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Catena Monti Sibillini

SAN GINESIO NELLE MARCHE

Città delle 100 Chiese e dai mille stimoli storici
sabato 3 settembre 2016 di Guido Raganato

Argomenti: Turismo
Argomenti: Italia


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“….San Ginesio è un castello medievale e insieme un orizzonte. Il giallo oro della sua pietra arenaria che compone le case, le torri, la cinta muraria, i palazzi…

Girare tra i piccoli paesi della nostra Italia non è solo scoprire bellezze e opere d’arte inaspettate, ma soprattutto grazie ai contatti con gli abitanti locali scoprire pezzi di storia dimenticati o sconosciuti, addirittura alternativi alle versioni ufficiali. Come nel caso di questo gioiello dell’entroterra marchigiano, perlopiù sconosciuto ai non marchigiani.

San Ginesio è un suggestivo ed antico castello “castrum esculanum”, che si trova nel “territorio dei piccoli incanti” della provincia di Macerata nelle Marche ad una altitudine di 700 metri con una bellissima vista sulla catena dei monti Sibillini, ”E che pensieri immensi, che dolci sogni mi ispirò la vista di quel lontano mar, quei Monti Azzurri, che di qua scopro..” come l’avvertì Leopardi (Le Rimembranze vv. 19-21).

L’autore di questo articolo ha visitato questo luogo per primo con il suo gruppo di amici interessati alla storia e all’arte e con i suoi racconti ha stimolato la curiosità di Luciano De Vita che non ha potuto fare a meno di andarci immediatamente dopo e condividere l’interesse ad approfondire alcuni aspetti storici di cui aveva sentito parlare per la prima volta. Ne è quindi scaturito un lavoro a quattro mani con il quale vogliamo far conoscere questo posto e un po’ delle storie che qui abbiamo appreso. Pertanto questo articolo descrive le risorse artistiche di questo posto, mentre il successivo articolo di Luciano De Vita si occupa della storia dell’VIII secolo, che da quanto appreso dalle visite e dagli studi letti propone nuovi aspetti della storia del Medioevo.

È stato assai utile e molto piacevole trovare in questo borgo così lindo e al contempo sobrio, una diffusa cortesia delle persone locali che ci hanno guidato ed illustrato molte particolarità del luogo, che è alquanto difficile trovare nelle guide di larga diffusione. Ciò ha permesso a noi visitatori occasionali di conoscere molti aspetti dell’architettura del posto e particolarmente la secolare storia in questo angolo d’Italia, stimolandoci ad approfondire alcuni aspetti. Sicuramente c’è una grande attenzione da parte dell’amministrazione comunale che è molto attiva nel promuovere e pubblicare attività di studio e ricerca relative alla storia di questo “castello”, come rafforzamento della promozione turistica.

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Piazza centrale

Da Roma la via più diretta per raggiungere San Ginesio è tramite l’Umbria via Spoleto e da Foligno giù per la Valle del Chienti (SS77) che sfiora Camerino, e prosegue verso Tolentino e Macerata e raggiunge l’Adriatico a Civitanova. L’uscita dalla SS77 è a Calderola prima di Tolentino, dove tramite la provinciale SP502 in 15km si raggiunge il borgo, praticamente contornando da ovest i monti Sibillini. Naturalmente esistono anche altre alternative ad esempio tramite la via Salaria (SS4) fino a Mazzano, quasi ad Ascoli, e poi per le provinciali SP237 e SP78 passando nella valle sotto il lato orientale dei Sibillini. Si insiste sulla geografia perché è molto importante per comprendere la storia medioevale di questa zona.

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La valle del Cienti nel Piceno
Cliccando sulla mappa si ingrandisce e si vede la posizione di San Ginesio.

