Si commemora oggi, 3 0ttobre 2016, il naufragio di un barcone di fronte a Lampedusa: 350 profughi annegati. Credo sia un’occasione importante per valutare e riflettere sull’atteggiamento di una parte dell’inteligentia europea. Mi riferisco al giornale satirico per eccellenza, che pure ha subito, a sua volta, una tragedia.
Indifesi, fragili, innocenti
i nuovi nati
si schiudono alla vita
Protezione, tenerezza, amore
alle cure dei grandi si affidano
I diritti universali
all’intera umanità estesi
dell’europea cultura
sono i fondamenti
Libertè Egalitè Fraternitè
Francia portabandiera
sin dalla culla son guida
valori della conoscenza
Di proclami umanitari
gli uomini in Occidente
riempiono la bocca
In verità della guerra
perseguono lo scopo senza tregua
industria bellica, traffico d’armi
più dei principii
profitti immensi danno
Distruzione, terrore, morte
fomentate faide intestine
la guerra si diffonde
nei territori già colonizzati
Le popolazioni inermi
vittime del massacro
in ogni dove tentano la fuga
meta della salvezza l’Occidente
Da due anni è guerra in Siria
del popolo curdo tra due fuochi
un bimbo nasce al suon della mitraglia
Aylan il suo nome
di due fratelli, il terzo
della vita a tre anni
conosce dei droni il rombo
delle bombe la devastazione
Eppur nelle buie notti
i suoi occhi pieni di stupore
il firmamento contemplano
di lucenti stelle trapuntato
di giorno luce riflessa
di sua madre nello sguardo scorge
Tenuto in casa
alla guerra precario riparo
Aylan sdraiato a terra
riempie di scarabocchi fogli
La madre osserva
ricorre sempre un segno
un sol colore
puntini azzurri, blu
Chiede a Aylan il significato
il braccio alza il bambino
in alto punta il dito
“Le stelle, il cielo?”
interroga sua madre
per assentir col capo il bimbo accenna:
“Se farai il buono e studi, astronauta
tra le stelle, quando sei grande, andrai”
Ride felice Aylan
per la casa corre
“auta, auta” gridando
Per pagare i passeurs
racimolati i soldi
da una sorella in Canada aiutata
la famiglia di Aylan tenta la fuga
verso la meta canadese
benché il governo l’asilo abbia negato
Di vite umane ai trafficanti
versati tutti soldi
s’imbarcan su un naviglio
di dieci metri appena
Di notte vanno, mentre il mare ingrossa
La barca oscilla, flette, si rovescia
dalle onde travolta
i profughi in mare scaraventa
Avvinghiato a sé Aylan
la madre nuota con un sol braccio
S’innalza, s’abissa, risorge
al fin la vita l’abbandona
cedon le braccia, Aylan scivola via
via sull’onde
Con sovrumano impegno
di Aylan il padre combatte
per strappare i suoi cari
alla furia del mare
Invano… l’acqua li sbatte
il mare li risucchia
Trascinato dalle onde
il corpo di Aylan si arena
sulle sponde della Turchia spiaggiato
La pietas d’un militare
il cadaverino raccoglie
Un reporter d’appresso
fulmineo fotografa la scena
L’immagine di Aylan
diffusa ai cinque continenti
genera universal sgomento
per uno, cento, mille bimbi
nell’innocenza uccisi senza colpa
Riprovazione della guerra
che pur resta senza soluzione
e il corpicin spiaggiato
dell’Occidente i delitti testimoni
Non basta! Nel vessillo della libertè
l’immagine di Aylan viene usata
per farne oggetto di derisione
cinico disprezzo
pubblico ludibrio
con sembianze animalesche ritratto
simbolo di inferiori razze
Di Charlie Hebdo i redattori
prendendo spunto dalle avances
dei musulmani profughi in Germania
alle donne tedesche di Colonia
fanno propri i razzial teoremi
di illustri teorici francesi
Di Charlie Hebdo una vignetta
pronostica di Aylan il percorso di vita
dall’infanzia all’età adulta
Volto di maiale
braccia, mani tese
rincorrendo le donne
Aylan tripoteur
dei migrantes diventa l’emblema
Di Charlie Hebdo i redattori
già per gli insulti all’Islam
ferocemente trucidati
forse non hanno figli
per sentire la pietas
per capire lo strazio
dell’amore più tenero perduto
Si salverà d’Aylan il padre
rifiutato l’asilo
dal Canada alfin concesso
tornerà a Kobane
per dare alla vita ancora un senso