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Carlo Cattaneo: una teoria della libertà. Scritti politici e federalisti (Einaudi editore)

IL FEDERALISMO AUTENTICO DI CATTANEO VISTO DOPO LA CRISI DEL CARROCCIO


sabato 1 settembre 2012 di Carlo Vallauri

Argomenti: Letteratura e filosofia
Argomenti: Politica
Argomenti: Storia
Argomenti: Walter Barberis


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I professori Miglio e Albertoni hanno pubblicato pregevoli studi sul federalismo, ma i politici che hanno ritenuto di innalzare le insegne di quei valori si sono mostrati del tutto al di sotto delle loro pretese e velleità, come gli ultimi venti anni di storia patria confermano. E adesso suscita infatti una singolare reattività sentir parlare di siffatti progetti. Ben venuto allora a questo studio di Walter Barberis Carlo Cattaneo: una teoria della libertà. Scritti politici e federalisti.

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Carlo Cattaneo

L’autore ricorda nell’introduzione le barricate milanesi del 1848, quelle drammatiche e romantiche giornate dell’anno rivoluzionario per antonomasia come avvio a quella “insurrezione” che avrebbe dato segno inconfondibile all’intero moto nazionale. Quindi viene ricordata la cultura e formazione dell’insigne studioso, tecnico per eccellenza e non politico. Una precisa e documentata nota bibliografica indica i testi del Cattaneo, a cominciare dalle discusse ma non troppo conosciute “Interdizioni israelite”, testo nel quale pone questioni di libertà connesse allo sviluppo economico dell’allora giovane capitalismo. Segnano le notizie “Naturali e civili nella Lombardia”. Interessante inoltre la ricostruzione degli eventi del 1814 e 1817 con riferimento all’esperienza di casa Savoia sino all’inizio della lotta militare contro il potente esercito di Radetzki. Viene poi analizzata la politica di guerra svolta da Carlo Alberto.

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Walter Barberis

Critiche saranno le osservazioni sulle vicende dell’anno fatale (e quel che si legge in Cattaneo si ritroverà in parte negli scritti di Pisacane), mentre non mancano critiche a determinati atti del movimento rivoluzionario italiano, che aveva allora raggiunto il suo diapason negli sforzi, nei sacrifici, nelle iniziative volontarie, nelle battaglie aspramente combattute. E rileggiamo così quelle pagine altissime di civile approfondimento sul ruolo delle città come strumento di evoluzione sociale e “principio ideale delle istorie italiane”, da Carlo Magno in avanti, nonché sul “Comune” quale centro aggregatore: un tecnico come Cattaneo coglie l’occasione per sottolineare anche l’importanza della crescita delle ferrovie per migliorare i rapporti tra le varie parti della penisola.

Dobbiamo essere grati al curatore Barberis per aver rinnovato il significato della democrazia federalista in un periodo che subisce purtroppo il peso negativo delle recenti illusioni di sprovveduti uomini di parte, dimostratisi incapaci di interpretare il senso vero del federalismo trasformatore.

 

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