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LA RIVOLUZIONE SILENZIOSA DI PLAUTILLA BRICCI

ALLA GALLERIA CORSINI
sabato 6 novembre 2021 di Patrizia Cantatore

Argomenti: Mostre, musei, arch.


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Prima “architettrice” della storia. Gallerie Nazionali di Arte Antica – Galleria Corsini dal 5 novembre 2021 al 19 aprile 2022

Con la riapertura al pubblico della Galleria Corsini, le Gallerie Nazionali di Arte Antica presentano l’esposizione personale Una rivoluzione silenziosa. Plautilla Bricci pittrice e architettrice, evento dedicato a quella che può essere definita la prima architettrice conosciuta nonché talentuosa pittrice e disegnatrice: Plautilla Bricci (Roma, 13 agosto 1616 – Roma, 13 dicembre 1705).

La mostra aveva interesse a delineare la sua figura riunendo la sua intera produzione grafica e pittorica per farla conoscere al pubblico, giacché Plautilla era finora nota quasi esclusivamente come l’ideatrice della villa del Vascello e il Casino di Caccia del Gianicolo andati distrutti dalle cannonate dei francesi nel 1849. La mostra si apre con un atrio narrativo evocativo della figura di quattro artiste: a cominciare dal ritratto quasi certamente di Plautilla, come ha spiegato il curatore della mostra Yuri Primarosa. Si tratta di un dipinto riscoperto da Gianni Papi di collezione privata americana dove è ritratta una donna con in mano un compasso e i disegni. Il ritratto di una architetta e non di una allegoria come di solito capitava nel repertorio seicentesco, una giovane donna degli anni 50 o 60 del seicento romano, vestita sobriamente con gioie in pietre dure come confacente alla media borghesia. Un personaggio che tiene a presentarsi come una professionista, solo Plautilla Bricci era architetta a Roma in quel tempo e pur non essendoci una certezza filologica è molto probabile si tratti di lei, dato che, sarà solo nel Novecento che si avrà una donna architetto.

L’altro ritratto di ragazza col compasso è quello della Galleria Spada, scelto da Melania Mazzucco per la copertina del suo best seller L’Architettrice, considerato il ritratto ideale della Bricci. Romanzo di grande successo, narrato in prima persona dalla protagonista, ha ricostruito le vicende umane ed artistiche di Plautilla, donna e artista ed ha contribuito alla sua riscoperta artistica al grande pubblico.

Gli altri due ritratti di artiste appena di una generazione precedente alla Bricci sono, l’autoritratto di Artemisia Gentileschi pittrice e quello di Faustina Maratti pittrice, poetessa e letterata. Plautilla così come quasi tutte le artiste prima e dopo di lei, era figlia d’arte, nella bottega del padre Giovanni acquisisce i rudimenti del disegno e del colorire, non solo insegne, ma anche tele e muri nell’entourage del Cavalier d’Arpino. E fu proprio Giovanni, musicista e compositore dilettante, attore e commediante, poligrafo e poeta con la sua rete di contatti e committenze a permetterle di avere il primo incarico la Madonna col Bambino di Santa Maria in Montesanto (1640 circa), che conserva sul retro la firma della giovane assieme a una relazione che ci informa di un evento prodigioso: ad ultimare l’opera sarebbe stata la Madonna stessa. L’achiropita fu indicata come miracolosa poiché avrebbe guarito dall’epilessia la figlia del pittore Mario de’ Fiori, deviato i colpi di pistola tirati contro un capitano e addirittura neutralizzato la peste nel convento del Babuino durante il contagio del 1657. Artista alle prime armi, mossa da devozione autentica, molto probabilmente fece un tale colpo di teatro copiando uno stile volutamente arcaizzante tardo-antico o medievale di prototipi «non dipinti da mano umana» che da secoli erano venerati, come l’icona di Santa Maria Nova, quella di Santa Maria del Popolo o la Salus Populi Romani di Santa Maria Maggiore. Evento miracoloso o colpo di teatro, Plautilla si assicurò un nubilato in odor di santità pur restando laica, ebbe un posto d’onore nella produzione in serie di immagini devozionali di sante vergini e martiri e ottenne licenza di vita nubile senza essere costretta al convento o al matrimonio ma libera di esercitare la sua arte.

