La condizione dell’uomo contemporaneo di fronte ad un mondo caratterizzato da violenza e aggressività viene sottolineata da Andrea Riccardi nell’Introduzione del suo libro Dopo la paura la speranza.
Il tempo della globalizzazione allarga gli orizzonti ma ha pure accresciuto il senso di paura provocato dai fenomeni di migrazione e dalla scomposizione delle forme comunitarie e sociali. Richiamando il messaggio di Giovanni Paolo II, l’autore afferma la necessità di intessere una cultura della speranza.
E il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, ed attualmente ministro del governo Monti, ritiene primaria l’esigenza di dare all’Italia una anima, una missione precisa, innanzitutto di pace, in secondo luogo il riscatto della politica nel “sogno” di cambiare la realtà per uscire dalla “rassegnazione” e dare all’Europa una strategia che valga a riscattarne il ruolo. Dopo aver richiamato il massacro dei medici volontari in Afghanistan e aver denunciato la “guerra” contro le popolazioni, Riccardi sollecita invece un’azione di lungo piano per realizzare l’integrazione.
A 25 anni dal primo incontro ad Assisi tra i rappresentanti delle grandi religioni appare indispensabile rinnovare quello spirito che spinse Papa Woityla ad operare per “cambiare il mondo” nel segno del Vangelo. Ed il libro prosegue attraverso tanti brevi capitoli, ognuno riassunto di un problema di fondo. Così si passa alla domanda che si pongono tanti cattolici per dar vita ad una “nuova stagione” dopo la “delusione” provocata da Berlusconi, e segue quindi l’analisi delle più complesse situazioni internazionali, sia nel Medio Oriente che a causa del peso degli islamisti in varie parti del mondo.
L’urgenza del ritorno alla passione politica diviene poi centrale nelle argomentazioni di Riccardi, il quale fa notare come l’estrema destra si stia rafforzando in Europa. Ma soprattutto l’autore riafferma “i doveri della democrazia” sia nel nostro paese che in quest’Europa che deve dimostrare di essere veramente “unita” superando il rischio del rifugio nelle “piccole patrie”.
Di fronte al grande dramma causato dalla crisi economica, la responsabilità morale resta – afferma Riccardi – ed essa rimane la spinta indispensabile per salvare non solo l’Italia, donde l’urgenza di proseguire nell’opera di cooperazione internazionale e di integrazione, per la quale peraltro egli è stato chiamato a far parte del governo Monti, un’occasione – precisa – per far riflettere i partiti. Come si vede, sono pagine di scottante attualità che possono costituire una lettura chiarificatrice per chi voglia documentarsi sulla realtà materiale della nostra società e sulle prospettive che sono davanti a tutti noi.
A proposito della Comunità di Sant’Egidio e del suo ruolo internazionale ci permettiamo di richiamare il nostro recente studio “L’arco della pace”. La speranza che vi sia un futuro degno per ognuno di noi è la speranza alla quale Riccardi si appella perché gli italiani possano trovare le energie per uscire dall’attuale situazione di crisi. Un segno di fiducia da non tralasciare.