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Rubrica: CULTURA


Contro l’autonomia (Mimesis, 2011)

SCIENZE ED ARTI TRA AUTONOMIA E SEPARATEZZE

Riflessioni di un filosofo delle scienze
venerdì 1 febbraio 2013 di Carlo Vallauri

Argomenti: Letteratura e filosofia
Argomenti: Scienza
Argomenti: Recensioni Libri
Argomenti: Paul K. Feyrabend


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Al comune cammino delle scienze e delle arti è dedicata la riflessione del pensatore Paul K. Feyerabend, noto in Austria e riconosciuto quale straordinario studioso della filosofia delle scienze con la cattedra all’università di Berkeley, al centro di approfondimenti e polemiche attraverso le due sponde dell’Atlantico. Il titolo, Contro l’autonomia (Mimesis, 2011), si riferisce al percorso di miglioramenti per le scienze e le arti, indicato nella possibile identità dei due campi, contemporaneamente visitati. Se gli scienziati rifiutano di sottomettersi a qualunque critica metafisica – osserva l’autore – è evidente che la pratica della “specializzazione” nei rispettivi ambiti induce ad opporsi a qualsiasi interferenza nei confini dei singoli saperi. Richiami ad esperienze in differenti contesti si intrecciano con dispute religiose e considerazioni sulle più moderne conquiste della modernità in una rivoluzione del pensiero, arricchita da frequenti riaffiorare di problematiche che richiamano principi generali ed universali.

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Paul K. Feyrabend

Come rileva il fisico Antonio Spaziani, nella prefazione al volume, cambiamenti e riformulazioni del pensiero scientifico riaprono costantemente dibattiti nei quali l’arricchimento delle conoscenze diviene fondamento per valutare gli effetti della produzione scientifica, ma non senza riflessi nei differenti ambiti della cultura artistica. E proprio in questo modo di congiunzione è la più pressante rivelazione emergente nella profonda sintesi dello scienziati di cui vengono presentate idee, esperienze, significativi corsi teorici, a cominciare dalla teoria dei colori di Newton.

Estranei alle più articolate conoscenze dei fenomeni al centro delle ricerche riportate nell’opera qui richiamata, siamo stati però conquistati dalle analisi originali di Feyerabend che attingono ai momenti determinanti del progredire delle risorse in rapporto ai metodi derivanti da altri campi di applicazione. Quel che possiamo trarre dai contenuti della intervista rilasciata a Grazia Borni riguarda soprattutto la differenziazione identificata nei diversi tipi di conoscenza sulla base di esperienze molteplici. Diversi modi di intendere la realtà empirica si intrecciamo mediante comunicazioni che la modernità rende sempre più frequenti, al di là dei nazionalismi.

La demistificazione di false verità rappresenta – al punto in cui sono giunte le diverse “verità” – uno dei punti determinanti dai fini di una migliore comprensione dei fenomeni sviluppatisi nei nostri tempi, al di là di pretese certezze. Così ipotesi e cangianti alternative si susseguono e si scontrano nel tentativo di valutare lo stato delle ricerche nei singoli saperi ma presente resta la considerazione che la fonte umanistica comune spinge le scienze e le arti a meglio comprendere il senso delle rispettive “conquiste” nella continua ricerca di più consistenti esperienze ed idee. Di fronte alle precise “soluzioni” via via acquisite, resta il senso liberatorio delle rispettive risposte, senza cadere in approcci discutibili. Siamo così di fronte a quella connessione intima della conoscenza che ha indotto a parlare persino di democratizzazione della scienza, come si legge nelle interessanti osservazioni di Grazia Bornini, la fine intervistatrice del grande fisico.

A noi non rimane che segnalare l’importanza di questo studio che tocca momenti e fasi cruciali del confronto scientifico nella nostra età.