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Il terrorismo degli anni 70 non fu un fenomeno limitato all’Italia, ma colse un po’ tutta l’Europa centrale ed operò su scala internazionale. Quando gli italiani seguirono paralizzati e angosciati l’evolversi del rapimento Moro, in Germania era già in atto una guerra spietata dello Stato contro i terroristi che avevano dato l’esempio per l’esecuzione del rapimento. Tut-tavia, i due casi non furono uguali…
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Trent’anni fa l’Italia visse una primavera nel segno del terrore: Aldo Moro, leader della Democrazia Cristiana, fu rapito dalle Brigate Rosse e, dopo quasi due mesi di prigionia, il 9 maggio 1978 fu trovato ucciso in una Renault 4 in Via Caetani a Roma. Il terrorismo aveva tentato di mettere in ginocchia lo Stato italiano e, se non ha potuto rovesciarlo, è comunque riuscito ad uccidere, assieme a Moro, la politica del compromesso storico, che per tanti era sembrata la via maestra per dare una svolta pacificatrice alla situazione tesa tra ceto operaio e ceto cattolico-borghese, le due anime della Repubblica. [1]
- Aldo Moro prigioniero delle BR
I Brigatisti motivarono la scelta di Moro come vittima con l’argomento che egli “…è stato fino a oggi il gerarca più autorevole, il "teorico" e lo "stratega" indiscusso di questo regime democristiano che da trenta anni opprime il popolo italiano…” [2], quindi un motivo che rispondeva alla tradizionale logica della lotta di classe più che allo scopo di impedire la presunta ‘corruzione’ del PCI da parte democristiana. La DC, secondo i terroristi, aveva interrotto la rivoluzione iniziata con la liberazione dal nazifascismo nel ’45. Sembra, quindi, che per loro era proprio uguale se rapire Moro oppure Andreotti, l’altro leader democristiano, molto più cauto riguardo alla politica del compromesso storico, ma altrettanto rappresentante del ‘regime imperialista’ vigente in Italia. La vittima avrebbe potuto essere anche Paolo Baffi, Governatore della Banca d’Italia, un altro fautore del compromesso storico, o Guido Carli, Presidente della Confindustria e noto anti-comunista.
Le motivazioni delle BR rientrarono, quindi, nel classico schema del comunismo rivoluzionario - anche nella loro dimensione internazionalista. Questo si era espresso già dalla sola ‘tecnica’ del rapimento Moro - che fu una vera e propria fotocopia del rapimento di Hanns-Martin Schleyer, avvenuto pochi mesi prima in Germania. Ma, prima di vedere l’incredibile parallelismo tra i due rapimenti, bisogna spiegare chi fu Schleyer.
Il terrorismo tedesco
Come Moro, anche Schleyer era un democristiano e persona di spicco del ceto imprenditoriale, in un certo senso la controfigura tedesca di Carli.
Infatti, dal 1973 era presidente della Federazione Padronale, la Confindustria tedesca, e perciò un ottimo bersaglio per l’organizzazione terroristica tedesca di estrema sinistra, la RAF (Rote Armee Fraktion, cioè: “Fazione dell’Armata Rossa”) [3]. In più, Schleyer si prestava allo storico motivo dei terroristi della lotta antifascista, perché aveva un discusso passato nazista dal quale, in un’intervista televisiva nel gennaio del 1977, si era persino dichiarato orgoglioso - senza conseguenze per la sua posizione sociale. Allora per la RAF era diventato la vittima prediletta. [4]
La situazione politica in Germania invece era ben diversa da quella italiana. Innanzitutto un contro-terrorismo ‘nero’, di stampo neonazista, fu quasi assente, almeno in quel periodo; doveva assumere dimensioni significative solo dall’inizio degli anni 80. Quindi, a metà degli anni 70 la quasi esclusività del terrorismo in Germania spettava a quello ‘rosso’. Poi, non esisteva niente paragonabile ad un compromesso storico, già per il semplice motivo che non esisteva un partito comunista degno di essere menzionato e capace di influire in qualsiasi modo sulla vita politica.
- Il cancelliere Helmut Schmidt
Esisteva invece la DDR, nella quale molti simpatizzanti della sinistra videro ‘la Germania migliore’ (un interessante campo aperto di ricerca è l’intreccio tra la Stasi e il terrorismo stampo RAF). Nell’ovest, poi, i democristiani erano all’opposizione. Al governo erano invece i socialdemocratici con il cancelliere Helmut Schmidt [5]. Questi, tuttavia, sarebbe potuto anch’egli essere un ottimo bersaglio per la RAF, perché nel complesso la sua politica fu nient’affatto ostile al mondo imprenditoriale - e, quindi, diretta, secondo la RAF, contro la classe operaia, della quale pure i socialdemocratici erano la storica rappresentanza politica. Forse - con tutti gli ovvii limiti del paragone - il governo socialdemocratico era qualche cosa come un compromesso storico compiuto.
Come in Italia, anche in Germania alle origini del terrorismo ci fu la contestazione studentesca del ’68. Ma il colpaccio che diede inizio alla storia della RAF ebbe luogo nel 1970: Andreas Baader, condannato per essere stato, tra il ‘68 e il ’70, uno degli esecutori di una serie di attentati a bomba contro luoghi simbolo del capitalismo, fu liberato dal carcere di Berlino-Tegel in una spettacolare azione lampo, attuata da un comando guidato dalla nota giornalista Ulrike Meinhof [6].
