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TOTA ITALIA. L’UNIFICAZIONE D’ITALIA SOTTO L’ETA’ AUGUSTEA

Scuderie del Quirinale 14 maggio-25 luglio 2021
domenica 30 maggio 2021 di Patrizia Cantatore

Argomenti: Mostre, musei, arch.


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Il 14 maggio si è aperta alle Scuderie del Quirinale l’esposizione Tota Italia. Alle origini di una Nazione, curata da Massimo Osanna e Stéphane Verger e resa possibile grazie allo straordinario impegno della Direzione Generale Musei e di tutto il sistema museale italiano.

Inaugurata il 12 maggio dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rappresenta l’occasione non solo per valorizzare l’importante patrimonio dei musei italiani ma, di rievocare la ricca pluralità culturale alle origini della storia del nostro Paese, mostrando quell’identità di nazione oggetto di contrasto di provincialismi e politicismi locali che dopo la fine dell’Impero romano e fino all’unità d’Italia, hanno caratterizzato le nostre vicende storiche.

Siamo una nazione che si dibatte (pure durante questa pandemia da Covid-19) tra un forte spirito di adesione nazionale nelle difficoltà e, una disparità tra regioni, un senso d’ingiustizia che spinge molti cittadini a non valorizzare l’identità nazionale ripiegando in identità locali e provinciali.

Già i Padri della Costituzione, nell’intento di valorizzare sempre più le comunità e la responsabilità dei cittadini, avevano previsto sin dall’inizio un decentramento amministrativo e legislativo, cosa che non sempre è andata di pari passo con una crescita consapevole dei singoli rispetto all’appartenenza alla nazione Italia, radice comune, di lingue, di cultura, di storia e del suo ruolo strategico nel Mediterraneo.

Questa può essere l’occasione per raccontare alle nuove e vecchie generazioni un processo lungo e faticoso che ha attraversato molti secoli, che fu scontro, incontro e fondazione della romanizzazione, ripercorrendo le tappe che portarono ad unificare la penisola sotto le insegne di Roma, dal IV secolo a.C. all’età giulio-claudia del I secolo d.C..

Il titolo dell’esposizione prende l’avvio dalla famosa formula del giuramento di Augusto “iuravit in verba mea tota Italia” (L’Italia nella sua interezza prestò giuramento per me). Parole con cui Augusto suggerisce che la guerra con cui si si sbarazzò di Marco Antonio, non era di sua iniziativa, ma impostagli dalla libera e spontanea volontà della nazione italica. Non fu l’unica occasione in cui vi fu una mobilitazione dell’Italia intera a prestare un giuramento in favore del proprio leader carismatico, ma riportarlo nelle sue Res gestae significò dichiarare al popolo di essere dalla sua parte, unito sotto un’unica insegna.

Augusto si dichiarava il padre della patria e certamente riunificò l’Italia in un territorio omogeneo, non solo dal punto di vista politico e amministrativo ma anche culturale, religioso e linguistico e avviando quella trasformazione architettonica della città di Roma, cuore dell’impero, che ebbe come mira espansionistica dapprima la penisola italiana e poi il mondo allora conosciuto. Fu Roma a rivestire il ruolo di attrazione, agglomerazione e relazione con le diverse culture e popolazioni che nei secoli vennero in contatto grazie al suo ruolo primario sulla scena del Mediterraneo. Unificazione che seppe conservare le differenze e mettere in luce le assonanze, mantenendo quelle divisioni in regioni che testimoniano ancora oggi la ricchezza e la varietà delle nostre tradizioni.

La varietà di questi popoli riuniti sotto l’egida di Roma narra l’esposizione, attraverso particolarità e corrispondenze di lingue, tradizioni, religioni, manufatti artistici. Circa 400 reperti esemplari, statue, elementi di arredo e di sepoltura, ceramiche, testimonianze del dialogo tra Roma e gli altri popoli peninsulari.

La collaborazione di 36 prestatori tra Musei Statali, Civici e Soprintendenze di Stato, e circa 12 regioni hanno collaborato per realizzare questo racconto che si snoda su due piani. Al primo piano sono esposti reperti che mostrano le varietà dei popoli prima dell’unificazione romana, mentre al secondo piano il racconto è incentrato sulla guerra, sull’impatto delle mire espansionistiche romane sui propri avversari.

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Trono decorato a rilievo

Sono visibili pezzi di pregio provenienti da molte regioni che mai si sono trovati insieme come: il Trono decorato a rilievo delle Gallerie Nazionali Barberini Corsini di Roma (Fig. 1), una copia romana di un trono principesco etrusco della fine del V sec. a.C. ritrovato dallo scavo di una Cappella di San Giovanni in Laterano. Una sorta di esibizione di discendenza regale da parte di una donna etrusca molto importante tra le famiglie dei Plàutili Silvàni, Urgulània.

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Ritratto di Augusto

Il Ritratto di Augusto con il capo velato del Museo Archeologico Nazionale delle Marche (Fig. 2) può essere ammirato accanto al Busto della sorella Ottavia Minore del Museo Nazionale Romano - Palazzo Massimo alle Terme (Fig. 3) o la perla di questo museo il bronzo de Il Pugile a riposo di straordinaria espressività e di recente restauro.

