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Un grandissimo fetente!!

C’è gente che a vederla non daresti due soldi e invece… (Cronache di commissariato)
mercoledì 1 marzo 2017 di Michele Penza

Argomenti: Racconti, Romanzi


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- Commissario, ci sono novità.
- Che c’è di nuovo maresciallo?
- Un fermo. Sembra che si tratti d’un pedofilo che ha molestato un bimbo dell’asilo. La macchina di ronda ce l’ha scaricato cinque minuti fà.
- Che bellezza! Voglio proprio vederlo in faccia ‘sto fetente. Dov’è, in camera di sicurezza? Fatemi avere il rapporto, così l’interroghiamo subito.
- Eccolo, commissario.

- Avanti, sedetevi. Datemi le vostre generalità.

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- Mi chiamo Antonio Proietti, commissario, ed ho settantatre anni. Ma queste manette me le dovete proprio lasciare?
- Invece di lamentarsi ringrazi chi gliele ha messe. Mi hanno detto che c’era qualcuno che le voleva torcere il collo, e che si è calmato un po’ solo vedendola coi bracciali. Che crede che noi ci divertiamo a torturare i vecchi? Non siamo dei fetenti, noi!
- Se è così grazie infinite, commissario!
- Avanti maresciallo, gliele tolga, sbrighiamoci!
- La ringrazio di cuore. Ma, mi creda commissario, non servivano prima come non servono adesso. Io non ho mai fatto male ad alcuno.
- Questo lo vedremo, stia sicuro. Dunque, dal rapporto che ho qua sembra che lei sia stato sorpreso a circuire un bambino dell’asilo parrocchiale. Ma è vero?

- Ma lei vuole scherzare, io non ho circuito nessuno.
- Senta, Proietti. Capisco che lei si voglia difendere, ma non ci prenda per cretini. Senza la testimonianza delle tre persone che l’hanno vista parlottare col bambino nessuno si sarebbe sognato di fermarla.
- Commissario io mica nego d’aver parlato col bambino, ma di averlo circuito. Lei ora sta parlando con me, mica mi sta cir...
- Proietti, lei mi vuole vedere incazzato? Guardi che la servo subito, sa?
- Ma no commissario, le voglio solo dire che m’hanno attribuito delle intenzioni che mi vergogno solo di pensare. Io sono un galantuomo, perché mi trattate così?
- Sentiamo un po’, galantuomo, di che parlavate col bambino?
- Mah, le sciocchezze che si possono dire ad un bimbo, gli chiedevo se è della Roma o della Lazio.
- E lei non lo sapeva già?
- Non capisco commissario. Che c’entra? No, come facevo a saperlo?
- Sì, che poteva! Perché lei è stato visto parlottare con lo stesso bimbo diverse altre volte. La cosa è stata notata, e noi già lo puntavamo, lo sa?
- Può darsi, commissario. Tutte le mattine se il tempo è buono vado a leggere il giornale sul piazzale della chiesa, è lì che stanno le panchine al sole. A fianco c’è la cancellata dell’asilo, ti viene spontaneo di sorridere a un bimbo, di dirgli una parola. Perché bisogna pensare sempre al male?

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- E’ questa la sua posizione, Proietti? Nega d’aver tentato di circuire quel bambino? Senta cosa le dico: lei ormai s’è fatto una cattiva fama nel quartiere, e se ci volesse riprovare e noi non dovessimo arrivare a tempo lei rischia una rottura d’ossa, se ne rende conto?
- Signor commissario, ma non è vero, io nego con tutte le mie forze! Che posso fare per convincerla?
- D’accordo. Come vuole lei. Intanto io la trattengo, per il suo bene. Portatelo in camera di sicurezza, maresciallo. E non pianga Proietti: i coccodrilli stanno allo zoo, e i fetenti prima o poi passano tutti di qua.

- Commissario, c’è quel tale, Proietti, il presunto pedofilo, che dice che le vuol parlare.

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- Quant’è che sta in frigo? Due giorni? Beh, forse s’è stufato e si decide a dirci la verità. Sentiamo!
- Avanti Proietti, cosa mi deve dire?
- Commissario io non ce la faccio più a stare qui dentro in questa situazione di merda quando, in definitiva, non ho fatto niente di male. Le dirò la verità, ma lei mi deve giurare che quel che ora le dico se lo tiene per sé.
- Finalmente! Ma perché ci vogliono sempre le cattive perché ci si decida a dire la verità? Siete voi che volete essere trattati male! E poi lei vuole ch’io mi tenga le cose per me! Ma che crede che io lavori in proprio? Crede che m’interessino i fatti suoi? Io sto qua per far rispettare la legge, non sono il califfo di Bagdad!
- Mi ascolti, commissario. Sì è vero, ho cercato tante volte di parlare a quel bambino, e quando lo vedo non resisto, vorrei andargli vicino, lo vorrei abbracciare, vorrei portarmelo via con me ...
- Proietti, ma tu da me vuoi un cazzotto in testa? Te lo do, sai, pezzo di maiale!