- Ulrike Meinhof
- nel 1964
Era nata la ‘banda Baader-Meinhof’, che, fino al giugno del ’72, avrebbe seminato un clima di terrore e paura senza precedenti in tutta la Germania, con rapine in banca e attentati a bomba contro istituzioni civili e militari tedesche e statunitensi. In una serie di sparatorie furono uccisi poliziotti e membri del gruppo e anche diversi innocenti. Meinhof fu la leader e ispiratrice intellettuale del gruppo, Baader lo spietato guerrigliero, figura con tratti del bel rivoluzionario romantico, quasi una specie di Che Guevara del Nord [7].
Diversamente dalle BR italiane, la RAF era passata sin da subito in uno stato di clandestinità e di scontro frontale con lo Stato. Ma non riuscì mai a trovare aderenze significative tra il ceto operaio - per il quale pretese di lottare. Sin dall’inizio, invece, ci fu un forte legame - ideologicamente piuttosto contraddittorio - tra la RAF e l’organizzazione palestinese Al-Fatah, nei cui campi in Giordania molti terroristi tedeschi, tra cui gli stessi Baader e Meinhof, furono addestrati per la guerriglia urbana.
- Andreas Baader & Gudrun Ensslin
- nel 1970
Nel giugno del ’72, però, i capi del nucleo operativo della RAF, compreso sia Baader che Meinhof, ma anche Gudrun Ensslin, Jan-Carl Raspe, Holger Meins ed altri, furono catturati. Ma il terrore non era affatto finito. Anzi, la fase più drammatica del terrorismo doveva cominciare proprio adesso, per finire soltanto nel 1977, con il cosiddetto ‘autunno tedesco’.
Presto gli arrestati si dichiararono prigionieri di guerra e denunciarono le loro condizioni nei carceri in varie città tedesche come ‘tortura di isolamento’. Ben dieci volte fecero lo sciopero collettivo della fame (uno di loro, Holger Meins, morì) per denunciare le loro disumani condizioni di prigionia - e l’opinione pubblica reagì con comprensione e persino una certa simpatia agli appelli dal carcere. Infine i terroristi riuscirono ad essere trasferiti al nuovo ergastolo di Stoccarda-Stammheim, dove gli fu permesso di avere contatti sorvegliati tra di loro.
La notorietà della loro causa - il maxi-processo al tribunale di Stammheim trovò un enorme riscontro pubblico - portò anche all’intervento di personalità quali il filosofo francese Jean-Paul Sartre [8]. Un incontro tra Sartre e Baader a Stammheim nel ‘74, però, finì in maniera piuttosto deludente; all’uscita, l’illustre filosofo definì il presunto combattente della causa leninista-marxista un “…Arschloch” (ital.: “stronzo”).
La ‘seconda generazione’
- Gli avvocati difensori Croissant Schily e Strobele
Ma non solo i terroristi della ‘prima generazione’ RAF si poterono coordinare in prigionia, ma, attraverso la pubblicazione di scritti e con ordini cifrati, portati fuori dal carcere dai loro avvocati difensori (ad alcuni di loro doveva essere revocato il mandato, perché la simpatia per i loro mandanti si era tradotto in aiuti concreti per la loro lotta) riuscirono addirittura a dirigere la riorganizzazione e le attività dei compagni in libertà. L’obbiettivo principale di questa ‘seconda generazione’ RAF diventò la liberazione della prima, con azioni sempre più spettacolari e mirati direttamente allo Stato.
All’inizio la strategia riuscì: nel febbraio del 1975 un comando rapì il candidato sindaco democristiano a Berlino; dopo una settimana il governo Schmidt decise di cedere, espatriando cinque prigionieri della RAF - seppur di secondo rango - nello Yemen; l’uomo politico fu liberato due giorni più tardi. Una volta tornati in Germania, però, i terroristi liberati riprenderanno quasi tutti l’attività terroristica [9].
- Ambasciata tedesca a Stoccolma
Solo un mese dopo, invece, un altro comando, denominato secondo il martire Holger Meins, occupò l’ambasciata tedesca a Stoccolma, in Svezia. Questa volta il governo tedesco fu deciso a rimanere fermo, e l’azione finì in un bagno di sangue; prima i terroristi uccisero due diplomatici, poi, dopo l’esplosione di una bomba, l’intero edificio s’incendiò. Durante l’assalto delle forze dell’ordine furono uccisi vari terroristi [10]. Nel ’76 fu arrestato l’ideatore dell’attentato, l’avvocato Siegfried Haag - difensore di Baader.
Ma i prossimi colpi furono già in fase preparatoria e, coordinati con ordini provenienti
- Omicidio di Buback Siegfried
- Procuratore Generale dello Stato
dalle celle di Stammheim, poterono essere messi in atto anche senza il concorso di Haag. Il 7 aprile del ’77 un ‘comando Ulrike Meinhof’ - la Meinhof era stata trovata impiccata nella sua cella un anno prima, ma la tesi ufficiale del suicidio venne da subito contrastata da voci circa una uccisione su commissione dello Stato (tutt’oggi persistono dubbi sulle circostanze della sua morte) - il ‘comando Meinhof’ quindi uccise il Procuratore Generale dello Stato, Siegfried Buback, simbolo dello ‘Stato polizia’, e i due uomini della sua scorta, nella loro auto in mezzo ad una strada a Karlsruhe.
L’’offensiva 77’
Fu il segnale per la cosiddetta ‘offensiva 77’. Il 30 luglio la vittima fu un altro rappresentante del nemico di classe, il presidente della ‘Dresdner Bank’ Jürgen Ponto, ucciso nella sua casa. Una delle terroriste era una sua conoscente, figlia di una famiglia borghese con la quale i Ponto avevano amichevoli rapporti. Quindi il banchiere non aveva motivo di nutrire sospetti circa la visita della ragazza e dei suoi amici. Questi, invece, benché era stato previsto solo il rapimento di Ponto, a quanto pare lo avrebbero freddato all’improvviso, senza nemmeno tentare di prenderlo in ostaggio.
