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Alfabeto italiano. Fatti e persone di una storia al presente (Università Bocconi editore, 2011)

LA NASCITA DI UNA NAZIONE VISTA ATTRAVERSO LA RICOSTRUZIONE DI SINGOLI EVENTI E PERSONAGGI


lunedì 12 settembre 2011 di Carlo Vallauri

Argomenti: Storia
Argomenti: Recensioni Libri
Argomenti: Giuliano Amato e Paolo Peluffo


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Il libro contiene una serie di “voci” che Giuliano Amato e Paolo Peluffo utilizzano per raccontare e chiarire momenti, personaggi ed esperienze italiane in occasione del 150° anniversario della formazione dello Stato unitario.

Il lettore ha così modo di informarsi circa importanti eventi della storia nazionale. Ed ogni voce rappresenta un piccolo tassello di un disegno più grande, capace di far penetrare il lettore nell’intimo di un problema, di una tragedia, di un tentativo di realizzazione concreta, al fine di poter valutare, attraverso documentati saggi, fatti e personaggi di rilievo ai quali si deve il conseguimento di risultati che a noi sembrano quasi “scontati” mentre sono stati invece il frutto di lotte, speranze, avvenimenti caratterizzanti le generazioni dell’Ottocento. Il Risorgimento è quindi visto dall’interno di ciascuna delle esperienze narrate.

Così la Carboneria diviene un fenomeno analizzato nella sua fase di preparazione e di combattimento contro la polizia di Metternich e i vecchi regimi che s’opponevano alla nascita di una “nazione unitaria” che già viveva nella cultura. L’organizzazione delle “vendite”, la partecipazione di differenti componenti sociali allo strumento operativo creato per far conoscere le nuove idee, offrono un quadro preciso dell’entità di quello sforzo iniziale coraggioso e all’origine dell’intero processo di rinnovamento ideale e politico.

10000000000000B4000000F042AF9B6DSignificativo l’evento drammatico di Aspromonte, che un recente film ha posto come punto nodale dell’intero Risorgimento. Certo le vittorie del 1860 facevano sperare ben altri percorsi politici, ma il governo Rattazzi (come anche in altre occasioni) non perderà l’occasione per comprimere quel che fremeva nel paese. Ma non si dimentichi che, contemporaneamente al brigantaggio e ad altre evenienze nefaste, già in quegli anni erano al lavoro i giuristi che nel ’65 daranno vita al nuovo Codice Civile, antesignano, a livello mondiale, nel riconoscimento delle libertà per tutti i cittadini e anche per gli stranieri. Cioè accadevano allora un insieme di fatti, che visti singolarmente possono essere criticati ed assunti ad indici di arretramento politico, ma nello stesso tempo il sangue già versato, le azioni già compiute avevano posto le premesse per ben valide soluzioni. E allora basta leggere la voce “ferrovie” per rendersi conto di come quell’ ”Italia unita” fosse capace di pensare e di attuare avanzamenti civili e sociali. L’avvicinamento materiale tra gli italiani delle diverse regioni troverà nelle nuove tecniche un efficace mezzo di integrazione, come d’altronde avveniva contemporaneamente negli Stati Uniti: in entrambi i paesi, il Nord, più efficiente, prevarrà sul Sud, arretrato tecnicamente, favorendo uno sviluppo che però nello stesso tempo consentirà all’intero paese di compiere importanti passi in avanti, introducendo, nel caso italiano, la penisola e le sue isole nell’Europa moderna.

Significative altresì le “voci” su singoli personaggi, cominciando da Garibaldi, avventuroso condottiero, ma anche alfiere di “pace” internazionale, già nel messaggio lanciato da Napoli ai capi degli Stati d’Europa nell’ottobre 1860. E se Gioberti sintetizza un programma di difficile realizzazione, le sue idee hanno indubbiamente contribuito alla formazione del concetto storico di “nazione italiana”.

Amato e Peluffo restituiscono a Cavour quelle qualità che a suo tempo giovani marxisti rifiutarono di riconoscere proprio in riferimento allo studio eccellente compiuto da Romeo sulla vita e le opere del primo presidente del Consiglio dell’Italia unita. Altrettanto rilevanti le considerazioni su specifici eventi di battaglie della prima guerra d’indipendenza, spesso trascurate dalla storiografia. Già questi risultati dimostrano l’utilità delle rievocazioni di questi “eventi”. Piuttosto merita un maggior rilievo l’opera legislativa della Destra storica, grazie a Sella e Spaventa, e soprattutto le prove di governo con Zanardelli, in antitesi alla linea compromissoria di Depretis, nell’impegno per la libertà d’associazione (non prevista dallo Statuto e riconosciuta anche ai repubblicani), e in seguito per l’eliminazione della pena di morte (il politico bresciano si era laureato a Pavia ma era andato ad “abbeverarsi” a Pisa raccogliendo l’eredità del Granducato di Toscana precursore mondiale nella scelta) e il diritto di sciopero. 1000000000000140000000F0CB510188

Mentana simboleggia una pagina dolorosa, eppure proprio in quei giorni si constatò come il ricordo della repubblica del ’48 fosse ancora ben chiaro nella mente e nel cuore di persone semplici, come dimostrò anche l’episodio di Villa Glori. Passando a nodi più cruciali, le pagine sulla “moneta” spiegano bene le difficoltà reali affrontate e superate da quei governi post-unitari che una facile storiografia tenta di bollare di “arretratezza”, e così il richiamo alla concreta crisi dei mercati nell’Unione Europea consente ad Amato di fornire specifici chiarimenti sulla frammentazione monetaria nelle due diverse esperienze.

Importanti poi le voci sulla cultura: da Foscolo all’opera lirica, autentico elemento popolare di congiunzione, ben oltre quelle che potevano essere formule di richiami ideologici e dottrinari al federalismo e al liberalismo. Esatta – a questo proposito – la precisazione a proposito del ruolo di Giolitti e di altri, indici di un liberalismo positivo che hanno contribuito a formare la giovane nazione, su saldi fondamenti, come si è poi constatato – come prova al contrario quando una parte degli italiani in seguito preferirà abbandonare quelle idee e percorrere strade ben più perigliose. Ed Amato, recandosi nel recente Ferragosto a Pontelandolfo, ha tenuto a compiere una sorta di riparazione storica e morale contro l’orrendo massacro di cui fu vittima la popolazione locale nel 1861, in una rappresaglia dell’esercito regio per l’uccisione di 40 suoi militari..Veniamo al “voto”: proprio l’esperienza liberale – attraverso Zanardelli (negli anni ’80 con il voto ai maschi che sapevano leggere e scrivere) e Giolitti (all’inizio del Novecento con l’estensione a tutti i maschi maggiorenni) quindi uniformandosi al livello europeo progredito – è la controprova della modernità di realizzazioni che, malgrado tutto, restano importanti conquiste, autentici progressi, particolarmente con i primi governi del Novecento, quando la nuova maggioranza d’altronde fa proprie le proposte per una prima legislazione sociale già avanzate dai socialisti che avevano abbracciato il riformismo di Bernstein. Come si vede, Amato e Peluffo consentono al lettori di spaziare con molta lucidità tra i grandi momenti dell’approccio alle nuove esigenze da parte di quella classe dirigente che riuscì a conseguire, malgrado gli errori inevitabili propri di ogni esperienza storica.

 

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