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- Ma commissario quello è mio nipote, il mio nipotino, mannaggiailPadret…, e io non lo posso gridare che è il figlio del mio ragazzo, perché sua madre è sposata con un altro!

- Proietti, che mi stai raccontando?
- La verità signor commissario, è questa sporca vita che ci mette in croce! Io ho perso il mio unico figlio due anni fa: s’è ammazzato con la moto. E’ sempre stato uno irrequieto, spericolato. Aveva avuto qualche anno prima una relazione con una ragazza, una storia tempestosa, lascia e prendi. Anche lei, io non l’ho conosciuta molto bene, ma doveva essere un tipo irrequieto, tormentato. . Non voglio giudicare nessuno, ma il fatto è che quando seppero che aspettavano un bimbo ci fu tra loro una grossa crisi, e il risultato fu che si lasciarono e lei sposò un altro, molto più anziano di lei, uno coi soldi, credo. Ed ora eccomi qua, senza più moglie, perché sono vedovo da dieci anni, e forse, se ci fosse stata lei, questo casino non sarebbe accaduto. Senza figliolo, senza nipoti, con le manette ai polsi come un delinquente.
- Beh, Proietti, adesso non esageriamo, le manette le hai portate per mezz’ora e te le ho fatte levare due giorni fa.
- Ma lei non immagina che umiliazione siano per un galantuomo, anche per due minuti!
- Immagino, immagino, stai tranquillo! Qualche volta é la reazione di chi le porta che mi chiarisce le idee.

- E questa è la mia storia, signor commissario. Ammetto di essere stato un debole, d’aver ceduto al sentimento che mi tirava verso quel bimbo, quando sarebbe stato meglio per tutti che l’avessi ignorato, che l’avessi dimenticato, come si dimentica un gattino perso. Ma non ne sono stato capace, commissario! Quando s’invecchia ci si rammollisce. Si pensa che, forse, se si fosse avuta più comprensione, più attenzione ai figli, non avrebbero sbandato! E si vorrebbe rimediare, in qualche modo! Cancellare i nostri errori.

- Senti Proietti, io voglio anche credere che tu non ci stia prendendo per i fondelli, però il fatto è che mi stai chiedendo che queste cose restino fra noi, come mi hai detto, perché non è proprio il caso d’andarle a sbandierare, né all’asilo né a casa del bambino, per non fare sconquassi. E va bene, ma come facciamo a sapere se tu sei un povero cristo in croce, come dici, o magari quel Proietti della televisione che sta recitando un capolavoro?

- Guardi qua commissario. Ho sempre in tasca la foto di mio figlio, di quand’era bambino. L’ho sempre tenuta nel portafoglio, è di quando aveva cinque anni. La confronti col mio nipotino, guardi quel bimbo che dicono che io abbia ... non ci posso pensare! E’ la sua foto! Ma veda lei, giudichi lei. Indaghi. Io sono nelle sue mani. Non voglio parlare più!

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- Me la dia pure Proietti. Faremo un confronto, con la scusa d’ascoltare il bambino, e faremo pure qualche controllo per quanto riguarda il passato di suo figlio. Se mi ha detto la verità le faccio fin da ora le mie scuse. Per adesso se ne vada pure a casa, e la smetta di tormentarsi coi figli e i nipoti. Non sempre ne vale la pena, purtroppo! Quanto a me mi riservo di far due chiacchiere anche con mammà: chi meglio di lei sa come stanno le cose?

- Senza compromettere se stessa poteva anche evitare che lei si esponesse a un linciaggio. Se non è proprio una bestia, in futuro potrebbe anche portare qualche volta il bimbo a giocare vicino alla sua panchina. Sempre che le cose stiano come ha detto lei, naturalmente!

- Le bacio le mani commissario. Grazie!

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- Hai visto? Si comincia coi nipotini e si finisce col baciare i commissari. Va be’, sto scherzando, Proietti!
- Ha visto maresciallo? La mano è cominciata a picche e poi é finita a cuori. Veramente qualche volta le apparenze possono ingannare.

- Si, commissario. Quel poveraccio per essere un fetente è un uomo di cuore. Ha rischiato di farsi massacrare di botte piuttosto che svergognare la madre del nipotino.
- Sì, c’è anche gente così, che magari a vederla non gli daresti due soldi.
- Commissario, sa che le dico? Sono contento! E qua il caffè ci vuole corretto, quando finisce bene bisogna festeggiare. Lasci fare a me che provvedo subito!
- Bravo maresciallo, lei sì che ha ì co…i!

 

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