- Il luogo del rapimento Schleyer a Colonia
Colonia, 5 settembre 1977, ore 17.28: la Mercedes che deve portare a casa il presidente della Federazione Padronale, Schleyer, seguita da una seconda Mercedes con a bordo i tre poliziotti della sua scorta, entra in Via Vincenz-Statz; dopo pochi metri un’altra Mercedes, uscendo indietro dall’ingresso di un garage, si mette di traverso davanti alla macchina di Schleyer; questa frena, ma la macchina di scorta non reagisce in tempo e si urta contro l’altra, spingendola contro quella che blocca la strada; quattro terroristi, camuffati da pedoni con tanto di carozzella, cominciano a sparare all’impazzata - 119 colpi in un minuto e mezzo; l’autista, disarmato, muore per primo; mentre un terrorista trascina Schleyer fuori dalla sua macchina, l’assassino dell’autista corre attraverso l’area di tiro dei suoi compagni, salta sul fronte della macchina di scorta e da li spara tutta la sua munizione attraverso il parabrezza frantumato all’interno; un poliziotto viene colpito da 60 proiettili; gli altri due riescono a scendere dalla macchina e a sparare a loro volta - 11 colpi, senza centrarne uno; poi muoiono anche loro; Schleyer viene portato via con un’altra macchina parcheggiata fuori dall’area della sparatoria.
- Il luogo del rapimento Moro a Roma
Comincia la prigionia. Il capo dell’imprenditoria tedesca viene nascosto in un armadio, in un palazzone alto vicino l’autostrada a Erftstadt, vicino Colonia. Presto i terroristi - un ‘comando Siegfried Hausner’ (il nome di uno degli compagni uccisi a Stoccolma) - lo fanno parlare in un video, in cui appella al governo Schmidt di liberare Baader e gli altri capi della ‘prima generazione’ RAF, Gudrun Ensslin e Jan-Carl Raspe, assieme ad otto loro compagni.
Succede l’incredibile: nei primi giorni della ricerca, estesa su tutto il territorio nazionale, alcuni poliziotti credono di aver individuato il covo e chiedono allo stato maggiore per dargli istruzioni. Alcuni agenti sono già posizionati davanti alla porta dell’appartamento, uno suona il campanello - dentro c’è Schleyer e alcuni terroristi, pronti ad ucciderlo e ad accogliere le forze dell’ordine con un arsenale di bombe a mano e armi da fuoco - ma lo stato maggiore non ritiene valida l’informazione e fa ritirare gli agenti. La ricerca continua altrove.
- Schleyer
L’individuazione del primo covo, comunque, fa che i terroristi si vedono costretti a cambiare nascondiglio. Portano Schleyer prima all’Aia, uccidendo un poliziotto olandese, poi a Bruxelles, dove rimane per la maggior parte della sua prigionia. Non gli fanno un processo, come più tardi i brigatisti con Moro, ma hanno con lui lunghi dibattiti su tutto il complesso della politica sociale e di questioni ideologici. Ogni qualche giorno i terroristi fanno una foto di Schleyer, sul fondo il simbolo della RAF, la stella a cinque punte e la mitragliatrice, e un cartello in mano, che indica i giorni che egli si trova nelle mani dei suoi rapitori.
I comunicati della RAF, però, non sono resi pubblici, e il cancelliere Schmidt decide di non cedere in nessun caso - anche al costo di sacrificare la vita di Schleyer. Un noto avvocato svizzero tiene il contatto con i rapitori, ma il governo cerca di guadagnare tempo, sperando di trovare il covo. Intanto il potere esecutivo in Germania viene trasferito ad un comitato interpartitico, sovrapposto al governo, che include anche rappresentanti dell’opposizione democristiana. La Germania Federale vive la sua crisi più grave.
- Brigitte Mohnhaupt
- Capo della seconda generazione RAF
Passa un mese, ma la situazione non si sblocca. Bisogna aumentare la dose: allora Brigitte Mohnhaupt, ormai il nuovo capo della RAF, e alcuni compagni volano a Bagdad per incontrare gli amici palestinesi del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP), pronti a dare il loro sostegno alla causa dei terroristi tedeschi. Si decide che un comando palestinese deve dirottare un aereo della Lufthansa. Forse per Schmidt la vita di un centinaio di turisti tedeschi vale più della vita del capo-imprenditore?
Il 13 ottobre quattro palestinesi dirottano la ‘Landshut’, in volo da Mallorca a Francoforte, con 91 passeggeri a bordo. La prima tappa è Roma-Fiumicino, dove i palestinesi trasmettono le loro richieste - identiche a quelle della RAF; poi, la sera stessa, l’aereo riparte per Larnaka, in Cipro; nella notte continua l’odissea, ma gli aeroporti di Beirut, Damasco, Bagdad e Kuweit non fanno atterrare la ‘Landshut’, che può fare scalo soltanto a Bahrein, poi a Dubai, da dove decolla il 15, dopo un giorno di nervose trattative, destinazione ignota.
Riappare nello spazio aereo dello Yemen, dove gira per diverse ore, perché le autorità non permettono l’atterraggio. I rapitori invece sperano di ottenere l’aiuto del regime comunista dello stato arabo. Nella notte - è il 16 ottobre - con il carburante quasi consumato, il pilota deve rischiare tutto e atterra senza permesso su una pista di sabbia accanto alla pista asfaltata dell’aeroporto di Aden. Si negozia, ma - a quanto pare dopo l’intervento diretto dell’Unione Sovietica, che non vuole essere coinvolta nella vicenda - il governo dello Yemen costringe l’aereo a lasciare il paese. Prima, però, i rapitori uccidono il pilota perché aveva tentato in tutti i modi di trasmettere all’esterno informazioni segrete sulla situazione dentro l’aereo.