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Busto di Ottavia Minore

I corredi funerari come quelli del Corredo della “tomba dei due guerrieri”, relativo ad una tomba a camera monumentale di due guerrieri (deposti a distanza di un secolo l’uno dall’altro) con centinaia di oggetti dei due corredi principeschi, armature complete, lance, finiture di cavalli, vasi raffinati e di forme diverse, conservati presso il Museo Archeologico Melfese “Massimo Pallottino”

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Corredo della tomba dei due guerrieri

Gli straordinari oggetti provenienti dalla Necropoli di Montefortino d’Arcevia custoditi presso il Museo Archeologico Nazionale delle Marche, attribuita ad una comunità di Senoni dell’Adriatico. Un popolo celtico insediatosi in Italia già nel IV sec. a.C. che s’inserì nel contesto culturale adottando gli usi locali: i guerrieri Senoni, infatti, conservarono le loro armi tradizionali come la Spada a doppio taglio o il grande Scudo ovale con il rinforzo assiale aggiungendole ad armi tipicamente italiche come le lance a punta lunga o puntale in ferro – il pilum adottato pure dalle legioni romane- e poi gli elmi, alcuni con fogge celtiche e modello etrusco utilizzate anche dall’esercito romano.

Proveniente dalla stessa necropoli l’incredibile ricchezza de Il Corredo di una tomba femminile (Fig.5), la tomba VIII, dove sono stati trovati gioielli di raffinata bellezza come le corone e l’anello col castone di produzione della Grecia settentrionale e, i gioielli realizzati solo per la deposizione, come le fibule Certosa della tomba Nerka (con ancora il rivestimento della molla che denota il non uso).

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Corredo di tomba femminile

La Cista portagioielli con iscrizione in latino arcaico del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, una delle rare testimonianze scritte della lingua latina, commissionato da Dindia Macòlnia all’artigiano Novios Plàutios, forse dono di nozze per la figlia o oggetto da corredo per una tomba di una fanciulla morta ben prima di sposarsi.

Il Sostegno di mensa con due grifoni che attaccano un cerbiatto del Museo Civico di Ascoli Satriano.

Il celebre Rilievo con scena di battaglia tra un cavaliere greco e un persiano (Fig. 6) conservato al museo Archeologico Nazionale di Taranto, parte di decorazione di un monumento funerario di epoca ellenistica, la cui metope esposta rappresenta con incredibile naturalismo, il momento decisivo del combattimento, quando il cavaliere sta per infliggere il colpo di grazia al nemico, nudo dalla muscolatura possente ormai a terra inerme, ispirato al precedente dello scultore greco Lisippo che ritraeva Alessandro Magno in sella al cavallo Bucefalo con la cavalleria a resistere contro i Persiani.

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Rilievo con scena di battaglia

Le Stipe votive dei Santuari, sculture di Dei e Dee dalle caratteristiche umane, come la Statua offerente o Sacerdotessa in trono con porcellino in terracotta, ritrovata nella Valle di Ariccia e appartenente ad un santuario di Cerere o Proserpina. Il porcellino che tiene nella mano sinistra rimanda alla pratica del megarizein, nella quale gli animali gli animali sacrificati venivano deposti in cunicoli sotterranei (i megara) e in seguito i resti dispersi nei campi come augurio di fertilità ed abbondanza di raccolto.

Particolare importanza è la riproduzione della groma in legno con parti metalliche antiche e la spiegazione sulla divisione agraria in centuriazione, escogitata per organizzare un territorio sempre più esteso, parcelle di terra di forma quadrangolare con una superficie di 200 iugeri (circa 50 ettari) corrispondenti a 100 heredia erano delimitate secondo uno schema basato su assi ortogonali individuati da un gromatico o mensor (Fig. 7).

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Ricostruzione di un apparecchio agrimensorio

Fanno da corredo la ricchezza dell’allestimento con le mappe storiche che mostrano come l’unificazione avanzò e come gli usi e costumi e gli alfabeti delle popolazioni messe a confronto con quello latino e italiano siano così simili e si siano così amalgamati. Una esposizione corale di qualità e bellezza, che merita di rappresentare la ripartenza dei Musei dopo il periodo di chiusure. Un racconto fiero della straordinaria ricchezza culturale dell’Italia più antica, quelle radici che non è mai eccessivo rammentare all’Italia di oggi, erede di quella cultura, lingua, diritto e pure nei confini regionali, nel tracciato delle strade consolari, nella fondazione delle città e nei paesaggi rurali.

In occasione dell’apertura della mostra, le Scuderie del Quirinale presentano sui propri canali digitali una serie di appuntamenti legati all’approfondimento della mostra con diversi focus ed altre curiosità sulle origini dell’ideale di una nazione italica unita.

Dal lunedì alla domenica dalle 10.00 alle 20.00 (ultimo ingresso ore 19.00). Ingresso consentito a 15 visitatori ogni 5 minuti (ad esclusione di alcune fasce di durata più ampia destinate ai gruppi). Si richiede ai visitatori di arrivare 5 minuti prima dell’orario indicato sul biglietto per consentire lo svolgimento di tutte le operazioni propedeutiche alla visita e necessarie per garantire la sicurezza di tutti. Sabato e domenica: prenotazione obbligatoria (entro il giorno precedente) su scuderiequirinale.it, vivaticket.com, o nei punti vendita Vivaticket aperti al pubblico.

 

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