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La ferita. Il sogno infranto dei no global italiani (Feltrinelli, Milano, 2011)

COME SI E’ DISSOLTA E TRASFORMATA LA MAREA DEI "NOGLOBAL" ITALIANI

Nella ricostruzione di Marco Imarisio
martedì 1 novembre 2011 di Carlo Vallauri

Argomenti: Politica
Argomenti: Sociologia
Argomenti: Recensioni Libri
Argomenti: Marco Imarisio


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Il libro è una ricostruzione precisa e accurata degli eventi del luglio 2001 a Genova, con particolare attenzione agli errori commessi sia dalle forze di pubblica sicurezza, con interventi confusi e tardivi, sia dagli stessi organizzatori della grande manifestazione internazionale che non vollero istituire – come è attentamente documentato – un proprio servizio d’ordine, in grado di garantire la stessa massa dei noglobal da infiltrazioni.

D’altronde la stessa diversità dei molteplici gruppi costituenti la marcia popolare di una protesta legittima e ampiamente motivato rendeva difficile forme di più intensa collaborazione, cosicché i componenti dei centri sociali, come le tute bianche, non si trovarono nella condizione di poter seguire e controllare l’andamento di un movimento così variegato nelle sue molteplici forme. L’aggressività dei gruppi più determinati intenzionalmente dediti alla violenza, finì per dare un’impronta radicale all’intera massa presente, con il risultato di far apparire i blackbloc quali principali e determinanti protagonisti dell’intera giornata. Gli stessi cobas, e i vari gruppi di provenienza cattolica, di fronte alla sorprendente e improvvisa azione di inedita violenza, non ebbero modo di far valere comportamenti di protesta politica e sociale, cosicché i pacifisti meno radicali finirono per essere travolti mentre polizia e carabinieri facevano a gara nello sbagliare gli interventi e soprattutto mobilità e forza degli interventi.

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Marco Imarisio

L’autore spiega tutto ciò con molti particolari – taluni inediti – narrati con viva progressione giornalistica e intensa partecipazione ai motivi validi della protesta rispetto alle evidenti deviazioni, ingenerati da insufficiente preparazione collettiva e incapacità di freno nei momenti decisivi. Da questo caos viene la tragedia da cui derivò la degenerazione che portò alla morte di Carlo Giuliani. E con lo stesso rigore l’autore continua a seguire nel libro tutte le vicende giudiziarie che seguirono a quegli eventi, intrattenendosi inoltre sul ruolo ed il comportamento a Genova dei maggiori esponenti politici emersi in quella triste giornata, a cominciare da Luca Casarini a Vittorio Agnoletto. Altrettanto valide le osservazioni sull’organizzazione predisposta dai carabinieri, con una specifica critica all’improvviso esplodere dell’azione da via degli Arcimboldi, e sul proseguimento delle complesse azioni compiute dai promotori di quella grande manifestazione. E quel caotico ed imprevisto sviluppo porterà infine alla invasione della polizia nella scuola Diaz – una specie di vendetta, osserviamo – e alle altre inaudite violenze contro i manifestanti. In effetti risulta che i blackbloc poterono muoversi indisturbati mentre furono colpiti dalla forza pubblica indiscriminatamente manifestanti tutt’altro che estremisti.

Il corso giudiziario dei vari procedimenti riserverà altre sorprese, prima con l’assoluzione delle persone per le quali si erano pure accertate gravi responsabilità, poi il successivo ribaltamento in sede di appello sì da ristabilire un minimo di rigore giuridico con criteri di rispetto e chiarimento delle autentiche responsabilità.

Che rimane di tutto quel movimento? Innanzitutto Imarisio ha il merito di spiegare dettagliatamente la dissoluzione delle sue componenti nel susseguirsi dei nuovi eventi, per quanto riguarda i noglobal italiani. Quanto ai noglobal degli altri paesi e a livello internazionale i lettori interessati potranno trovare utili informazioni nell’Arco della pace, pubblicato da parte dell’editrice Ediesse.

 

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