- La Landshut ad Aden
- Nella porta il pilota Jurgen Schumann poi ucciso dai terroristi
È il 17 ottobre, ore 1: diretti prima a Kuweit, i terroristi cambiano rotta in volo e raggiungono la capitale della Somalia, Mogadiscio, verso le 4 del mattino. Lì il cadavere del coraggioso pilota viene buttato fuori dall’apparecchio. Alle ore 15 scade l’ultimatum per la liberazione dei prigionieri di Stammheim. Solo dieci minuti prima il cancelliere Schmidt dichiara di voler espatriare a Mogadiscio Baader, Ensslin, Raspe e i loro otto compagni; si negozia per un prolungamento dell’ultimatum fino alle ore 1.30 del 18 ottobre, per poter effettuare il lungo volo da Stoccarda in Somalia.
Allora, alla fine il governo ha ceduto? Sin dalla sera del 13 ottobre, un altro aereo ha seguito l’odissea della ‘Landshut’, quasi tappa per tappa e, la sera del 17, anch’esso è atterrato a Mogadiscio. A bordo è il comando GSG-9, le teste di cuoio delle forze dell’ordine tedesche, pronte ad intervenire qualora fosse richiesto e la situazione lo permettesse. Poco dopo mezzanotte parte l’assalto; in solo sette minuti la GSG-9 riesce a liberare tutti gli ostaggi tedeschi e a uccidere i quattro palestinesi.
Alle ore 0.38 del 18 ottobre la radio tedesca trasmette la notizia della liberazione della ‘Landshut’. Anche Jan-Carl Raspe la sente al suo apparecchio nella sua cella a Stammheim. Alle 7.45 viene scoperto il suo cadavere; si è suicidato - con una pistola. Alle 8.07 viene scoperto il cadavere di Andreas Baader - anch’egli suicidatosi con una pistola. Nessuno ha sentito gli spari nella notte! Gudrun Ensslin si è impiccata con un cavo d’un altoparlante. Una quarta terrorista ha tentato il suicidio con un coltello, ma sopravvive.
- Mulhouse, 19 ottobre 1977
- L’auto in cui si trova corpo senza vita di Schleyer
Fallito il tentativo di liberare i compagni della ‘prima generazione’, il ‘comando Siegfried Hausner’ uccide, dopo 43 giorni di prigionia, Hanns-Martin Schleyer. Nel pomeriggio del 19 ottobre trasmette un comunicato, nel quale si legge: “Dopo 43 giorni abbiamo messo una fine alla misera e corrotta esistenza di H.M. Schleyer. Il sig. Schmidt, il quale nei suoi calcoli di potere ha sin dall’inizio speculato con la morte di Schleyer, può ritirarlo nella Rue Charles Peguy a Mülhausen [in Francia], nel bagaglio di una verde Audi 100 targata Bad Homburg. Nei confronti della nostra rabbia e del dolore per i massacri di Mogadiscio e Stammheim la sua morte è insignificante. […] A Schmidt e agli imperialisti che lo sostengono non perdoneremo mai il sangue sparso. La lotta è solo iniziata. […]”
- Roma, 8 maggio ’78
- il ritrovamento del corpo senza vita di Moro
La sera stessa in TV, il cancelliere dichiara guerra al terrorismo, con tutti i mezzi a disposizione dello Stato e con l’aiuto di tutta la popolazione tedesca. O con lo Stato, o con i terroristi; non ci sono più vie di mezzo!
Un parallelismo incompiuto
Il parallelismo tra gli eventi in Germania e Italia colpisce, soprattutto se si guarda all’aspetto ‘tecnico’ dell’esecuzione stessa, e anche l’obiettivo fu identico, cioè la liberazione di compagni in carcere in cambio dell’illustre ostaggio. Tuttavia, se si può dire che i brigatisti italiani si erano fatti ispirare dal metodo applicato dalla RAF, l’ulteriore evolversi dei due casi invece doveva necessariamente rispondere alle esigenze del momento e ai passi degli investigatori.
Soprattutto, il caso Moro non fu potenziato da una seconda azione, alquanto eclatante, per aumentare ulteriormente la pressione sullo Stato. Il dirottamento della ‘Landshut’ invece drammatizzò il caso Schleyer nella sua fase finale, internazionalizzandolo nello stesso tempo. Ciò fu reso possibile dallo stretto legame tra la RAF e i palestinesi, un elemento che ai terroristi italiani mancò. Ma, anche se le BR avessero avuto tali legami, dopo il fallimento del dirottamento della ‘Landshut’ non sarebbero riusciti a convincere i palestinesi una seconda volta in pochi mesi di mettersi al servizio d’un gruppo con obbiettivi rivolti all’interno del proprio paese e, in sostanza, ideologicamente piuttosto estraneo alla loro lotta.
Un’altro elemento che assimila i due casi è il ruolo delle forze dell’ordine, incomprensibilmente inefficaci nell’investigazione e nella caccia ai rapitori non solo in Italia, ma anche in Germania, dove si sfasciò il mito dell’efficienza e durezza della polizia. Se, in Italia, molti passi falsi potrebbero attribuirsi al complesso intreccio tra organi di stato, servizi segreti, mafia e gruppi d’interessi di vario genere, e, non ultimo, all’intreccio tra frange delle forze dell’ordine e ambienti del terrorismo ‘nero’, ai quali la sparizione di Moro non spiacque affatto, in Germania invece non è lecito parlare di volute deviazioni delle indagini. Certo, le dichiarazioni di Schleyer circa il suo passato nazista non erano certo piaciuti agli ambienti imprenditoriali e governativi, ma gli errori della polizia sembrano piuttosto dovute a trascuratezze e impreparazioni.
