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Villa d\’Este

"Magnificenze a tavola" a Villa d’Este Tivoli

Una singolare mostra sulle arti del banchetto rinascimentale
sabato 16 giugno 2012 di Nica Fiori

Argomenti: Mostre, musei, arch.


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Una mostra davvero singolare è quella proposta a Villa d’Este, dal 15 giugno al 4 novembre 2012, nell’ambito delle attività avviate negli ultimi anni per valorizzare questo sito monumentale di Tivoli, inserito a ragione dall’Unesco nel patrimonio mondiale dell’Umanità. “Magnificenze a tavola”, ovvero “le arti del banchetto rinascimentale”, sono di casa in una dimora cinquecentesca di straordinaria bellezza, offrendo al visitatore la possibilità di ammirare suppellettili e oggetti preziosi, arredi delle tavole principesche, oltre ad alcune ipotesi ricostruttive degli apparati effimeri, come i trionfi di zucchero, che caratterizzavano la scenografia dei conviti.

L’esposizione, curata da Marina Cogotti, direttrice di Villa d’Este, e da June di Schino, studiosa di storia dell’alimentazione italiana e docente universitaria, non poteva trovare una sede migliore per rievocare i fasti del Rinascimento, che il cardinale Ippolito II d’Este (1509-1572), che della villa fu il committente, doveva apprezzare pienamente. Figlio di Alfonso I d’Este, duca di Ferrara, e di Lucrezia Borgia, Ippolito era un uomo estremamente facoltoso, di grande cultura e di gusti raffinati, tanto da servirsi dell’estroso architetto Pirro Ligorio per realizzare la villa tiburtina, il cui meraviglioso giardino è diventato nel tempo il modello di riferimento per molti giardini principeschi europei.

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La fontana detta dell\’organo

Quanto alla decorazione delle sale, non si può non notare che è fortemente improntata a vicende e miti della classicità, quei miti pagani che tanto affascinavano anche gli uomini di chiesa come il cardinale d’Este, che proprio nel casto Ippolito, il figlio di Teseo che rifiuta l’amore della giovane matrigna Fedra, amava identificarsi.

L’idea della mostra è nata due anni fa nell’ambito di un convegno sul cardinale, a seguito di una relazione su un suo sontuoso convito a base di pesce, il primo di quattordici banchetti descritti in un trattato dello scalco (soprintendente alle cucine) Cristoforo da Messisbugo, pubblicato postumo nel 1549 e dedicato proprio a Ippolito II d’Este. I conviti rappresentavano per principi, cardinali e signori dell’epoca una particolare occasione per esprimere la propria magnificenza, attraverso un evento sociale che si trasformava in un vero e proprio spettacolo. L’arte, la musica, il teatro intervenivano a pieno nel programma del convito, al quale non di rado partecipavano artisti dell’epoca (come Leonardo da Vinci alla corte di Ludovico il Moro) con apparati effimeri che dovevano lasciare i convitati a bocca aperta per la meraviglia. Sempre grandi artisti disegnavano le suppellettili per la tavola, dalle splendide ceramiche all’argenteria (notissima è la saliera di Benvenuto Cellini del Kunsthistorisches Museum di Vienna), che venivano esposte ad arte. Alla riuscita dell’evento contribuiva una complessa struttura organizzativa che metteva in pratica tutte le regole dell’arte del “bel servire”. Il Rinascimento è un’epoca d’oro per la gastronomia, vista anche da un punto di vista salutistico (ovviamente in base alle conoscenze dell’epoca), che viene esposta in numerosi trattati e soprattutto per tutto quello che concerne l’apparecchiatura, come la sorprendente capacità di inventare innumerevoli piegature delle salviette (ben evidenziata in mostra) o la differenziazione delle stoviglie in servizi di credenza per i piatti freddi e servizi di ceramica per i cibi caldi.

In una delle sale espositive troviamo una vera biblioteca e possiamo leggere le ricette dei più famosi esperti dell’epoca, come Bartolomeo Scappi, ma sono certamente i grandi vasi da pompa, i vetri ricercati, le preziose tovaglie e le raffinatissime posate (anche se all’epoca mancavano le forchette) ad attirare l’attenzione dei visitatori. Si è cercato, per quanto possibile, di recuperare il vasellame appartenente ai due preziosi servizi nuziali in maiolica (“credenze”) prodotti per Alfonso II d’Este e oggi disperso in raccolte pubbliche e private. Arricchiscono la mostra alcune opere d’arte, tra le quali primeggia lo straordinario arazzo, proveniente dal Quirinale, raffigurante “il convito di Giuseppe con i fratelli”. Realizzato su disegno del Bronzino, faceva parte di una serie di 20 grandiosi arazzi realizzati per Cosimo I dei Medici ed è quanto mai significativo per la ricostruzione del banchetto rinascimentale. I dipinti esposti, a parte un ritratto ad olio del padrone di casa, il cardinale Ippolito, eseguito però nel Settecento basandosi su disegni dell’epoca, ci mostrano ricche nature morte, come quella di un fiammingo cinquecentesco, sul cui sfondo si intravede una scena con Cristo nella casa di Marta e Maria, una “Cena in Emmaus” di Francesco e Jacopo Bassano e “Le nozze di Cana” dello Scarsellino.

Particolarmente originali appaiono alcuni manufatti realizzati con conchiglie madreperlacee e addirittura con un cocco delle Seychelles, segno di una particolare attrazione verso i materiali esotici, provenienti dalla Galleria Estense di Modena, che ha prestato i preziosi pezzi nonostante le difficoltà del momento legate agli eventi sismici in corso.

Appariscenti, ma effimeri, sono i trionfi di zucchero (all’epoca molto costoso), creati per la mostra secondo le descrizioni dell’epoca, ovvero a forma di statue di divinità pagane, e contornati da confetti e dolciumi dall’aspetto invitante, come pure le creazioni artistiche delle vivande a base di selvaggina, in particolare degli uccelli che venivano ricostruiti con le loro vivacissime penne.

“Magnificenze a tavola. Le arti del banchetto rinascimentale”. Villa d’Este – Tivoli.Orario: dalle 8,30 fino a un’ora prima della chiusura della villa; lunedì chiuso.

 

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