Lo spettacolo si concentra sulla vita di Anna Karenina, una donna della nobiltà russa, e dei suoi rapporti con la società e gli altri personaggi. Uno degli elementi chiave della trama è la sua relazione extraconiugale con il conte Aleksej Vronskij. Tolstoj utilizza la storia di Anna per esaminare criticamente la società dell’epoca, mettendo in discussione norme sociali, valori morali e il concetto stesso di felicità.
Benché la maggior parte della critica russa avesse stroncato l’opera fin dalla prima pubblicazione, definendola “un frivolo racconto delle vicende dell’alta società moscovita”, secondo Fëdor Dostoevskij “Anna Karenina, in quanto opera d’arte, è la perfezione e niente della letteratura europea della nostra epoca può esserle paragonato”. Poco meno di un secolo dopo anche Vladimir Nabòkov si accodò al giudizio di Dostoevskij, definendo Anna Karenina «il capolavoro assoluto della letteratura del XIX secolo”.
L’opera teatrale esplora anche la differenza tra la vita urbana e quella rurale in Russia, con personaggi che vivono esperienze diverse a seconda del loro contesto sociale. Tolstoj usa le vicende dei personaggi per riflettere profondamente sul significato della vita e sulla ricerca di un senso più profondo di esistenza.
Nel romanzo come non ricordare la riflessione filosofica sulla vita, la felicità e le scelte che definiscono il destino umano, nella famosa frase: "L’uomo può fare quello che vuole, ma non può volere quello che vuole."
Ricordiamo l’apertura dello spettacolo che ci catapulta nelle tematiche profonde del romanzo: "Tutte le famiglie felici sono simili l’una all’altra, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo." Ci sono anche riflessioni sulla vita: "La vita è una cosa meravigliosa. E il significato di essa, uno solo: l’evoluzione, che è ciò che la vita è per me."
Ricorda che la bellezza di "Anna Karenina" risiede anche nella sua trama intricata e nei personaggi complessi, interpretati da un cast di livello che parte da una delle migliori attrici italiane, Galatea Ranzi, per il ruolo di Anna, ma anche da un insieme di interpreti di altrettanto spessore, che vanno da Paolo Serra nel ruolo di Karenin, a Giacinto Palmarini per quello di Vronskji, a Stefano Santospago che veste i panni di Oblonskij, e poi Francesco Biscione, Debora Bernardi, Irene Tetto, Giovanna Mangiù e la giovani Mersila Sokoli”.
Come nel romanzo tutto inizia e termina con un treno, emblema dell’opera, arricchito da tecniche cinematografiche e dalla grammatica visivo-musicale consuete nella regia di De Fusco.
Lo spettacolo ci lascia con una bella riflessione sulla libertà: “Gli uomini pensano di essere liberi quando sono schiavi della vanità, dell’ambizione, dell’avidità, dell’amore. I più sono schiavi di tutti, perché sono schiavi della loro sicurezza”.
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Note del cast teatrale
Teatro Stabile di Catania, Teatro Biondo Stabile di Palermo
adattamento Gianni Garrera e Luca De Fusco
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
luci Gigi Saccomandi
musiche Ran Bagno
coreografie Alessandra Panzavolta
proiezioni Alessandro Papa
aiuto regia Lucia Rocco
Personaggi e interpreti
Anna Karenina / Galatea Ranzi
e (in o.a.)
Dolly / Debora Bernardi
Levin / Francesco Biscione
Betsy / Giovanna Mangiù
Vronskij / Giacinto Palmarini
Oblonskij / Stefano Santospago
Karenin / Paolo Serra
Kitty / Mersila Sokoli
Lidija / Irene Tetto
Regia LUCA DE FUSCO
DURATA 2 ore e 30 minuti compreso intervallo