Incredibile invece sembra quello che successe nei carceri tedeschi, in particolare a Stammheim, l’ergastolo super-sorvegliato riservato appositamente per i terroristi della RAF. Che i prigionieri fossero in grado di costruire, sfruttando l’impianto radio del carcere, una vera e propria rete di comunicazione segreta tra le loro celle, che poterono portare fuori, ai loro compagni, messaggi e ordini per nuovi atti terroristici, che, nella notte del suicidio collettivo, Baader e Raspe avevano armi da fuoco, che nessuno abbia sentito i colpi, questi sono rimasti fino ad oggi i veri misteri del caso, che fanno apparire le forze dell’ordine e lo Stato stesso con i suoi servizi in una luce dubbiosa.
- In carcere di Stammheim
- Dove è avvenuto il suicidio collettivo dei capi della RAF
Infine, un altro elemento distingue i due casi l’uno dall’altro: oggi, i fondatori e militanti delle BR, se non uccisi negli scontri con la polizia, sono tutti vivi, in carcere o fuori, scrivono libri e danno interviste; molti si sono pentiti. Le donne e gli uomini della ‘prima generazione’ RAF, invece, quando tramontò la possibilità di uscire dal carcere per riprendere l’attività terroristica, si sono suicidati. Altri tentarono il suicidio in carcere anche dopo il 18 ottobre ’77. Negli anni successivi, i capi della ‘seconda generazione’ furono man mano catturati, alcuni furono rilasciati dal carcere dopo molti anni, tra cui Brigitte Mohnhaupt, nel 2007. Non pochi ricercati della RAF, invece, trovarono rifugio nella DDR, e solo dopo il crollo del muro nel 1990 poterono essere arrestati e condannati [11].
Pochi furono invece i pentiti e perciò molti aspetti degli eventi a metà degli anni 70 e, in particolare, del rapimento Schleyer, sono rimasti al buio. Uno dei pentiti fu Peter-Jürgen Boock, uno dei protagonisti dell’’offensiva 77’. Anche se la sua credibilità è dubbia - gli ex-compagni lo accusano di opportunismo, i procuratori di un “rapporto tattico con la verità” - egli ha comunque rivelato molti particolari del caso Schleyer, anche il nome del suo presunto assassino - forse per discolpare se stesso? Oggi Boock è tornato in libertà, scrive libri e da interviste alla fiera del libro di Francoforte, un po’ come i suoi colleghi italiani… [12].
[1] Agostino Giovagnoli, Il caso Moro - Una tragedia repubblicana, Il Mulino, 2005; Roberto Bartali, Giuseppe de Lutiis, Sergio Flamigni, Ilaria Montoni e Lorenzo Ruggiero, Il sequestro di verità. I buchi neri del delitto Moro, 2008.
[2] Brigate Rosse, Primo Comunicato, 18 marzo 1978.
[3] Wolfgang Kraushaar (a cura di), Die RAF und der linke Terrorismus. 2 vol. Edition Hamburg, Hamburg 2006; Stefan Aust, Der Baader-Meinhof-Komplex. Hoffmann & Campe Verlag, Hamburg 2005.
[4] Lutz Hachmeister, Schleyer. Eine deutsche Geschichte. Beck: München, 2004.
[5] Hartmut Soell: Helmut Schmidt. Vernunft und Leidenschaft, Band 1. DVA 2003, 900 S.; Hartmut Soell, Helmut Schmidt. Macht und Verantwortung, Band 2. DVA 2005, 900 S.
[6] Jutta Ditfurth: Ulrike Meinhof. Die Biographie. Berlin: Ullstein 2007.
[7] Klaus Stern, Jörg Herrmann: Andreas Baader. Das Leben eines Staatsfeindes; München, Deutscher Taschenbuch-Verlag 2007.
[8] Angèle Kremer-Marietti, Jean-Paul Sartre et le désir d’être, 2005; Michel Winock, «Sartre s’est-il toujours trompé?», L’Histoire, n° 295, février 2005: Article critique sur les engagements politiques du philosophe.
[9] Matthias Dahlke, „Nur eingeschränkte Krisenbereitschaft“. Die staatliche Reaktion auf die Entführung der CDU-Politikers Peter Lorenz 1975. In: Vierteljahrshefte für Zeitgeschichte 55 (2007), Heft 4, S. 641-678.
[10] Michael März: Die Machtprobe 1975. Wie RAF und Bewegung 2. Juni den Staat erpressten. Forum Verlag, Leipzig 2007.
[11] Ulf G. Stuberger, Die Akte RAF - Taten und Motive. Täter und Opfer. Herbig-Verlag, München 2008; Butz Peters, Tödlicher Irrtum. Die Geschichte der RAF. Argon-Verlag, Berlin 2004.
[12] Boock Peter Jürgen, Die Entführung du Ermordung des Hanns-Martin Schleyer. Eine dokumentarische Fiktion. Eichhorn-Verlag, Frankfurt 2002; Ulf G. Stuberger, Die Akte RAF – Taten und Motive. Täter und Opfer. München, Herbig-Verlag, 2008.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
25 ottobre 2018, di Aleth
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
25 ottobre 2018, di Aleth
Molto istruttivo comparare caso Schleyer e caso Moro.
Sulle differenze : la prima che mi salta all´occhio è la paucità delle immagini del sequestro schleyer, versus l´estrema abbondanza di immagini di Fani, sia video sia foto.
E dunque mi chiedo : perché i tedeschi non vollero farci vedere quasi nulla ? Mentre gli italiani, quasi tutto ?
Stesso discorso per il cadavere nel bagagliaio : quello di Moro fu fotografato, quello di schleyer non lo trovo da nessuna parte...
