https://www.traditionrolex.com/30 L'INFERNO DI DANTE-Scena Illustrata WEB

INFORMAZIONE
CULTURALE
Maggio 2024



HOME PAGE

ARCHIVI RIVISTA

Articoli on-line 7764
Articoli visitati
5437069
Connessi 17

INDICE GENERALE
INDICE MENSILE
RUBRICHE
PASSATO E PRESENTE
EVENTI
ITINERARI E VIAGGI
AVVOCATO AMICO
COSTUME E SOCIETA’
QUADRIFOGLIO
TERZA PAGINA
LETTURE CONSIGLIATE
CULTURA
SCIENZA E DINTORNI
FILATELIA
ARTE E NATURA
COMUNICATI STAMPA
MUSICA E SPETTACOLO
SPORT
ATTUALITA’
LIBRI RECENSITI
AUTORI
Argomenti

Monitorare l'attività del sito RSS 2.0
SITI AMICI

a cura di
Silvana Carletti (Dir.Resp.)
Carlo Vallauri
Giovanna D'Arbitrio
Odino Grubessi
Luciano De Vita (Editore)
On line copyright
2005-2018 by LDVRoma

Ultimo aggiornamento
13 maggio 2024   e  



Sito realizzato con il sistema
di pubblicazione Spip
sotto licenza GPL

L’INFERNO DI DANTE

ALLE SCUDERIE DEL QUIRINALE
mercoledì 10 novembre 2021 di Patrizia Cantatore

Argomenti: Mostre, musei, arch.


Segnala l'articolo ad un amico

Per il settimo centenario della morte di Dante Alighieri, le Scuderie del Quirinale a Roma presentano “Inferno”, esposizione di rilievo internazionale ideata e curata da Jean Clair e Laura Bossi nell’intento di rendere omaggio il Sommo Poeta nell’anno delle celebrazioni per il settimo centenario dalla sua morte.

Inaugurata il 13 ottobre dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la mostra indaga l’universo infernale attraverso vari concetti tra i quali, quello della Divina Commedia di Dante i suoi paesaggi e abitanti, in un racconto perdurante che si snoda nel corso dei secoli, offrendo una nuova interpretazione all’immaginario visuale del poeta fiorentino che di quell’universo ha elaborato nella Commedia una vera e propria mappa mentale e simbolica.

Nella tradizione pre-cristiana l’al di là era identificato con l’Ade (in greco antico: Ἅιδης, Hádēs) chiamato anche Orco o Averno, considerato un vero e proprio luogo fisico, a cui si poteva accedere da alcuni luoghi impervi, difficilmente raggiungibili o comunque segreti e inaccessibili ai mortali. Nell’Averno non c’è differenza tra buoni e cattivi, le ombre vi sono confuse, solo alcuni passano ad un luogo poco luminoso il Prato degli Asfodeli mentre ai più nobili sono riservati i Campi Elisi. Lucifero STUCK Come per l’Inferno dantesco, l’accesso era vigilato da Cerbero, poi bisognava attraversare l’Acheronte versando un obolo al terribile Caronte, quindi raggiungere i tre giudici Minosse, Eaco e Radamanto i quali emettevano il loro verdetto. Le somiglianze non finiscono qui, perché anche nell’Ade vi sono cinque fiumi Stige, Cocito, Acheronte, Flegetonte e Lete, quest’ultimo ha la capacità di far perdere la memoria a chi ne beve le acque. Omero lo descrive come una sfera fisica oscura e misteriosa, preclusa ai viventi, dove in eterno stanno le ombre -e non le anime- senza distinzione tra buone o malvagie e senza alcuna pena o premio. Nell’Ade scendono Teseo, Eracle, Orfeo, Odisseo, Enea, persino Dioniso si cala nell’Oltretomba per ritrovare la propria identità divina. La più celebre catabasi è quella del mito di Orfeo che vi discende per riportare indietro la sua sposa Euridice invano e, quella di Odisseo, narrata nel libro XI dell’Odissea, così come la discesa di Enea tra i morti narrata da Virgilio nel suo poema.

