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Amedeo coi suoi compagni

Un racconto "lunghetto", da delicato e pieno di sentimento.
lunedì 10 dicembre 2012 di Michele Penza

Argomenti: Opinioni, riflessioni
Argomenti: Ricordi
Argomenti: Racconti, Romanzi


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La redazione ha il piacere di presentare un altro racconto di Michele Penza “lunghetto” di 28 pagine, da scaricare come un libricino elettronico per leggerlo stampato o comodamente su uno dei tanti dispositivi “tablet”, oggi sol mercato.

Qui sotto è riportata la PREFAZIONE dell’autore, che promette di incuriosirvi, per continuare la lettura. Un racconto delicato, con espressioni dialettali romanesche che colorano e vivacizzano il dialogo, ma pieno di veri sentimenti.

Prefazione

I mutamenti che il trascorrere del tempo apporta continuamente alla nostra società nel costume, nei gusti, nel modo di pensare, nei comportamenti, persino nella qualità degli oggetti di uso quotidiano sono rapidi, ancora più di quello che noi riusciamo a percepire perché li viviamo giorno per giorno.

In questo racconto mi chiedevo quale sarebbe stata la reazione di persone scomparse, che erano giovani sessanta anni fa, se potessero ridestarsi. L’ho scritto da una decina di anni e oggi rileggendolo mi accorgo che già le cose si sono ancora ulteriormente modificate per cui quella società del benessere, ove una sensazione diffusa di sazietà generava mascherandolo un torpore culturale e intellettuale, della quale alcuni ragazzi di una generazione scomparsa possono per una sorta di miracolo prendere conoscenza si è ormai dileguata e tuttavia, a parte quella che oggi può apparire datata, questa vicenda un po’ surreale può ancora suggerirci qualche altra considerazione.

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Bersaglieri in Russia 1941-1943

Per esempio quella che gli uomini comuni trascorrono e concludono la loro vita senza tanto clamore e sembra proprio che non debba restare traccia, se non effimera, delle loro esistenze, come di gocce di pioggia che cadano sulla via suscitando una bolla lieve. Un detto popolare recita infatti: Chi è morto giace, e chi vive si dà pace! E in questa banale filosofia, non crediate, c’è più verità che cinismo.

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Il 3° ed il 6° Reggimento Bersaglieri - Inverno 1942 sul Don

E invece non è detto che debba essere sempre così. Ecco la storia del ‘sor Amedeo’ che è un uomo semplice, è il vecchio pensionato della porta accanto, considerato persino dai famigliari un brav’uomo che va verso il declino, un po’ rimbambito dall’età. Il tipo che se lo cercate potete trovarlo la mattina al tavolino del Bar dei giallorossi che legge il suo giornale.

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Bersaglieri in campo in Ucraina

E forse sarà pur vero che ormai comincia a perdere qualche battuta, ma è vero anche che nella vita ha rettamente operato, che nel bene e nel male ha sempre cercato di fare del suo meglio, che ancora conserva orgogliosamente nel fondo dell’armadio il suo vecchio piumetto da bersagliere, e un uomo così non può scomparire del tutto. Quando è arrivata l’ora di togliere il disturbo non gli può essere concessa quella proroga che lui chiede, che tutti umanamente vorremmo, ma tuttavia ‘colà dove si puote’ qualcosa gliela concederanno: Amedeo potrà passare il testimonio alla creatura che maggiormente ama e sarà Ninetto a ereditare, per custodirlo, il suo piumetto cioè la sua limpidezza, i suoi valori, il patrimonio ideale su cui lui ha basato la sua vita.

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Amedeo coi suoi compagni di Michele Penza
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