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
25 ottobre 2018, di Aleth
Anche le pochissime immagini che ho trovato sul web del sequestro schleyer, sono davvero sospette e mi inducono a forti dubbi su quanto vedo :
nelle immagini di Fani, i cadaveri sono imbrattati di sangue, pozze di sangue si formano sul fondo della 130 di Moro, e dal cadavere di Iozzino in strada, un rivo di sangue si allunga per metri.
Invece, come potete vedere nel link infra, sulla scena di köln-braunsfeld si vedono 3 presunti cadaveri per strada, da cui non esce non dico un rivolo o una pozza, ma nemmeno una goccia di sangue.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
25 ottobre 2018, di Aleth
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
25 ottobre 2018, di Aleth
Sto ponendo domande - domande a cui occorre rispondere. Domande che non ho trovato sinora poste sul web. Domande che non ho mai sentito porre.
I 3 cadaveri in strada a braunsfeld, stando alla vulgata di regime, furono colpiti da quasi 100 proiettili in tutto : uno di essi, addirittura da 60 proiettili da solo.
Eppure , là dove si dovrebbe vedere un lago di sangue, schizzi di sangue dappertutto, fiumi di sangue, non se ne vede nemmeno una goccia attorno a tutti e 3 i presunti cadaveri : vuoi vedere che sono manichini ?
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
25 ottobre 2018, di Aleth
Perché, nelle pochissime foto che si trovano sul web, i 3 cadaveri visibili son sempre coperti da teli di plastica nera ?
Perché non ce li fecero vedere scoperti, come a Fani ?
Perché non trovo nessuna immagine del cadavere dell´autista di schleyer, che se ho ben capito, sarebbe stato ucciso al volante e lì sarebbe rimasto ?
Osservate le gambe del presunto cadavere a destra della foto : la loro posizione è del tutto innaturale per un cadavere : infatti sono piegate e hanno le ginocchia sollevate e alte, cosa impossibile per un vero morto, perché anche se fosse caduto con le gambe piegate, cosa in sé già strana, le ginocchia sarebbero cadute sui lati, divaricandosi, invece sono unite in alto, il che è assurdo.
Si tratta dunque di 3 manichini, o attori che si fingono morti ?
Si tratta forse di una finta, di una messinscena, buona solo come prova generale di Fani ?
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
25 ottobre 2018, di Aleth
Un´altra cosa, un´altra differenza fani/braunsfeld che sorprende, è la mancanza assoluta di mezzi di soccorso come ambulanze, medici, infermieri nelle pochissime foto a disposizione. Video poi, manco a parlarne, almeno fani ebbe Frajese, che qualcosa ci fece pur vedere, per quanto pappagallo di regime.
Ma anche i poliziotti o astanti che si vedono nel post-agguato, son pochissimi per un evento di tale magnitudo :
https://story.ksta.de/2017/09/die-e...
Il tutto poi avviene di sera, quindi si vede ancor meno, quel poco da vedere.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
25 ottobre 2018, di Aleth
https://www.welt.de/geschichte/raf/...
Qui vedete una foto, per quanto deliberatamente non nitida, dove pare che i 3 cadaveri visibili siano ancora scoperti, ma appunto, più di tanto non si vede, né si possono vedere in volto per confrontarli con le loro foto da vivi pubblicate.
Notate ancora, la presenza visibile di sole 2 persone sulla scena. E nessun soccorritore.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
25 ottobre 2018, di Aleth
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
25 ottobre 2018, di Aleth
Altra interessante foto ingrandita, presa più da vicino, ma col cadavere coperto :
https://www.welt.de/geschichte/raf/...
Notate come in prossimità del cadavere non si veda una sola goccia di sangue.
Notate come, nel gruppetto di 6 schaulustige sullo sfondo, la signora a sinistra se la rida di gusto.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
25 ottobre 2018, di Aleth
Notate anche come vi siano in primo piano delle mitragliette e caricatori sul cofano, che paiono messi lì a bella posta per i fotografi.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
25 ottobre 2018, di Aleth
La stessa foto ci dice molto altro :
https://www.welt.de/geschichte/raf/...
Il lunotto della macchina di scorta è infranto, e par di capire che i colpi che lo hanno infranto sian venuti da dietro, anche perché qui si vede un foro di ingresso singolo a sinistra del lunotto, che non può che esser venuto da dietro :
https://www.welt.de/geschichte/raf/...
Eppure tra tutt´e due le foto, si vede abbastanza bene che né il parabrezza della scorta è infranto, né la macchina di traverso, che ha fatto da cancelletto al convoglio, pare attinta da proiettili : il che significa, se davvero i colpi sono stati sparati in situ, che essi provenivano dall´alto e non dal piano strada, altrimenti avrebbero infranto o trafitto in più punti anche il parabrezza, e la macchina bianca di traverso.
Il che vuol dire, se anche si trattò di vero attentato, che i presunti raf sul piano strada o non c´erano, o non sono gli sparatori, o non furono i soli sparatori.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
25 ottobre 2018, di Aleth
Quel che invece si vede nel parabrezza della scorta, sempre qui :
https://www.welt.de/geschichte/raf/...
è la raggiera di quel che appare essere un foro singolo di proiettile, in alto a destra nel parabrezza. Ed è proprio questo a farci capire, pur nella opacità della foto, che il parabrezza è intatto, il che sarebbe stato impossibile, se i colpi da dietro che infransero il lunotto, fossero provenuti dal piano strada.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
25 ottobre 2018, di Aleth
Insomma, cominciamo già da queste primissime osservazioni sul corpus delle immagini e delle notizie in nostro possesso, a capire che la vulgata di regime sul sequestro schleyer è una menzogna.
Esattamente come la vulgata di regime su Fani. Anche lì, dove 5 agenti furono sicuramente trucidati, si sparò almeno anche dall´alto, da parte di cecchini militari superprofessionali.