Nell’Antico Testamento l’allusione ad un Inferno o al Paradiso era sottesa, è Gesù nel Nuovo Testamento a parlare di un luogo al quale, coloro che rifiutano la grazia di Dio saranno destinati per scontare l’esclusione dal regno e le pene eterne: il verme che non muore, il fuoco che non si estingue, le tenebre, il pianto e lo stridor di denti. Dante quindi, riprende un modello già sperimentato da altri, Omero e Virgilio, quest’ultimo, considerato il suo maestro:

«Vagliami ’l lungo studio e ’l grande amore che m’ha fatto cercar lo tuo volume. Tu se’ lo mio maestro e ’l mio autore, tu se’ solo colui da cu’ io tolsi lo bello stilo che m’ha fatto onore.» (Inferno: C. I, vv. 83-87)

Virgilio, l’alter ego di Dante, chiamato da Beatrice intervenuta in soccorso del poeta, a cui ella lo affida per attraversare l’Inferno. Dante descriverà e collocherà ne l’Inferno personaggi storici del suo tempo in una visione personale, senza alcuna preoccupazione religiosa su un Giudizio Universale. Stupiscono le immagini fantastiche suggerite dalle sue cantiche e ci si rende conto di quanto abbiano influito nella nostra cultura occidentale, tanto da ispirare dipinti, sculture, disegni, illustrazioni, film della Commedia lungo questi sette secoli. Ogni archetipo del male nell’Inferno ha una sua collocazione e una pena di riferimento, l’affresco teologico-allegorico attraverso il viaggio d’esperienza mostra come la liberazione dell’essere umano dalle miserie e dagli orrori de «l’aiuola che ci fa anto feroci» (Par. XXII, 151) sia possibile e rappresenti l’unica possibilità di felicità e di salvezza. L’intero percorso espositivo è una riflessione sull’evoluzione del concetto di Male e di Pena attraverso varie tematiche e soggetti distinti secondo una cronologia trasversale: l’origine dell’inferno come regno di Lucifero, il Giudizio che condanna i dannati a dimorarvi in eterno dopo la morte, la topografia del cono infernale, la natura multiforme del Diavolo e le tentazioni con cui attrae gli esseri umani, sino ad una sorta di traslitterazione terrena dell’inferno come devastazione dell’ambiente naturale e della guerra, dell’angoscia della reclusione, del lavoro alienante e tossico, del buio della follia, dell’incubo dello sterminio.

Valicando il culmine di ogni Male, la mostra si concluderà evocando un’idea di salvezza che, dall’ultimo verso del XXXIV canto dell’Inferno sembra indicare la via:

«Lo duca e io per quel cammino ascoso, intrammo a ritornar nel chiaro mondo; e sanza cura aver d’alcun riposo, salimmo sù, el primo e io secondo, tanto ch’i’ vidi de le cose belle che porta ’l ciel, per un pertugio tondo. E quindi uscimmo a riveder le stelle. » (Inferno, XXXIV C, vv132-138)

L’ultima sezione è tutta dedicata all’impulso salvifico, che non è solo religioso ma appartiene ad ogni Umanesimo, sollevare lo sguardo verso l’alto, verso l’universo, l’infinito, l’assoluto, Dio. La liberazione dagli incubi claustrofobici dell’inferno e l’indicazione verso quella che può essere considerata la riconquista di una nuova umanità, sono spalancate verso l’infinità dei Cieli.

L’esposizione vanta la concessione in prestito da oltre ottanta tra grandi musei, raccolte pubbliche e prestigiose collezioni private provenienti dall’Italia e dal Vaticano, nonché da Francia, Regno Unito, Germania, Spagna, Portogallo, Belgio, Svizzera, Lussemburgo, Bulgaria.

Tra le opere di assoluto valore storico-artistico si potrà ammirare la Voragine infernale di Sandro Botticelli, mirabile dipinto su pergamena eseguito dal Maestro per illustrare la Divina Commedia, oggi smembrato. Il foglio con la raffigurazione dell’Inferno dantesco concesso in prestito dalla Biblioteca Apostolica Vaticana per le prime due settimane della mostra, è in assoluto il capolavoro più celebre e rappresentativo di tale iconografia.