Salendo sul colle della cittadina si attraversa una porta tra possenti mura e tramite ripide salite si sbocca in una bella e luminosa piazza di forma oblunga con grande chiesa, palazzi medioevali, portici entro i quali si trova anche un teatro, insomma una piazza di grande respiro che ci abbraccia con i suoi palazzi di cui si riconosce che qui di storia ce ne è stata molta e il paese deve aver goduto di notevole ricchezza ed estensione. La piazza è dedicata ad Alberico Gentili la cui statua campeggia al centro, egli, nativo del borgo (1552 – Londra 1608), è stato il padre fondatore del Diritto Internazionale e professore reale a Oxford.

E questo non è che il benvenuto, in quanto questo antico borgo è ricchissimo di monumenti, e soprattutto di storia dell’alto medioevo e poi dei crociati.

Essendo la materia molto articolata abbiamo cercato di sezionarla dividerla in alcune schede per ciascun tema, avendo sempre come centro focale questo luogo.

Il nucleo abitativo originario si formò intorno al VI secolo sulle rovine di insediamenti romani distrutti dalle invasioni dei Goti e Longobardi. Il nome è documentato storicamente da atti notarili de 995-996 d.C. allorché l’oppidum Esculanum fu trasformato in Castello di Sanginesio. Il nome deriva dal patrono Lucio Ginesio, attore, musico e mimo romano decapitato come cristiano sotto l’imperatore Diocleziano (284-305 d. C.).

L’incastellamento è collocabile intorno al 1050 come riportato in un atto di Attone, Vescovo di Camerino, con un forte sviluppo demografico e la costruzione della Pieve Collegiata, elemento di raccolta ed unione della comunità cristiana. Il piano urbanistico fu definito nella seconda metà del XIII secolo, quando tra il 1270-1276 San Ginesio fu divisa in 5 contrade che partecipavano alla formazione dei 100 Consiglieri per il governo e lo sviluppo economico della città, principalmente dedicata alle industrie tessili e alla lavorazione delle pelli.

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Porta Picena e Mura Castellane

San Ginesio fece parte dei domini dei signori di Camerino da Varano dal XIII secolo sino al 1434 che ebbero una diretta influenza nel governo della città. Nel 1308 iniziò la costruzione della cinta muraria, culminata 150 anni dopo, a difesa del borgo da popoli vicini ed in particolare dal temuto castello di Fermo. Delle originarie otto porte se ne conservano quattro e l’ingresso al borgo avviene attualmente dalla Porta Picena, che un tempo si apriva al “campo della forca” destinato alle esecuzioni capitali.

Attraversando l’arco della Porta si trova la suggestiva immagine dell’Ospedale dei Pellegrini o di San Paolo, ove con le domus hospitales si dava accoglienza e ristoro ai pellegrini che transitavano per il borgo per recarsi verso Roma o Loreto. Il porticato con otto archi a sesto ribassato, particolare esempio di architettura romanica, fu costruito alla fine del XIII secolo e sul quale nel 1457 fu edificato l’elegante poggiato.

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Ospedale dei Pellegrini o di San Paolo

Nell’ampia piazza centrale la Pieve-Collegiata della SS.ma Annunziata, fondata nel 1098 su una primitiva cappella paleocristiana, racchiude molte parti di storia, arte e colori di San Ginesio.

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Facciata XII – XV sec.

La splendida facciata, che si ammira per la sua magica ed insolita armonia, presenta due sezioni eseguite in periodi differenti: quella inferiore con portale dell’XI secolo rispetta l’austera architettura romanica, mentre quella superiore del 1421, sotto la direzione del bavarese Enrico Alemanno (Herrigo dè Fapicho dè Bevana), è l’unico esempio del tardo gotico delle Marche.

La parte superiore della facciata, suddivisa in cinque prospetti di uguale larghezza ma di differente altezza, è un bellissimo merletto in cotto ed esempio mirabile di gotico fiorito, analogo ad edifici di Germania settentrionali, Olanda e Fiandre.

Il magnifico portale con archi concentrici a tutto sesto ed uguale architettura di colonne e pilastri; nell’angolo destro del portale in una formella sono rappresentate due figure attribuite a Pipino il Breve e sua moglie Berta, mentre fra i capitelli delle colonne a destra appare il volto di Ginesio e a sinistra la mano dell’Eterno che sorregge la sphaera mundi.

