https://www.traditionrolex.com/30 L'Accademia di Francia compie 350 anni.-Scena Illustrata WEB

INFORMAZIONE
CULTURALE
Maggio 2024



HOME PAGE

ARCHIVI RIVISTA

Articoli on-line 7774
Articoli visitati
5483782
Connessi 21

INDICE GENERALE
INDICE MENSILE
RUBRICHE
PASSATO E PRESENTE
EVENTI
ITINERARI E VIAGGI
AVVOCATO AMICO
COSTUME E SOCIETA’
QUADRIFOGLIO
TERZA PAGINA
LETTURE CONSIGLIATE
CULTURA
SCIENZA E DINTORNI
FILATELIA
ARTE E NATURA
COMUNICATI STAMPA
MUSICA E SPETTACOLO
SPORT
ATTUALITA’
LIBRI RECENSITI
AUTORI
Argomenti

Monitorare l'attività del sito RSS 2.0
SITI AMICI

a cura di
Silvana Carletti (Dir.Resp.)
Carlo Vallauri
Giovanna D'Arbitrio
Odino Grubessi
Luciano De Vita (Editore)
On line copyright
2005-2018 by LDVRoma

Ultimo aggiornamento
15 maggio 2024   e  



Sito realizzato con il sistema
di pubblicazione Spip
sotto licenza GPL

L’Accademia di Francia compie 350 anni.

Oltre 100 opere in mostra a Villa Medici raccontano la creatività dei giovani artisti francesi dal Seicento ai nostri giorni
martedì 1 novembre 2016 di Nica Fiori

Argomenti: Arte, artisti
Argomenti: Mostre, musei, arch.
Argomenti: Architettura, Archeologia


Segnala l'articolo ad un amico

Quando sotto Luigi XIV venne istituita nel 1666 l’Accademia di Francia a Roma, che ebbe una prima sede sul Gianicolo (e una seconda a Palazzo Mancini al Corso, prima di trasferirsi nel 1803 a Villa Medici), la copia era il fondamento dei lavori accademici ed oggetto di una prova finale, che veniva mandata in Francia per essere valutata. I borsisti francesi venivano a Roma soprattutto per studiare le opere d’arte antiche, le cui copie erano ritenute esercizi indispensabili per gli scultori e allo stesso tempo fonti visive importanti per i pittori che si formavano nel disegno. Grande importanza aveva, allo stesso tempo, lo studio dell’anatomia umana partendo da modelli viventi, tant’è che ancora oggi il disegno di nudo, soprattutto maschile, viene detto “nudo accademico”. Nel tempo l’Accademia si è evoluta, come è normale che sia, dando ampio spazio alla libertà personale. Alle discipline iniziali – pittura, scultura, architettura – ne sono state aggiunte altre, come la musica, la storia dell’arte e il restauro, e ultimamente l’accademia prevede l’apertura anche ad artisti di altra nazionalità, purché conoscano la lingua francese.

Nel 350° anniversario della nascita della prestigiosa accademia, nella sede attuale di Villa Medici è in corso la mostra “350 Anni di creatività. Gli artisti dell’Accademia di Francia a Roma da Luigi XIV ai giorni nostri”, a cura di Jérôme Delaplanche, responsabile del dipartimento di storia dell’arte presso la stessa accademia. L’esposizione è “un viaggio nella densità della storia”, come ha osservato la Direttrice Muriel Mayette-Holtz, perché ci fa conoscere la storia dell’istituzione attraverso 100 opere realizzate da borsisti che sarebbero diventati celebri, quali Fragonard, David, Ingres, Garnier, Carpeaux, Balthus, e altri meno celebri ma comunque significativi. È il caso, per esempio di Édouard Toudouze, la cui grande opera “Eros e Afrodite” (olio su tela, 1872), prestata dal Musée des Beaux-Arts di Rennes, è stata scelta come copertina del catalogo per il suo carattere decisamente originale (anche se biasimato all’epoca), che prelude al Simbolismo. L’itinerario espositivo si snoda affrontando come temi la ricerca dell’ideale antico e moderno, la scoperta di una realtà pittoresca, il rapporto con il corpo e il nudo, l’installazione a Villa Medici, l’eclettismo e il valore dell’originalità, il rinnovo della tradizione e il ruolo dell’Accademia come centro di sperimentazione creativa.

Nella prima sala sono esposti tra le altre cose alcuni disegni eseguiti da Charles Errard (ca. 1601-1689), il primo direttore dell’Accademia: riproducono opera di età romana, dal cosiddetto sarcofago di Cecilia Metella, alla trabeazione del tempio di Antonino e Faustina o al Vaso Medici con il sacrificio di Ifigenia. La raffigurazione di questo vaso, che si trovava all’epoca a Villa Medici, denota un interesse verso questa dimora rinascimentale, molto prima che diventasse sede dell’Accademia. Non c’è da stupirsi, perché conserva nella facciata interna e nei giardini un vero e proprio museo all’aperto di arte classica.

