra di opportunità relazionali. Gli stessi racconti di viaggio ad esempio assumono una natura diversa quando vengono narrati dagli stessi viaggiatori, che apportano le loro osservazioni, moltiplicando così i fili invisibili delle conoscenze dirette di luoghi ed esperienze.

Inoltre nuovi strumenti di “mobilitazione” intervengono nei rapporti sociali: e cita in particolare quanto avvenuto negli Stati Uniti a partire dalle elezioni del 2006. La stessa crescita dei social network può introdurre forme di “istruzione universitaria” a scopo educativo anche se occorrerebbero maggiori sforzi per garantire qualità migliore, con l’ampliamento dell’offerta. Peraltro la facilità e l’informalità della produzione di messaggi attraverso forme di scrittura non alfabetica determinano ulteriori accumuli di memorie collettive.

Paola Stringa si sofferma poi su casi specifici in cui i new media hanno esercitato un ruolo preminente come in Birmania, con la coraggiosa rivolta dello Zafferano da parte dei monaci, mentre negli USA si è sviluppata una sequela di “liberi cittadini giornalisti” sì da dar luogo a “democrazie semiotiche” in grado di influire anche sulle possibilità di controllo della vita pubblica e anche parte del giornalismo è andata in subbuglio quando un premio è stato assegnato ad una testata no profit online. Dalle campagne elettorali americane agli eventi in Turchia con l’uso crescente dei blog si è sviluppata una nuova serie di dinamiche informatiche: così gli internet café hanno costituito nuovi luoghi privilegiati per socializzare e per lanciare o verificare impegni politici.

Minoranze sessuali perseguitate trovano nuove modalità d’espressione anche in paesi precedentemente chiusi ad una partecipazione attiva alla vita sociale. La stessa diffusione del consumismo capitalista è stata favorita dall’uso sempre più diffuso di internet.

Un altro aspetto qualificante messo in rilievo è la accurata descrizione della composizione della blogosfera Italia, con dati riferiti ai singoli campi nei quali il fenomeno ha allargato enormemente la possibilità di scambi relazionali. Agli eventi politici e sportivi, artistici si aggiungono rapporti intimistici nei quali in particolare le donne trovano il mezzo utile per far conoscere storie private, consentendo peraltro un arricchimento delle conversazioni collettive. Altro punto toccato con evidente ricchezza di informazioni è l’influenza dei blog sulla vita politica italiana, sì da favorire la costruzione di nuovi movimenti d’opinione, scuotendo anche gli schemi classici ereditati dai partiti storici di massa.

Si và formando così una “nuova società”? Emergono certamente produttori indipendenti mentre tende ad eclissarsi la televisione nei suoi format usuali: ogni nuovo amatore presente in linea dà una propria singolare ed individuale forma di partecipazione sicché possono essere facilitati nuovi modelli di scambi di informazioni sino a mutare le tradizionali esperienze di democrazia rappresentativa, nuove potenzialità che consentono a tutti di confrontarsi con le nuove strade emergenti (viene citato in proposito quando dichiarato dal Nobel americano Al Gore sulla possibilità di favorire un più alto livello di comprensione dando più spazio ai singoli individui).

Nelle note conclusive troverete utili notizie sulle nuove aperture create nella vita civile e culturale grazie alla funzionalità della rete, che rende più vasto il campo della democrazia rappresentativa cosicché il pubblico non appare più una unica massa amorfa assoggettata ai mass media.

In piccolo, restando in casa nostra, c’è ora da vedere se, come e quanto, questa rivoluzione, avvenuta nella partecipazione e con scritture non alfabetiche, sia capace di influire anche sulle scelte elettorali di cittadini chiamati a votare. Infine vi è l’elenco delle pubblicazioni sull’argomento trattato nel libro, con un elenco ragionato di parecchi blog da Acqua Buona, Di Pietro e Beppe Grillo a Politics Daily e Voglio Scendere.

 

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