Sembra proprio che durante questa prima attività incontrò quello che divenne il suo principale mentore, mecenate, partner, committente, l’abate Elpidio Benedetti. Un rapporto narrato nel romanzo della Mazzucco come d’amore, di cui non ci sono prove certe, si trattò certamente di un rapporto di amicizia strettissima, legata ad affinità elettive durate una vita intera tra Plautilla e l’abate Benedetti. Quest’ultimo agente del re di Francia e servitore del cardinale Giulio Mazzarino e poi di Jean-Baptiste Colbert a Roma, dove svolge oltre che funzioni di corrispondente, ambasciatore di Mazzarino e del re di Francia, anche di mercante, committente e intermediario d’arte per Mazzarino e la corte francese.

Elpidio era un artista dilettante egli stesso, in rapporto con artisti del calibro di Gian Lorenzo Bernini, Pietro da Cortona, Andrea Sacchi, Giovan Battista Grimaldi e Giovan Francesco Romanelli. Il padre Andrea Benedetti, ricamatore, si trasferisce a Roma intorno al 1610 da Poggio Mirteto e diventa il ricamatore di tre pontefici: Paolo V, Gregorio XV e Urbano VIII Barberini. Si arricchisce grazie ai suoi ricami a fili d’oro e d’argento, come quello in mostra, attribuito grazie a documenti di committenza conservati relativi all’invio del corredo papale liturgico da parte del papa Gregorio XV Ludovisi alla cattedrale di Bologna dove ancora oggi si trova. Il corredo è esposto per comprendere chi fossero i Benedetti e come entrarono in rapporto con la Bricci, infatti da altra documentazione è emerso che la giovane Plautilla apparisse come ricamatrice attiva e si potrebbe pensare che abbia frequentato la bottega del Benedetti in via dei Banchi Nuovi nel rione Ponte e lì aver conosciuto Elpidio, il quale avrebbe segnato le tappe fondamentali della sua carriera.

Oltre che ricamatore Andrea Benedetti era un mercante d’arte di sculture antiche ed era in rapporto personale con alcuni pittori famosi del tempo come Guido Reni, Antiveduto della Grammatica e il loro entourage, come dimostra la commissione del quadro, per l’occasione restaurato, a Giuseppe Puglia marito della figlia di Antiveduto della Grammatica. Una pala d’altare per la sua cappella in Poggio Mirteto, privilegio riservato ad artisti di grande fama che ritrae una natività e in basso sulla culla del bambino reca lo stemma del ricamatore stando a significare la vicinanza con la Chiesa.

Nell’esposizione un posto speciale è quello dedicato alla voce fuori campo nella vita dell’abate Benedetti, Mazzarino, molto più che un padrone, Elpidio è il suo alter ego a Roma, sbriga per lui ogni tipo di negozio: dall’invio di pregiati vini italiani, a guanti profumati e “acqua di melangoli” di cui faceva dono molte dame, a dispacci politici e diplomatici, acquisti di carrozze e palazzi. Personaggio potentissimo, il ritratto splendidamente e miracolosamente conservato di Pietro da Cortona, è per la prima volta esposto, vi è ritratto nella porpora cardinalizia in tutta la sua potenza ed espressività psicologica di arguzia e cinismo, una pittura penetrante che si focalizza sulla mano col fazzoletto che nella sua materia mossa pare un gel di medusa.

