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Quando i Saraceni sbarcarono sulle nostre coste

Conversazione con l’arabista Kadidja Mandili
mercoledì 5 aprile 2006 di Arturo Capasso

Argomenti: Storia


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Che significato hanno avuto le parole: arabi, saraceni, mori, turchi e berberi?

Le parole “arabi, saraceni, mori, turchi e berberi” erano utilizzate senza alcuna distinzione ed indicavano i soldati musulmani che, a partire dal VII secolo, solcavano il Mar Mediterraneo alla ricerca di bottini. La parola “saraceno” che noi troviamo nei libri di storia, designava inizialmente un popolo della penisola del Sinai per indicare, in seguito, tutti i popoli arabi. Non si trova nessuna differenza terminologica nelle fonti medioevali. Oggi invece, distinguiamo nettamente tra le parole “arabo” e “musulmano”. La prima fa riferimento all’etnia dominante nell’Islam e la seconda indica i fedeli di tale religione.

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Pagina del Corano

In passato la conoscenza dell’Islam in Europa era limitata e lo era ancora di più per i musulmani verso i cristiani: ritenevano che il mistero della Trinità li rendesse politeisti (come credevano gli ebrei n.d.t.). quando si pensa ai saraceni li associamo ai pirati o ai corsari; tali termini erano spesso utilizzati senza alcuna distinzione. Ma c’è una differenza di natura giuridica: il corsaro era autorizzato ed aveva un “permesso” che gli era conferito dal suo governo e pertanto la sua attività era legale, obbediva a delle norme di comportamento, quali il rispetto della navi e delle terre dei Paesi ufficialmente nemici. Era inoltre tenuto a consegnare una parte del bottino e a difendere le coste. Il pirata, invece, prendeva d’assalto le navi e s’impossessava di uomini e cose effettuando incursioni sulla terraferma. E tutto ciò senza alcuna autorizzazione e senza alcun limite. Per tale motivo la sua attività era considerata illecita.

Quali sono stati i rapporti fra Paesi al nord ed al sud del Mediterraneo?

Grazie allo scambio commerciale, diplomatico, sociale, politico e culturale ci fu un’importante rete tra le due sponde. Non dimentichiamo il contributo in architettura, nell’astronomia e nella matematica. Prima e dopo il XVI secolo notevole era il traffico di metalli preziosi. L’oro del Sudan animava tutto il commercio del Mediterraneo; le città del Magreb - come Orano ed Algeri - e le città islamiche della Spagna ebbero grande prosperità. I mercanti cristiani s’insediavano nell’Africa del nord a Ceuta, Tangeri, Fez, Tlemcen, Costantinopoli, Tunisi e Tripoli.

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Saraceni in carovana

Come e perché iniziarono le invasioni saracene?

Bisogna rilevare che le invasioni saracene - ma sarebbe più corretto definirle “incursioni” - non miravano alla conquista dei territori, ma al bottino e alle prede. La flotta musulmana doveva essere capace di contrastare quella di Bisanzio sia militarmente che commercialmente. I pirati della marina musulmana rifornivano merce umana quando era necessario per il commercio degli schiavi, ma essi ricoprivano allo stesso tempo un ruolo ufficiale: proteggevano i convogli governativi; ciò avvenne regolarmente per tutto l’VIII secolo. Così, diversi pirati saraceni, fra i quali i Berberi, gli Andalusi e di Cretesi, operavano per proprio conto sulle coste della Sardegna, della Sicilia, delle Puglie, della Campania e sulle coste della Liguria e di Venezia. Al contrario, le occupazioni temporanee d’Ischia, di Ponza, di Lampedusa e di altri luoghi strategici d’Italia, come il sacco di Civitavecchia, spinsero i Bizantini e - a partire dall’800 i Carolingi - ad organizzare delle flotte capaci di difendere le coste italiane.

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Saraceni in battaglia

Ci fu - almeno presso qualche Paese - una forma di coesistenza pacifica?

I rapporti tra aggrediti ed aggressori non erano sempre conflittuali. Un periodo di calma politica aveva fatto si che si stringessero importanti rapporti commerciali, così i porti meridionali delle due sponde traevano vantaggi considerevoli, giacché non cessava di crescere l’arrembaggio delle navi commerciali e le navi scaricavano i loro prodotti tradizionali, come i tessuti, le spezie ed anche il grano. Gli Arabi potevano ancorare le loro navi commerciali nei porti di Gaeta, Amalfi e Napoli. Ma il rapporto non andava oltre e toccava l’aspetto politico; la flotta saracena era ingaggiata dai duchi meridionali come forza difensiva. Fu il caso dell’835, quando il duca di Napoli, Andrea, chiese rinforzi contro l’attacco del duca di Benevento o, ancora nell’838 quando, sempre al servizio dei napoletani, attaccarono Brindisi per installarsi, l’anno seguente, a Taranto. Si crea, poi, un’alleanza commerciale e politica fra Napoli e la Palermo araba. Il porto partenopeo diventa per gli arabi una scalo sicuro ed uno sbocco verso l’interno. Per Gaeta rompere un’alleanza coi Saraceni comportava dei grossi rischi, soprattutto per la sua economia. Oltre alle incursioni, gli Arabi si consacrarono a consolidare le proprie basi. Crearono sul Garigliano una cittadella islamica dove vivevano nuclei familiari e si trovava un centro dotato di edifici chiave della città islamica: una sala per la preghiera, a volte una vera moschea, un serraglio ed un bayt almâl o tesoriera, nella quale si trovava il bottino sotto forma di contributi e di decime pagate dai fedeli.