Altra imponente opera è la versione in gesso della monumentale e celeberrima Porta dell’Inferno di Auguste Rodin (modello di fusione in scala 1:1), realizzata nel 1989 per la fusione di uno degli ultimi esemplari bronzei dell’opera. Concesso in prestito dal Musée Rodin di Parigi, il colossale manufatto, alto 7 metri e collocato all’inizio del percorso espositivo, rappresenta il vertice delle riflessioni artistiche di tutti i tempi sul poema di Dante.

Accanto a questa la scultura di Fancesco Bertos La caduta degli angeli, (Banca Intesa S.Paolo-Palazzo Leoni Montanari) scolpita in un unico blocco di marmo di Carrara, narra il combattimento tra l’esercito del bene e quello del male: sessanta figure formano una piramide al cui vertice vi è l’arcangelo Michele che sprofonda gli angeli ribelli nelle fauci spalancate dell’inferno con la spada sguainata e lo scudo con l’iscrizione –Quis ut deus / Chi (è) come Dio?- contrapposto nella parte opposta, alla base, da Lucifero trasformato in diavolo con il forcone che accoglie lo sprofondare dei compagni che cadono e man mano si trasformano in demoni.

Altri capolavori come: Il Giudizio Finale di Beato Angelico; i Disegni sull’Inferno di Federico Zuccari in pietra nera e sanguigna gentilmente concessi dal Musée du Louvre e dalla Galleria degli Uffizi ed esposte insieme.

JPEG - 28.2 Kb
La Bottega Hyeronimus Bosch

La bottega di Hyeronimus Bosch e i suoi quadri tra il mostruoso e il grottesco; la tempera su tela di William Blake che ritrae Dante Alighieri dalla Manchester Art Gallery; sempre proveniente da Parigi la grande tela di Gustave Cortois che ritrae Dante e Virgilio nel girone dei traditori della patria; quella di Gustave Doré di Virgilio e Dante nel IX girone proveniente da Burg-en-Bresse. Senza trascurare Le tentazioni di Sant’Antonio Abate di Jan Brueghel o il Lucifero di Franz Von Stuck. Altra tela di aerea bellezza è quella che ritrae Paolo e Francesca nel vortice infernale di Ary Scheffer proveniente dalla Hamburg Kunsterhall; il Teatrino napoletano “Inferno” con pupi catanesi e palermitani, proveniente dal Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino di Palermo.

JPEG - 22.5 Kb
La tentazione di Sant’Antonio.. Bruegel

Interessante la declinazione d’inferno nelle mostruosità della guerra con le acqueforti di Francisco Goya su I disastri della guerra o la tela di Georges Leroux che ritrae L’Inferno dei bombardamenti e degli attacchi con i gas. La follia, la malattia psichica è una delle declinazione dell’inferno in terra, raffigurato con una pregevole tela di Telemaco Signorini La sala delle agitate all’ospedale di San Bonifacio di Firenze dal MUVE e La pazza di Giacomo Balla dal GAM.

Un programma di incontri collaterali dal titolo “Infernauti” segna una serie di appuntamenti, anche organizzati con prestigiosi istituti internazionali, tesi ad approfondire aspetti peculiari della rassegna e a definire la portata dell’opera dantesca ancora così attuale e determinante per la cultura contemporanea. Seguendo il percorso tracciato dallo stesso Jean Clair e grazie alla partecipazione di studiosi, specialisti e figure di spicco del mondo della cultura, gli incontri saranno incentrati su alcuni temi-chiave: dalla visione di Dante e dei suoi contemporanei sul mondo degli inferi, fino all’evoluzione storica del concetto del male.

Il programma degli incontri è disponibile su: www.scuderiequirinale.it

Nel logo: Rodin. La porta dell’inferno

 

https://www.traditionrolex.com/30https://www.traditionrolex.com/30