https://www.traditionrolex.com/30 Gli "eterni marmi" di Atchugarry ai Mercati di Traiano-Scena Illustrata WEB

INFORMAZIONE
CULTURALE
Maggio 2024



HOME PAGE

ARCHIVI RIVISTA

Articoli on-line 7772
Articoli visitati
5465983
Connessi 19

INDICE GENERALE
INDICE MENSILE
RUBRICHE
PASSATO E PRESENTE
EVENTI
ITINERARI E VIAGGI
AVVOCATO AMICO
COSTUME E SOCIETA’
QUADRIFOGLIO
TERZA PAGINA
LETTURE CONSIGLIATE
CULTURA
SCIENZA E DINTORNI
FILATELIA
ARTE E NATURA
COMUNICATI STAMPA
MUSICA E SPETTACOLO
SPORT
ATTUALITA’
LIBRI RECENSITI
AUTORI
Argomenti

Monitorare l'attività del sito RSS 2.0
SITI AMICI

a cura di
Silvana Carletti (Dir.Resp.)
Carlo Vallauri
Giovanna D'Arbitrio
Odino Grubessi
Luciano De Vita (Editore)
On line copyright
2005-2018 by LDVRoma

Ultimo aggiornamento
14 maggio 2024   e  



Sito realizzato con il sistema
di pubblicazione Spip
sotto licenza GPL

Gli "eterni marmi" di Atchugarry ai Mercati di Traiano

Una mostra di 40 sculture dell’uruguayano Pablo Atchugarry
lunedì 1 giugno 2015 di Nica Fiori

Argomenti: Arte, artisti
Argomenti: Mostre, musei, arch.


Segnala l'articolo ad un amico

Chi passa davanti al Complesso dei Mercati e del Foro di Traiano in questi giorni non può non notare alcune singolari sculture contemporanee, che sembrano dialogare con i marmi e i laterizi imperiali. Sono opere monumentali del maestro uruguayano Pablo Atchugarry, ospitate dal 22 maggio 2015 al 7 febbraio 2016 nel Museo dei Fori Imperiali – Mercati di Traiano di Roma nella grande mostra dal titolo emblematico “Pablo Atchugarry. Città Eterna, eterni marmi”, promossa dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, dall’Istituto Italo-Latino Americano e dalla Fundación Pablo Atchugarry con il patrocinio dell’Ambasciata dell’Uruguay in Italia.

Si tratta di un’importante retrospettiva che presenta 40 opere, che vanno dal 1979 ai giorni nostri, realizzate per lo più nel candido marmo di Carrara, il materiale prediletto dagli artisti della classicità, del Rinascimento e del Barocco romano. E Atchugarry, sebbene prediliga le forme astratte, sembra ispirarsi proprio ai grandi scultori del passato per il suo modo di lavorare manualmente, dando grande importanza alla tecnica e non solo a ciò che vuole esprimere.

Nato a Montevideo nel 1954, Atchugarry riflette l’orgoglio del vincolo profondo che esiste tra la sua arte e la grande cultura artistica occidentale, e italiana in particolare, tanto da aver aperto un suo studio a Lecco, sulle rive del lago di Como, e proprio a Lecco è conservato il suo capolavoro “Pietà”, realizzato in un blocco di 12 tonnellate di marmo di Carrara tra il 1982 e il 1983 come chiaro omaggio a Michelangelo.

Ma se il riferimento al linguaggio artistico di Michelangelo può essere considerato il punto di partenza dell’opera di Atchugarry, la mostra romana è per lui “il punto di arrivo”, la bellezza eterna del marmo che si esprime in forme nuove. “Le mie immagini incarnano una ricerca indirizzata verso la possibilità di vivere in armonia con se stessi, gli altri, la natura, per superare contraddizioni e contrasti”, dice il maestro della sua opera, sottolineando il tema dell’armonia e dello spirito universale che anima il mondo.

Le sue opere trasmettono, in effetti, un’idea del bello, grazie alla ricerca di un equilibrio tra vuoti e pieni: equilibrio che trasforma plasticamente il marmo in materia leggera e ariosa. Il visitatore potrà vedere la luce riflettersi sulle opere e, senza fermarsi all’apparenza, accarezzare la superficie del marmo, liscia come la pelle di un bambino, e sentire così il respiro del tempo e l’universalità della forma astratta che sembra innalzarsi verso l’alto in un anelito di spiritualità.

Opere come Le tre Grazie, Pomona, Vertunno sembrano alludere a mitiche divinità che a Roma erano di casa. Cariatide (realizzata sia in marmo, sia in bronzo colorato in verde pallido) riprende, almeno nel nome, il motivo architettonico della donna che sostiene un peso con la testa, che ritroviamo nello stesso Museo dei Fori Imperiali, in quanto era ricorrente nella decorazione del Foro di Augusto, mentre il Grande Angelo del 2006 fa pensare a un bianco fantasma o a un essere alato, che ci protegge o ci guida verso l’aldilà. Anche questa grande scultura sembra perfettamente a suo agio nel paesaggio romano e anzi, come scrive il curatore della mostra Luciano Caprile, “avendo come sfondo le antiche arcate, accentua una palpabile vocazione aerea che sfugge a ogni costrizione spaziale”.

Altre opere senza titolo a prima vista sembrano non raffigurare nulla, ma poi si resta incantati a osservare la naturalezza di certe linee e delle pieghe della materia, che richiamano in qualche caso quei panneggi antichi presenti in tanti frammenti sparsi negli ambienti traianei. Si possono osservare da ogni lato, perché non vi è un davanti o un dietro. Non c’è un solo significato, ma si hanno centomila stimoli secondo il momento. La luce si sposta su queste sculture creando giochi d’ombra che ne modificano l’aspetto. E anche noi, interagendo con le opere di Atchugarry, avvertiamo l’energia vibrante del marmo e captiamo il respiro del tempo.

Oltre alle grandi opere esposte all’aperto, la mostra offre anche la visione di un’importante scultura in marmo rosa del Portogallo nella cosiddetta Grande Aula e di opere più piccole (alcune in bronzo) dislocate sui diversi livelli del complesso, oltre a un laboratorio di didattica dove studenti delle scuole possono cimentarsi nella magia della scultura, scoprendo o riscoprendo il “bimbo creativo” che è in loro.

P.S.

Pablo Atchugarry - Città Eterna, eterni marmi
Roma, Mercati di Traiano - Museo dei Fori Imperiali
Via Quattro Novembre, 94
22 maggio – 7 febbraio 2015
Orari: ore 9.30-19.30 Chiuso il lunedì; la biglietteria chiude un’ora prima
Biglietto integrato Museo + Mostra: intero €14 (€12 per i residenti a Roma); ridotto €12 (€10 per i residenti)
www.mercatiditraiano.it
organizzazione Zetema


 

https://www.traditionrolex.com/30https://www.traditionrolex.com/30