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L’ONORE DEL TEATRO ITALIANO A LONDRA


lunedì 8 febbraio 2010 di Giulia Crepaldi

Argomenti: Arte, artisti
Argomenti: Mondo
Argomenti: Teatro


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Londra è un enorme calderone, qui si mescolano razze, culture, lingue da tutto il mondo. La cultura nella capitale britannica occupa un posto d’eccezione, e si tratta di una Cultura con la maiuscola, che offre soluzioni per ogni gusto e palato.

Il teatro inglese è riconosciuto a livello mondiale; del resto questa è la patria di Shakespeare. Tutti vanno a teatro a Londra: grandi o piccoli, stranieri o indigeni, signore ipertruccate dell’upper class, coppie della media borghesia, giovinetti sbragati o ragazzette stilose, tutti. Pure il popolo più rozzo che a Londra non tarda a farsi riconoscere! A Londra la gente non è pigra, è spinta da una curiosità costante che la porta a scegliere le cose più strane e originali e a giudicarle con spietata intransigenza. La variegata e stravagante offerta è uno dei punti di forza del successo londinese.

A Londra c’è spazio per tutti, anche per gli Italiani. Gli Italiani sono tanti, tantissimi: si mescolano amabilmente al resto del mondo, si nascondono o rivendicano le loro origini con pasta, pizza, olio, formaggi, vino, musica, arte e anche teatro.

E se per i prodotti culinari c’è la coda tanto è forte il buon nome della tradizione italiana, per il teatro ci sono ancora svariati posti vuoti. Per portare a Londra – patria del miglior teatro di ogni genere - il teatro italiano ci vuol coraggio. Per prima cosa perché gli autori italiani vecchi e nuovi sono poco conosciuti, poi perché c’è un evidente problema di lingua e infine per via di una recitazione ben lontana dall’energetico carisma british.

Il teatro italiano è diverso da quello inglese. Diverso, non peggiore. E per riaffermare una sua profonda dignità, quest’anno si è insediato con una piccola stagione d’essai in un teatro nel cuore del West End.

italian_season

Mariano D’Amora, l’ideatore di una stagione italiana in terra straniera, spera di riuscire a coprire così un profondo gap culturale: quello verso la drammaturgia italiana contemporanea. “La conoscenza si ferma a Pirandello e De Filippo. Di autori come Pasolini, Testori o Patroni Griffi nulla si sa. In questi tre anni di attività ho presentato a Londra circa venti spettacoli, esponenti della nostra miglior drammaturgia contemporanea italiana”.

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Riverside studios
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Leicester sqare Theatre

Ma chi ci va a vedere il teatro italiano in italiano a Londra? “La stagione – spiega D’Amora - è pensata per gli Italiani ma soprattutto per gli Inglesi. Non a caso gli spettacoli sono presentati in italiano ma con sottotitoli in inglese”. Una vera sfida! Soprattutto se si considera che, alla nascita, la stagione era relegata in un teatro non esattamente centrale. “Per questo - continua con orgoglio D’Amora - dopo il Riverside Studio ed una breve collaborazione con l’Istituto Italiano di cultura a Londra, da quest’anno la Italian Theatre season si è trasferita nel West End’. Gli spettacoli sono presentati infatti al Leicester Square theatre, in pieno centro città, ma con una frequenza meno fitta del classico appuntamento mensile “poiché gli spettacoli presentati – si giustifica l’organizzatore - sono più impegnativi”. (Leggi l’intervista a Mariano D’Amora)

Domenica 24 gennaio è andato in scena la Giovanna d’Arco di Monica Guerritore, uno spettacolo semplice che gode di 2 grandi fortune. Per prima cosa è interpretato da una signora attrice, il cui nome non lascia indifferenti gli appassionati di cinema e teatro. In secondo luogo parla di un tema gettonatissimo: ossia la storia di Santa Giovanna. Della pulzella d’Orléans parlano i libri di storia, a lei si sono ispirati numerosi artisti, scrittori e musicisti, da Friedrich von Schiller a George Bernard Shaw, da Puccini a Jean Anouilh. Ben 12 registi l’anno messa sullo schermo da Roberto Rossellini, a Robert Bresson, da Jacques Rivette a Luc Besson.

La ragazzetta che sente le voci e guida l’esercito contro gli Inglesi piace. Piace in tutte le lingue e in tutte le salse. A lei Leonard Cohen dedica anche una canzone, Joan of Arc, tradotta in italiano da Fabrizio De André. “Giovanna D’Arco si racconta a noi attraverso la sua perfetta semplicità. - spiega la Guerritore, che è anche autrice di un non eccelso lavoro di drammaturgia. - Giovanna rivive nella nostra epoca, compagna di ribellione e speranza di Che Guevara, di Martin Luther King e tutti coloro che in ogni tempo si sono levati contro il Potere.”

Il motivo essenziale per cui Giovanna è tanto ammirata in ogni tempo e luogo è che ha coraggio. Un po’ come ha coraggio questo teatro italiano.

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Giovanna D’Arco di Monica Guerritore

In platea gli Inglesi si contavano sulle dita di una mano, ma c’erano. E c’erano gli Italiani. Questa è, in fondo, la cosa più importante: gli Italiani hanno la possibilità di vedere produzioni nazionali anche a Londra e i teatranti hanno modo di confrontarsi con una platea che, se non è propriamente inglese di nascita, lo è di gusto.

P.S.

Per saperne di più sui prossimi appuntamenti: http://www.italiantheatreseason.com/


 

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