Anche lì abbiamo fori singoli, frutto di colpi da dietro e dall´alto, sul lunotto dell´alfetta di scorta, e un foro singolo nel parabrezza in alto della 130 di Moro.
Il sequestro schleyer fu la vera prova generale del sequestro Moro.
E vedremo presto, che come Moro non poteva assolutamente essere a Fani, perché non sarebbe uscito vivo e illeso dall´inferno di fuoco incrociato, così schleyer non poteva essere a braunsfeld, per lo stesso motivo : li si voleva entrambi vivi in un primo tempo, per inscenare lo psicodramma collettivo dei 2 mesi circa in prigionia.
E come le scheinbr non c´entrano nulla col sequestro Moro, così la scheinraf non c´entra nulla con schleyer.
Si trattò di assassinii politici opera del terrore di regime del bilderberg - sotto falsa bandiera di falso terrorismo rosso, per criminalizzare le sinistre.
Moro fu prelevato prima di Fani. Schleyer, prima di braunsfeld.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
26 ottobre 2018, di Aleth
Un altro perfetto parallelismo Moro/schleyer è che gli scheinbr agenti della trimurti gladio/cia/mossad al servizio del bilderberg, oggi sono liberi e ricchi - esattamente come i loro colleghi scheinraf : il regime li ha premiati lautamente per aver fatto da prestanome ai 2 falsa bandiera.
Peter-Jürgen Boock fu liberato già 20 anni fa, nel 1998, e vive oggi splendidamente, da libero autore :
https://story.ksta.de/2017/09/die-e...
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
26 ottobre 2018, di Aleth
Sieglinde Hofmann fu liberata nel 1999, e oggi vive tranquilla da pensionata : cosa abbia fatto per meritare una pensione, lo sa solo il regime che l´ha premiata per i suoi crimini.
Bastino questi 2 esempi, cui corrispondono i vari scheinbr morucci, moretti e compagni di merende.
Chiedetevi perché il regime li ha premiati così, mentre milioni di persone oneste oggi in Italia fanno la fame.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
26 ottobre 2018, di Aleth
Ma il perfetto e più disgustoso parallelismo Moro/schleyer, son le 2 vulgate su come andarono i " fatti " a köln e a roma : per fani come per statz, la versione fornita da scheinbr e scheinraf è diventata il vangelo di regime : sono menzogne demenziali, eppure da più di 40 anni tutti ci credono xché lo dice la tv e tutti gli altri media in coro...
Vediamo dunque una per una, tutte le assurdità di tali versioni ufficiali, iniziando con statz che fa modello, anche propagandistico, per fani.
Ci baseremo su un tipico esempio tra i tanti, di narrativa dogmatica di regime :
https://story.ksta.de/2017/09/die-e...
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
26 ottobre 2018, di Aleth
L´autore di questa risibile ricostruzione è tal tim stinauer, pappagallo di regime del kölner stadt-anzeiger.
Osservate già la prima grande foto del luogo dell´agguato : non c´è quasi nessuno, se non un singolo tizio che sta smanettando col tergicristallo chissà a quale scopo, e quello che lo fotografa. Eppure è il più spaventoso massacro terroristico in germania occidentale dal 1945, correggetemi se sbaglio - uno si aspetterebbe una folla di periti, medici, fotografi, giornalisti, autorità...
Non c´è nessuno : l´agguato è avvenuto, o meglio sarebbe avvenuto, da poche ore, i cadaveri o presunti tali sono stati rimossi, e già la scena non interessa più a nessuno.
Cosa cavolo sia quella strana macchina edile a sinistra, e cosa ci faccia lì, non interessa minimamente né a stinauer né a nessun altro scheingiornalista.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
26 ottobre 2018, di Aleth
La seconda foto che ci mostra stinauer, sarebbe il pullmino usato dai presunti terroristi per la fuga. Sarebbe stato parcheggiato poco prima dell´agguato , lì vicino, da hofmann e boock. Si vede tanto di targa, K C3849, ma né a stinauer né ad alcun altro che io sappia, viene in mente di andare al pra di köln a chiedere a chi fosse intestata quella targa il 5.9.77. Se poi la targa è falsa, ci può dire la polizia, dopo 41 anni, qual era la targa vera ? A chi era intestata ?
Era rubato il pullmino ? Nulla, stinauer non ha di queste triviali curiosità - non gli interessa sapere chi finanziasse la costosa vita clandestina di boock hofmann e compagnia bella.
Un pullmino non è esattamente il mezzo veloce che uno si aspetterebbe per una fuga di terroristi incalzati da tutte le polizie d´europa, servizi segreti compresi, ma tant´ è , questo passava il convento.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
26 ottobre 2018, di Aleth
A questo punto, continua imperterrito stinauer, senza mai citare le fonti delle sue certissime informazioni, i 2 terroristi scaricano dal pullmino un carrozzino, in cui son nascoste le armi.
Se non ricordo male, questo buffo dettaglio del carrozzino fu ripreso dal sommo Fassbinder nel suo splendido Dritte Generation del 1979, nella scena finale del rapimento, parodia sarcastica e tragica della farsa di regime su schleyer. Un film che è un must per tutti, ve lo raccomando caldissimamente.
Si badi bene : stando a stinauer, cioè alla vulgata di regime, siamo poco prima dell´attentato. Le armi stanno nel carrozzino. Dunque i terroristi o presunti tali, sono disarmati fin qui.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
26 ottobre 2018, di Aleth
Alle 17.28 sieglinde avrebbe gridato : " Si inizia ! " come segnale ai suoi che sta arrivando schleyer.
Nella farsa della vulgata su fani, il ruolo dell´annunciatrice spetterà a rita algranati.
