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Italia e Germania (1828), Johann Friedrich Overbeck, München, Neue Pinakothek

Wieder raus! Wieder weinen wir! - Psicodramma in tre atti


sabato 7 luglio 2012 di Michele Penza

Argomenti: Attualità
Argomenti: Opinioni, riflessioni
Argomenti: Sport


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Atto primo (29 giugno 12)
Ancora una volta fuori! E ancora una volta piangiamo!
Più o meno questo è il tenore dei commenti della stampa tedesca sul fatto sportivo del giorno che è la eliminazione della Germania dagli europei di calcio, ancora una volta avvenuta per mano dell’Italia. Nessun tedesco e questa volta, diciamo la verità, nessun italiano ci poteva credere. Sì, noi ci speravamo tutti, ma quanto a crederci…

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Atto primo

Una sensazione di incredulità pervade i commenti odierni, e va oltre la semplice cronaca sportiva, anche perché di partite di calcio se ne giocano in media quasi un paio a settimana tra coppe, tornei e campionati, e non è il vincere o perderne una che possa sconvolgere. Questo è fisiologico. Ciò che non è normale, ciò che manda ai matti i nostri amici tedeschi è un’altra cosa, E’ che si ripresenta ai loro occhi una specie di fenomeno chimico col botto finale, una reazione anomala che si conclude con una esplosione di gas che lascia l’operatore seduto in terra, sgomento e con le ciglia bruciacchiate.

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2012 poland

Avviene cioè ogni volta che ce la vediamo con loro che hanno la squadra che appare oggettivamente migliore, più tecnica, meglio preparata atleticamente, quella che è arrivata alla fase finale schiacciando letteralmente ogni avversario, questa invece di fare polpette della nostra come tutti legittimamente si aspettano (ed oggi anche scommettono) cominci a balbettare, si manifesti insicura e timorosa e finisca con l’esserne soverchiata. E questa è la beffa che manda al manicomio i tedeschi: dover riconoscere ogni volta che la sconfitta non è casuale ma ampiamente meritata.

E’ dura per loro accettare questi risultati di cui non comprendono la ragione, che deludono il loro convincimento che si basa su uno schema logico semplice e ineccepibile: siamo i più forti, i meglio preparati, meglio organizzati, mediamente più giovani, chi meglio di noi? Vinceremo sicuramente!

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Non fate come l’italia

Per contro si verifica per gli italioti il fenomeno inverso. Quella che in partenza è considerata una armata brancaleone, giocatori tirati via dal lettino del fisioterapista o da poco dimessi dall’ospedale, taluno dei quali inquisito dalla giustizia sportiva per sospetta corruzione e tal altro tacciato di omosessualità dal solito giornalista che non sa che cosa dire, si trasformi davanti ai teutonici in un branco di leoni che ne fanno quattro bocconi anche senza tempi supplementari.

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Italia-germania-euro-2012

Se è la settima o ottava volta che succede una ragione ci deve essere ed è di questa che mi voglio occupare. Di tecniche sportive sono del tutto digiuno e del resto sono convinto che la ragione non sia tecnica ma psicologica: se fosse tecnica sarebbe capitato una volta sola, non otto. I tedeschi non sono cretini e alle carenze tecniche sanno ovviare da maestri, è la loro specialità.

Ma chi sono i tedeschi e cosa sono gli italiani? Due popoli che il destino, forse non a caso ma per divertirsi un po’ ha voluto vicini di casa. Le vicende umane hanno poi fatto sì che il nostro territorio abbia incorporato il sud Tirolo che è regione di lingua tedesca, per cui un certo numero di loro ce li abbiamo dentro i confini. Peraltro in Germania vive e prospera una comunità di circa seicentomila emigrati italiani che non è piccola cosa. Diciamo quindi che ci conosciamo bene reciprocamente. Cè un famoso detto che recita: “i tedeschi amano gli italiani ma non li stimano; gli italiani stimano i tedeschi ma non li amano” che contiene elementi di verità anche se non va generalizzato. Vediamo perché.

