Quando vedo masse esaltate muoversi ad un ordine di qualcuno, agitarsi, colpire, alzare vessilli, sventolare bandiere e bruciarne altre, essere prese da odio senza ragionare con la propria testa, ma ascoltando una coscienza manipolata, ecco, mi rendo conto che quelli sono dei fanatici.
Il fanatismo è - secondo M. C .Otto - “cieco zelo per una qualunque causa, sia essa religiosa, sociale o politica.....Il fanatico è così smisuratamente convinto della verità ed importanza di alcune idee o sentimenti, che ogni altro interesse - personale o sociale - è impotente a modificare il suo pensiero” (Encyclopaedia of the Social Sciences, vol 6, pag. 90).
Già prima Voltaire nel suo Dizionario filosofico (Newton, pag. 134) aveva scritto che “Il fanatismo sta alla superstizione come la convulsione alla febbre, la rabbia alla collera. Chi ha delle estasi, delle visioni, chi scambia il sogno con la realtà e le sue immaginazioni per profezie, è un entusiasta; chi sostiene la propria follia con l’omicidio è un fanatico”
- Tumulti a Genova nel 1797
C’è un fanatismo religioso ed uno politico/sociale.
- Monte Sant’Arcangelo
Li conosciamo bene, perché hanno causato milioni di morti.
Dice ancora Voltaire (op.cit): “Il più detestabile esempio di fanatismo è quello dei borghesi parigini che corsero ad assassinare, scannare, gettare dalle finestre, fare a pezzi, durante la notte di san Bartolomeo, i loro concittadini che non andavano a messa”
Le masse che si agitavano durante la Rivoluzione d’ottobre infiammate dal verbo di Lenin erano fanatiche quanto le truppe di Hitler che marciavano compatte, disciplinatissime.
Gli slogan erano pochissimi, essenziali. Da una parte si prometteva la dittatura del proletariato e dall’altra la conquista di terre ed uomini, basata su una presunta superiorità razziale.
Per Norberto Bobbio (Dizionario di politica, pag. 393) “Il fanatismo è generalmente connesso al dogmatismo, ossia alla credenza in una verità o in un sistema di verità, che una volta accettate non devono più venir messe in discussione e rifiutano la discussione altrui”.
- Milano barricate 1898
Stiamo attenti a non perdere la ragione.
Bobbio scrive(op cit. pag. 394): “Se si dovesse esprimere con una formula il significato complessivo della battaglia dei lumi non si potrebbe meglio definirla che come la più estesa e popolare battaglia intellettuale contro il fanatismo che mai sia stata combattuta”
Non ritengo sia il caso di alimentare una polemica che ha molte sfaccettature e che oscilla fra opportunismo ideologico, ricatti economici ed interessi politici.
Ma mi sembra doveroso ricordare ancora Voltaire (op.cit :pag. 135):
“Cosa rispondere a un uomo il quale vi dice che preferisce obbedire a Dio che agli uomini, e che, di conseguenza, è certo di meritare il cielo scannandovi? Di solito sono i furfanti a guidare i fanatici, e a metter loro il pugnale tra le mani; assomigliano a quel Vecchio della Montagna che, a quanto dicono, faceva assaporare le gioie del paradiso a degli imbecilli, e prometteva loro un’eternità di quei piaceri di cui aveva dato loro un assaggio, a condizione che andassero ad assassinare tutti quelli che avesse nominato”.
Come andrà a finire?
- Tumulti in Bangladesh
Bisogna sperare in una vittoria della ragione, giacché - come dice Bobbio - “L’esperienza storica ci ha ammaestrati che le società più immuni dalle infezioni di fanatismo sono quelle in cui l’educazione intellettuale e civile tende sempre più a fondarsi sulla libera discussione delle idee piuttosto che sull’insegnamento di sistemi di verità già definiti”(op cit . pag. 394).
Sperare! La speranza è così bella e non costa niente.
Ma sarà sufficiente solo sperare?