All’inizio di questo sodalizio con l’abate Elpidio Benedetti, Plautilla per lo più resta nell’ombra, eseguendo ciò che il suo mentore le detta e indica, come i disegni per il monumento funebre a Mazzarino a firma di Elpidio Benedetti: due progetti diversi, uno addossato e uno tridimensionale da mettere al centro della chiesa della navata maggiore annessa al College dove il cardinale appare come il grande pacificatore tra Francia e Spagna al termine della guerra dei trent’anni. Disegni questi, riconosciuti di mano di Plautilla attraverso uno studio delle coloriture, del tratto del disegno ed esposti in riproduzione, essendo progetti e disegni dell’album Valperga e impossibili da esporre. L’auto attribuzione del Benedetti non è insolita, al tempo non era inconsueto considerare, secondo l’opinione condivisa, che l’inventore di un soggetto di un dipinto ne fosse autore al pari del suo esecutore. Solo l’invisibile “signora” Plautilla poteva assecondarlo senza pretendere di avere riconoscimento alcuno, essendo sconosciuta ai più e oltretutto donna. Ben presto però Plautilla poté concretizzare le sue ambizioni affermandosi anche come architetta, uscendo definitivamente dall’ombra e di fatto coniando un nuovo termine “architettrice” - come riportato sull’atto notarile relativo ai lavori -, in un settore artistico riservato tradizionalmente agli uomini. Sarà infatti nel 1662-63 che inizieranno i lavori della sua opera più celebre, la Villa Benedetta fuori Porta San Pancrazio, detto “il Vascello”, distrutta nel 1849 dall’assedio francese di Roma. Esposti per la prima volta i sette prospetti del progetto originale conservati all’Archivio di Stato, unitamente ad una tavola inedita proveniente da collezione privata, che consentono di illuminarci su questa figura affascinante di artista, unico architetto donna dell’Europa preindustriale. Nel cantiere parteciparono artisti del calibro di Bernini, Cortona e Grimaldi, ma fu Plautilla a dirigerne le maestranze, di fatto, avviando una rivoluzione silenziosa resa possibile dall’incontro con un mecenate illuminato e pronto ad offrirle costante protezione. Altre mirabili opere restaurate per l’occasione ed esposte sono lo Stendardo della Compagnia della Misericordia raffigurante la nascita e martirio del Battista, pittura ad olio su tela di lino in entrambi i lati, che mostra quanto la pittura luminescente dei cortonesi influì su quella di Plautilla e quanti passi avanti aveva compiuto da quella prima Madonna che le aveva regalato la libertà di esercitare l’arte.

Nell’ultima sala d’esposizione la Madonna del Rosario per il duomo di Poggio Mirteto città natale di Andrea Benedetti e La lunetta dipinta a tempera su tela per i Canonici lateranensi (1669-73). Lo splendido ritratto di San Luigi IX di Francia tra la Storia e la Fede (1676-80) per la cappella di San Luigi nella chiesa dei Francesi interamente progettata dall’architettrice per l’abate Benedetti, accanto alla Cappella Contarelli chiudono il ciclo iconografico dell’artista.

Plautilla è a ragione inserita nella storia delle donne illustri, donne che hanno tentato una rivoluzione a volte con rocambolesche vicende, a volte in silenzio, che furono il frutto di contesti culturali produttivi, ricchi di intrecci interdisciplinari. Ella si mosse sempre tra la protezione del padre o del suo mentore e il sostegno dei suoi committenti. Non si sposò e non ebbe figli, visse del suo lavoro, con discrete soddisfazioni economiche, creando un modello e un precedente che gli eventi storici non permisero di sviluppare. Plautilla così come Artemisia, Virginia da Vezzo, Anna Maria Vaiani, Maddalena Corvina, Giovanna Garzoni, frequentò le accademie e fu attrice e fautrice dello sviluppo della storia dell’arte ecco perché è importante divulgarne la figura di talento e di tenacia che può ancora oggi essere riferimento alle generazioni di donne che si misurano con difficoltà diverse a sfidare la loro volontà e la loro fermezza.

Informazioni www.barberinicorsini.org

Orari Da martedì a domenica, dalle ore 10.00-18.00 Ultimo ingresso ore 17.00. Chiuso il lunedì

Biglietto Barberini Corsini: Intero 12 € - Ridotto 2 € (ragazzi dai 18 ai 25 anni). Il biglietto ha validità al momento della timbratura, per venti giorni in entrambi le sedi del Museo: Palazzo Barberini e Galleria Corsini.

Attività didattiche Dal 6 novembre 2021 fino al 16 aprile 2022, ogni sabato alle ore 16.00, sono in programma di laboratori didattici Giovani architetti al museo a cura dell’Associazione sipArte! I bambini sono invitati a scoprire la figura delle celebre architettrice. Massimo 10 partecipanti. Attività gratuita su prenotazione obbligatoria all’indirizzo didattica@siparte.net. Biglietto ridotto con tariffa speciale a 6 euro per gli accompagnatori.

 

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