Tra le copie di dipinti famosi, troviamo “La Crocifissione di San Pietro”, da Caravaggio, una sanguigna su carta di François Boucher (1728-31), e “Il martirio di San Bartolomeo”, da Mattia Preti, eseguito ad olio nel 1774 da François André Vincent, nel corso di un viaggio a Napoli quando era borsista dell’Accademia. Molti sono i disegni di nudo, realizzati dallo stesso Vincent, da Pierre Subleyras (è suo un rarissimo nudo di donna), da Joseph Benoit Suvée, un altro studente particolarmente dotato, che sarebbe divenuto direttore dal 1795 al 1807. Un’altra opera che salta subito agli occhi è lo “Scorticato” di Jean-Antoine Houdon (scultura in gesso, 1767), uno studio di anatomia molto approfondito, basato sulle lezioni del chirurgo Séguier presso l’infermeria di San Luigi dei Francesi.

La seconda sala, con i suoi dipinti storici, è decisamente affascinante. Di Subleyras ammiriamo “Il Martirio di Sant’Ippolito”, eseguito tra il 1730/35 per l’allora ambasciatore di Francia a Roma. Il santo è raffigurato appeso per i piedi a un cavallo in corsa in un martirio che sembra volutamente riallacciarsi al nome del santo. Pure notevole è il dipinto “Faustolo affida Romolo e Remo a Larenzia” (1739) di Jean-Francois de Troy, direttore dell’Accademia dal 1738 al 1751. Il mito raffigurato è arricchito dalla presenza del Tevere, riconoscibile nel vecchio disteso in primo piano, alla maniera delle statue antiche.

Proseguendo lungo il suggestivo percorso espositivo, molte altre opere si impongono per la loro fattura: “La grande cascata di Tivoli” (1760) di Fragonard, una sanguigna preparatoria di un dipinto conservato al Louvre, il disegno di David “Fregio di genere antico: la morte di un eroe” (1780), già pienamente neoclassico, diverse opere grafiche di Ingres, il dipinto ad olio di Hippolyte Flandrin “Polite, figlio di Priamo, osserva i Greci muoversi verso Troia” (1834) e i disegni architettonici della metà dell’Ottocento, tra cui “La casa del Fauno di Pompei” di Alfred-Nicolas Normand o il tempio di Giove Panellenico a Egina di Charles Garnier . Di alcuni borsisti si conservano gli autoritratti, mentre di celebri musicisti che hanno frequentato l’accademia, come Berlioz, Bizet, Debussy si conservano gli spartiti collocati sotto i rispettivi ritratti. È raffigurata anche Marie Juliette Boulanger, detta Lili, la prima donna ad ottenere il Prix de Rome per la composizione musicale (lo vinse nel 1813 e fu quindi borsista dal 1914 al 1918).

Il Novecento è un secolo ampiamente documentato. Tra le opere più originali ricordiamo il grande olio su tela “Terre latine” (1924) di Pierre-Henri Ducos de la Haille, che reinterpreta l’iconografia classica in modo provocatorio e divertente. Una punta di humour caratterizza il ritratto di gruppo di Daniel Octobre (olio su tela, 1930) “Daniel Octobre e la promozione del 1930”. Un altro dipinto che non passa inosservato è il “Ritratto di Mussolini”(olio su tela, 1934), visto di tre quarti alla scrivania, eseguito da Yves Brayer.

Tra le sculture è esposta una testa femminile di Alfred Janniot in gesso policromo (testa centrale di un grande gruppo dal titolo “Omaggio a Jean Goujon”, 1925), che divenne nella sua versione in pietra simbolo del nascente movimento dell’art deco. “L’Etiopica” di Albert Bouquillon (busto in porfido, base in marmo, 1935) è un capolavoro dal soggetto decisamente insolito, mentre sembra rifarsi al mondo e ai colori di Roma la scultura di Claude Goutin, “Corpo maschile frammentato”, del 1959, realizzato assemblando tegole antiche.

Contemporaneamente all’esposizione di Villa Medici, il discorso sulle accademie continua all’Accademia di Belle Arti di via Ripetta e all’Accademia di San Luca a Palazzo Carpegna, dove l’istituzione italiana, fondata ufficialmente nel 1593 da Federico Zuccari, è messa a confronto con quella francese nella mostra “Roma-Parigi” (dal 13 ottobre 2016 al 13 gennaio 2017).

P.S.

“350 Anni di creatività. Gli artisti dell’Accademia di Francia a Roma da Luigi XIV ai giorni nostri”
Accademia di Francia a Roma-Villa Medici, viale Trinità dei Monti
Orario: da martedì a domenica, 10-19; lunedì chiuso
Fino al 15 gennaio 2017
Il catalogo della mostra è pubblicato da Officina Libraria (in francese e in italiano)
www.villamedici.it


 

https://www.traditionrolex.com/30https://www.traditionrolex.com/30