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Portale in travertino XI sec.
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Figura di Pipino il Breve e Berta
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Mano dell’Eterno
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Il volto di S. Ginesio

Affiancata alla facciata della Pieve si eleva la robusta Torre civica romanica con cuspide a bulbo ricostruita ne XVII° sec., mentre nella parte posteriore a lato dell’abside è collocato il presente campanile.

Certamente la individuazione delle immagini di Pipino il Breve e di sua moglie, genitori di Carlo Magno, stimolano molti interrogativi. Sulla base di alcune ricerche e alcuni studi locali sarebbero stati tumulati lì a San Genesio. Ciò metterebbe addirittura in discussione alcuni aspetti della storia ufficiale del medioevo relativamente alla dinastia carolingia. Cosa ci facevano questi franchi nelle Marche nell’ottavo secolo? Ma di questo scriveremo più sotto. Ma questo è il tema che trattato specificatamente nell’articolo di Luciano.

L’interno della Chiesa a pianta basilicale a tre navate, è ricco di numerosi e pregiati affreschi e dipinti. Inoltre secondo il prof. Giovanni Cardarelli ci sono molte tracce della presenza dei cavalieri templari in questa zona, molto più intensa di quanto fin qui noto.. In particolare, come illustra nella sua pubblicazione “Il mistero dei Templari a San Ginesio” ci sono testimonianze documentate nella pietra: vari ornamenti dei capitelli, quali il fiore della vita o esapetalo, l’aquila, il leone con il forziere, l’uccello che becca un pesce ed altre figure, sono inequivocabilmente elementi della simbologia dell’Ordine del Tempio, residui della distruzione dei beni dei Templari voluta nel 1312.

Nella sottostante cripta sono riportati gli affreschi sulla vita di S. Biagio eseguiti da Lorenzo Salimbeni nel 1426.

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Ornamento dei capitelli -Simbolo dei Templari
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Interno romanico
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Cripta – Pitture trecentesche

Percorrendo dalla piazza la via Capocastello si arriva ad ammirare lo splendido portale della Chiesa di S. Francesco, contemporanea della Collegiata, che custodisce all’interno un bellissimo ciclo di affreschi del periodo tardo gotico e di scuola giottesca-riminese del ‘300 con scene della vita di S. Francesco, angeli, santi e di Crocifissione.

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Abside - Chiesa di S. Francesco XI sec.
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Portale S. Francesco
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Affreschi Giotteschi XIV sec
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Particolare Portale S. Francesco

Il complesso dei SS. Tommaso e Barnaba (1365), appartenente un tempo alla Confraternita dei Flagellati o Disciplinati, riporta sulle mensole di pietra arenaria del portale parte della storia del borgo: i simboli della passione sono evidenti nella parte di sinistra, mentre a destra “…un assai corroso fiore esapetalo iscritto in un cerchio..” è un mistero dei Templari a San Ginesio.

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Complesso dei SS. Tommaso e Barnaba – 1465
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Portale SS. Tommaso e Barnaba
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Emblemi della Confraternita
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Fiore isopetalo iscritto in cerchio

FONTI

Giovanni Cardarelli
“IL MISTERO DEI TEMPLARI A SAN GINESIO: la parola alle pietre” (2011)
Di cui una sintesi di Monia Orazi su http://www.cronachemaceratesi.it/2012/05/14/il-mistero-dei-templari-a-san-ginesio/193668/

Una presentazione di Gabriele Censi su http://www.cronachemaceratesi.it/2013/08/12/il-mistero-dei-templari-a-san-ginesio-a-medievalia-prosegue-la-festa/365320/

Una breve guida della città: www.economiaitaliana.it/it/articolo.php?LT=CULT&ID=7470

P.S.

Nota: Tutte le foto si ingrandiscono cliccandoci sopra


 

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