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Nelle loro istanze fondamentali gli esseri umani sono gli stessi dappertutto, ma in talune caratteristiche comportamentali e negli aspetti articolati delle varie civiltà che sono state espresse storicamente possono risultare molte diversità tra una etnia e l’altra. Il nocciolo del problema in questione sta tutto qui. Le caratteristiche comportamentali dei nostri due popoli, buone o cattive che siano, sono diverse e complementari fra loro. Noi abbiamo le nostre qualità e loro ne hanno altre, di segno del tutto opposto. In comune quasi niente.

Purtroppo la serietà è toccata a loro, assieme a Beethoven ed ai crauti. A noi la Pietà, Galileo e la pizza.

Questo dato innegabile della nostra totale mancanza di serietà dobbiamo riconoscere che ci penalizza fortemente. In tutti i campi di attività i nostri risultati potrebbero essere ben altri se, assieme a un incremento della costanza nell’azione, potessimo unire un approccio diverso anche sotto quel punto di vista che strutturalmente non è nelle nostre corde.

In questi giorni in Italia c’è un capo di governo che si manifesta quale persona più che seria, e con quale risultato? Che tutti dicono di lui che sembra un tedesco! Ignoro se questo rappresenti motivo di soddisfazione per lui, ma questo dimostra quanto poco siamo credibili sotto questo profilo. E tuttavia qualche tentativo, almeno individuale, di migliorarci lo dobbiamo registrare. Accade infatti che ogni volta che un italiano incontri un tedesco entri in crisi. Ecco uno che può farmi fare una figura di m., pensa. Devo sforzarmi di essere più serio, almeno un po’ più del mio standard. E talvolta, se ci si mette per davvero, ci riesce.

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Federazioni Germania e Italia

Secondo me la chiave del mistero è unicamente questa. E’ una vera fortuna, per noi, che questo possa accadere (e almeno nel calcio è dimostrato che accada), e sarebbe utile che aumentasse maggiormente la frequentazione nostra con gli amici tedeschi se questo riesce ad innalzare sia la qualità della azione nostra che la considerazione altrui nei nostri confronti. Sono sinceramente convinto che abbiamo molto da imparare da loro, e che acquisire certe loro qualità, conservando le nostre, sarebbe la nostra fortuna. Per ora accade solo nello sport, o almeno così sembra, e non è cosa da poco come si potrebbe credere. Riuscite a immaginare che cosa rappresenti per un emigrato italiano che lavora a Kreuzberg una soddisfazione come quella di Varsavia? Gli allunga la vita di un paio d’anni almeno.-

Atto secondo (29 giugno 12)
Sempre che non gli arrivi una pietra in testa.

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Angela Merkel

Oggi sappiamo della reazione acida di molti tifosi tedeschi alla sconfitta. Dal mio cuore grato per il favore ricevuto e al contempo preoccupato per taluni suoi effetti collaterali sgorga una lode al Signore con una variante del salmo: Il Signore è il mio pastore! Anche stavolta benché la mensa non sia neppure apparecchiata mi arrivano in testa piatti di spaghetti da tutte le parti! Fa che costoro imparino una buona volta a cuocerli come si deve, e non esagerare mai nell’impegno. Quando confondi le menti dei miei nemici e li rendi stolti innanzi a me, ti raccomando, fa che sia solo per novantacinque minuti e non più. Tu lo sai Signore che io dopo con questi qua ci devo convivere in fabbrica e in birreria! Mi sarei contentato di vincere una partita di calcio e finirla lì. Ma grazie lo stesso!

Atto terzo (1 luglio 12)
Sic transit gloria mundi.

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Atto terzo

Ahimè il Signore mi ha ascoltato, ma nella sua immensa saggezza ha voluto fare a modo suo e non a modo mio. Ha mosso appena un dito ed è bastato per ripristinare ordine e senso della realtà. L’europeo di calcio è stato assegnato alla squadra migliore in assoluto. Agli italiani è arrivato uno scapaccione affinché non si montino la testa e si sforzino di essere seri per 365 giorni all’anno e non per due ore soltanto. Ai tedeschi ha regalato lo spettacolo della nostra umiliazione per aiutarli a sgonfiare il fegato. Che il suo nome sia sempre lodato!

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Mario Balotelli_italia-spagna-europei2012
 

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