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Torre dei Saraceni

L’esempio della Sicilia...

Gli Arabi preferirono consolidare il controllo sulla Sicilia e trarre i vantaggi dal commercio. L’isola fu conquistata nell’827 e divenne una nuova colonia Araba che serviva da base per le operazioni nel Mediterraneo. Basi erano anche insalate in differenti zone strategiche della Spagna, punto di partenza per le navi dei pirati e per le loro incursioni.

Quali gruppi s’insediarono per primi sulle coste europee?

Quelli che s’insediarono sulle coste del Mediterraneo il IX e X secolo furono i musulmani d’Africa, i così detti Berberi, mentre i Saraceni, i Mori, erano detti Arabi in modo generale, in particolare quelli che venivano dalla Spagna. Nel XIII secolo gli Ottomani minacciarono Costantinopoli e durante il secolo seguente invasero la penisola balcanica. Ma i Turchi raggiunsero la supremazia nel Mediterraneo dopo aver conquistato Bisanzio nel 1453 ed occuparono anche Otranto nel 1840. L’attività corsara musulmana fu al servizio dei Turco-berberi fino al momento in cui i “Re cattolici” aprirono il fronte Granata per la riconquista iberica nel 1492, occupando le coste del Magreb fino a Tripoli.

Quando iniziarono le nuove invasioni saracene?

Le imprese dei pirati proseguirono fino all’ascesa delle marine veneziane, pisane e genovesi. È nel 1500 che l’Italia meridionale ha dovuto subire maggiormente le incursioni dei saraceni per la debolezza militare e politica del regno di Napoli durante il passaggio di potere tra

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Ponte dei Saraceni (Ct)

Aragonesi e Spagnoli. I pirati musulmani intensificarono le proprie razzie, tese soprattutto ad approvvigionare il fiorente mercato orientale degli schiavi. Due corsari musulmani - Khair-Din e Dorghut - rievocano le incursioni più devastanti e distruttive. Khair-Din, detto Barbarossa, fu sceicco d’Algeri e comandante della flotta turca. Dopo la vittoria ottenuta a Pervese nel 1538 sulla flotta imperiale di Carlo V, ebbe mano libera in tutto il Mediterraneo, devastando le coste del vice-reame di Napoli e della Sicilia, dalla quale fece una grande importazione di schiavi verso Costantinopoli: 7000 uomini! Quanto a Dorghut, noto agli occidentali col nome di Dragut, la sua reputazione si sviluppò alla morte di Barbarossa; era il corsaro musulmano più potente e rappresentava un vero terrore per i naviganti. Fu appoggiato dalla Francia in un gioco politico anti-imperiale e devastò varie volte le coste spagnole ed italiane. Dopo divenne signore di Tripoli.

Che ruolo svolsero le torri saracene sorte sulle nostre coste?

Dobbiamo innanzitutto ricordare che esse furono costruite fra il IX ed il XVI secolo, in modo particolare nel 1500. Queste costruzioni si dividevano in due grandi categorie: di difesa e di guardia. Le prime sorgevano presso centri abitati , erano dotate di una guarnigione e spesso di batterie di cannoni. Le altre, invece, erano più piccole e avevano pochi uomini di guardia; spesso si trovavano situate in luoghi difficilmente accessibili, ma in eccellente posizione per sorvegliare l’orizzonte del mare. Solo alla prima metà del XVI secolo si cercò di dare un ordine alle strutture difensive delle coste.

Come, dall’altra parte del Mediterraneo, i musulmani difendevano le proprie case?

Gli Arabi furono contrari a costruire una catena di fortificazioni (ribât) su tutta la costa nord africana per proteggersi dalle incursioni dei pirati cristiani. Due ordini nobili - i Cavalieri di Malta ed i Cavalieri di Santo Stefano - erano considerati dei corsari. Le loro missioni rivestivano carattere religioso e desse facevano voto di povertà, castità ed obbedienza.

Concludo, quali furono i rapporti fra gli Arabi e gli Europei? Quali scambi ed integrazioni fra le due civiltà?

Come abbiamo visto, i rapporti tra il mondo arabo ed il mondo europeo si sono perpetuati sulle acque del Mediterraneo fra sponde orientali ed occidentali. Il mare - purtroppo - è stato spesso teatro di battaglia fra l’Oriente e l’Occidente. Gli Arabi, inizialmente diffidenti della navigazione, appresero tale arte dai popoli conquistati, in particolare dagli Egiziani, e se ne servirono soprattutto dopo che la penetrazione nell’Africa del Nord aveva loro assicurato una eccellente base per lo sviluppo d’una nuova potenza marittima. In effetti, fin dall’alba della civiltà, i rapporti fra Oriente ed Occidente sono stati molteplici e complessi ed hanno caratterizzato la Storia del Mediterraneo.

 

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