Così iniziava un mio articolo che scrissi per Scena Illustrata diversi anni fa nel ricordare la mia infanzia. Era la canzone che mi cantava mio nonno Mario, l’unico che riuscisse a calmare il mio irrefrenabile pianto di neonata : https://www.scenaillustrata.com/publ...
Con l’arrivo della primavera e i suoi alberi in fiore che precedono e ci preparano alla Pasqua, immancabilmente giungono anche i ricordi della mia infanzia, trascorsa nella vecchia casa dei miei nonni e bisnonni in Via Bellaria a Capodimonte, dove fu per noi davvero intenso ed educativo il contatto con Madre Natura. Anche questo ho descritto in un altro articolo su Scena Illustrata: https://www.scenaillustrata.com/publ...
La primavera ci sorprendeva sempre arrivando all’improvviso con l’esplosione della fioritura di peschi, mandorli e ciliegi e il sottile e intenso profumo di viole che coglievamo correndo nei prati del vicino bosco, a due passi da casa.
Oggi ho voluto fare un nuovo tuffo nel passato, per rivedere l’ ex “Proprietà Mastropaolo”, acquistata dai miei bisnonni qualche secolo fa e poi purtroppo venduta dagli eredi 40 anni fa.
Col passar del tempo tutto cambia e viene una stretta al cuore, vedendo quei luoghi che sebbene ancora abitati, non sono più così pieni di vita, di fiori, di colori, di bimbi allegri che si rincorrevano nel cortile condominiale! Preferisco ricordarli come erano un tempo, come appaiono in fotografie di famiglia dell’epoca, ora un po’ ingiallite dal tempo.
- Matrimonio di mamma e papà
Accanto ad essa c’è ancora la magnifica Villa della famiglia Ferretti, amici dei miei nonni, ora trasformata in ospizio. Anche là c’erano un tempo tanti bambini che si univano a noi nelle scorribande nelle campagne circostanti coltivate dal massaro don Giovanni e dai suoi figli. Là durante la seconda guerra mondiale c’era anche una grotta in cui si rifugiavano i miei nonni e i miei genitori per sfuggire ai bombardamenti.
In quella proprietà i miei nonni fecero costruire appartamenti per i loro due figli, Ada ed Eduardo, e le loro famiglie, in tipico stile patriarcale. Eravamo un’allegra banda di sette ragazzi allora (la sottoscritta con tre sorelle e tre cugini) che faceva un gran baccano in casa e fuori, sulla terrazza e nel cortile condominiale, dove ci incontravamo con i figli dei vicini.
- Nonno Mario
Non ci sentivamo mai soli a quell’epoca in cui di sera tutti insieme si dialogava accanto al camino o intorno ai bracieri, disseminati qua e là nelle stanze. E poi quando arrivò la Tv c’era un solo programma per noi ragazzi e dopo il ben noto Carosello venivamo spediti a letto. Bei tempi in cui apprendemmo indelebili lezioni che in seguito ci hanno aiutati ad affrontare la vita.
Sono andata anche a visitare la chiesetta (ancora esistente) che faceva parte dell’orfanatrofio fondato da mio zio, Monsignor Giovanni Mastropaolo, ora divenuto un grande ambulatorio medico.
Mio zio ebbe l’onore di essere sepolto nella chiesa come benefattore e così ho potuto pregare ancora sulla sua tomba. Accompagnata da una suora francescana(filippina!)ho potuto poi rivedere una parte ancora esistente del cortile interno in cui è stata eretta una statua di mio zio, in sua memoria.
Che emozione! In quel cortile ho giocato insieme alle orfane. Là ho visto le prime bambine di colore di cui parla la nota canzone “tammurriata nera” e ho imparato ad amarle e rispettarle. Con loro ho frequentato le scuole elementari, aperte anche alle alunne esterne, ho partecipato alle recite di fine anno scolastico, mentre nella piccola chiesa ho fatto la mia prima comunione.
- Monsignor Mastropaolo
Ed infine oggi con mia grande sorpresa ho trovato on line un blog con un articolo dedicato a Giovanni Mastropaolo: Incredibile! C’è ancora qualcuno che si ricorda di lui:
http://piscinola.blogspot.com/2015/...