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LA STRAGE DEGLI INNOCENTI

Altri bambini morti in mare
venerdì 10 marzo 2023 di Giovanna D’Arbitrio

Argomenti: Attualità


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Nel naufragio avvenuto durante la notte del 26 febbraio, nei pressi delle coste calabresi di Cutro, sono morte almeno 68 persone tra le quali 14 minori (dati ancora incerti). Una strage che ha spezzato molti legami familiari, poiché tanti sono i bambini rimasti soli per la morte dei loro genitori, nonché di fratelli o sorelle.

A quanto pare la maggior parte dei superstiti proviene da Afghanistan e Pakistan, ma tra loro ci sono anche palestinesi, iraniani e somali.

E ci viene in mente il piccolo Aylan Kurdi, un bambino siriano di tre anni, quando anni fa la foto del suo corpo senza vita su una spiaggia destò commozione e sdegno. Ora purtroppo sembra quasi che la gente si sia abituata a tali tragedie dopo tanti anni in cui esse si sono ripetute e continuano a ripetersi, trasformando il Mediterraneo in un cimitero. Senz’altro le immagini più toccanti sono sempre quelle dei minori morti, ma anche quelle dei superstiti, così indifesi, inermi e innocenti.

E per l’ennesima una volta abbiamo visto con angoscia tante bare bianche. Bambini! E ci son venuti in mente altri naufragi e le violenze e i soprusi di ogni genere evidenziati dai rapporti UNICEf che anno dopo anno ci informano delle sofferenze inflitte ai minori. Lavoro minorile, sfruttamento sessuale, traffico d’organi, adozioni illegali e quant’altro fanno registrare percentuali spaventose oltretutto in costante crescita, in particolare dall’inizio della guerra in Ucraina e per tante guerre dimenticate. A quanto pare oltre 150 milioni di bambini sono impiegati in lavori estenuanti e faticosi, circa 250mila sono usati in guerra come combattenti, messaggeri, spie e facchini, su 20mila persone che muoiono ogni anno per mine e residui bellici almeno il 20% è rappresentato da bambini, dati forse imprecisi che diventano ancora meno attendibili laddove governi non democratici o l’illegalità mascherano le vere percentuali, come forse si verifica per sfruttamento sessuale e traffico d’organi. E quanti sono quelli che muoiono per fame e malattie?! Davvero non si riesce a comprendere per qual motivo i bambini debbano soffrire tanto, come scrisse anche Albert Camus nel suo famoso romanzo “La Peste”. Nel libro di Camus la peste è il simbolo del Male che sconvolge all’improvviso la vita quotidiana degli esseri umani, ritornando ciclicamente qua e là con guerre e flagelli di vario genere. Come gli abitanti di Orano, descritti nel romanzo, anche quelli di tanti altri paesi colpiti da disgrazie, hanno reazioni diverse. Ci sono quelli che fuggono, quelli che si avviliscono, quelli che lottano, quelli che purtroppo ne approfittano, come i crudeli scafisti. Camus nel suo libro arriva alla conclusione che indifferenza, burocrazia ed egoismo sono i veri alleati della peste, del Male.

Qualche anno fa in spiaggia, guardando tanti bambini che giocavano in mare sereni, gioiosi, pensai a quelli non altrettanto fortunati scrissi un articolo: “I bambini e il mare”. Eccone uno stralcio: “Quando i bambini vedono il mare per la prima volta i loro occhi si riempiono di meraviglia e di gioia, talvolta battono le mani e i più grandi e audaci corrono verso l’acqua con le piccole braccia spalancate, guazzando poi felici nelle acque poco profonde, sorvegliati con cura dagli adulti.

Il sole illumina i loro sorrisi che rallegrano la spiaggia, mentre genitori e nonni li guardano incantati per ogni loro prodezza o nuovi buffi modi di gesticolare o parlare per comunicare con il mondo esterno. La sabbia offre loro mille fantastici giochi da inventare: castelli, torri, ponti e altre creative costruzioni, conchiglie li attirano con svariate forme e colori, secchielli, palette e rastrelli e quant’altro sono sparsi intorno a loro. Spesso fanno amicizia e giocano insieme per lunghe ore. Tutto sembra fermarsi in uno spazio indefinibile e in un tempo “sospeso” fuori dalla realtà in cui l’innocenza e la purezza aleggiano nell’aria. Anche gli adulti, lontani da ogni volgarità o bruttura, nell’osservarli ritrovano forse quel magico mondo dell’infanzia che purtroppo dura così poco.

Ci vengono poi in mente quei bambini che non hanno un’infanzia normale, vittime di degrado, fame, malattie, violenze e guerre e ci chiediamo come mai ancor oggi possa accadere tutto ciò. Vorremmo che tutti i bambini del mondo potessero giocare felici sulle spiagge, vicino al mare, sotto il sole”.

Giovanna D’Arbitrio