Sieglinde spinge il carrozzino in strada, mentre wisniewski e stoll con la mercedes ( anche questa di ignota origine e finanziamento ) bloccano l´auto di schleyer con una retromarcia improvvisa da un ingresso laterale.
L´autista di schleyer frena di botto, l´auto della scorta lo tampona ( esattamente lo schema che sarà spacciato come verità a fani )...e i terroristi aprono il fuoco.
Peccato che non si capisca bene con quali armi i terroristi aprano il fuoco, visto che le armi stanno nel carrozzino.
Tutto ciò non può che essere una demenziale bugia. Nulla di tutto ciò è mai avvenuto.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
26 ottobre 2018, di Aleth
Naturalmente, per il suo encomiabile ruolo di prestanome al falsa bandiera di regime, wisniewski è stato premiato con la libertà condizionata nel 1999, e vive tranquillo a köln, senza sentir nemmeno il bisogno di cambiare la città dove avrebbe compiuto la più efferata strage terroristica nella storia recente della germania ex-ovest.
E quando deve difendersi nei processi pendenti che ha, non ha difficoltá a pagarsi l´avvocatessa edith lunnebach, una che non penso lavori gratis. E nessuno chiede pubblicamente come faccia wisniewski a permettersi avvocatessa privata e non d´ufficio :
https://www.ksta.de/-von-mir-erfahr...
Anzi stando al link supra, wisniewski oggi è completamente libero, nemmeno più in libertà condizionata.
E si lascia intervistare per servizi tv, proprio come i nostri scheinbr.
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26 ottobre 2018, di Aleth
È chiaro dunque che queste carogne , i vari wisniewski moretti etc., sono sempre state sul libro paga del regime, dato che la clandestinità, le macchine, le armi, la propaganda etc. costano milioni all´anno. Alberto Franceschini ha testimoniato come i soldi veri, all´inizio della carriera criminale delle scheinbr, li tirasse fuori misteriosamente sempre simioni corrado, il grande vecchio del futuro hyperion, la cui segretaria ( sì, poteva permettersi pure la segretaria ) lavorava per la nato .
Basta questo a capire che, a parte pochi illusi presto arrestati o uccisi come curcio cagol o baader, gli altri cosiddetti " terroristi rossi " erano solo dei luridi infiltrati della trimurti cia/mossad/gladio - cioè del bilderberg.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
26 ottobre 2018, di Aleth
Continuiamo a sezionare il demenziale raccontino di stinauer - cioè il copione di regime per la falsa versione ufficiale del sequestro schleyer. Dopo aver sparato le prime dozzine di colpi, i raf con molto fair play cedono il turno alla scorta :
" Nach einigen Sekunden und Dutzenden Schüssen tritt eine kurze Feuerpause ein. Zwei der drei Personenschützer schießen zurück, treffen aber niemanden. Dann feuern die Terroristen weiter, wie von Sinnen. "
Ho letto da qualche altra parte che gli agenti di scorta avrebbero sparato in tutto 11 colpi - senza colpire nessuno.
Forse al buio non ci vedevano bene. O erano fuori esercizio. O forse non c´erano.
O forse c´erano, ma non potevano colpire nessuno perché non vedevano nessuno - perché i colpi venivano dall´alto e non dalla strada.
Ripeto il link oggetto di analisi :
https://story.ksta.de/2017/09/die-e...
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
26 ottobre 2018, di Aleth
A questo punto della narrativa non si capisce neppure chi dei terroristi avrebbe sparato all´inizio : wisniewski e stoll ?
Cioè, sono usciti dalla mercedes dopo aver bloccato il convoglio ; poi sono andati al carrozzino a prendere le armi nascoste lì dentro ; poi hanno sparato, e nel frattempo gli agenti della scorta li han lasciati gentilmente fare con comodo ?
Oppure boock e hoffmann, che stando vicino al carrozzino, avrebbero avuto più rapido accesso alle presunte armi ?
Non si capisce nulla. Ma a stinauer i dettagli logici non interessano - lui sta lì solo a spappagallare la fiction di regime.
Nulla di quel che dice è mai accaduto - perché è completamente implausibile e assurdo.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
26 ottobre 2018, di Aleth
La scenetta seguente è penosamente risibile : stoll salta sul cofano della macchina di scorta !!! Sta a pochi cm dai 3 agenti, eppure non lo beccano.
Spara un intero caricatore - stando a tinauer, le cui fonti sono ignote. Peccato che nessuna foto ci mostri questo cofano - dovrebbe ben essere ammaccato dopo che stoll c´`e saltato sopra - a meno che non fosse leggero come una piuma.
Inoltre non si capisce dove spara - spara agli agenti, ma dove sono gli agenti ? Già fuori si suppone, perché il parabrezza della scorta pare integro, dunque stoll non può aver vuotato il suo caricatore verso di esso - anche perché così facendo, avrebbe rischiato di beccarsi un cristallo sulla femorale.
Ma se gli agenti erano fuori, che k è saltato a fare stoll sul cofano ? Avrebbe potuto costargli la vita una tale diversione. Uno spara a uomini armati e addestrati, da un riparo, non faccia a faccia da pochi cm o metri. A meno che non voglia suicidarsi.
Tutte stronzate assurde e inverosimili - nulla di tutto questo è mai avvenuto, è creative writing della peggior specie.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
26 ottobre 2018, di Aleth
Oddio, si dice che stoll avesse effettivamente tendenze suicide - il 6 settembre 1978 pare che si fece ammazzare dalla polizia in un ristorante. Ma questa è la vulgata ufficiale, sulla quale per ora sospendo il giudizio.
Che stoll fosse a statz, lo dice solo boock.
La regola generale per orientarvi su questa gente sia questa : quando li arrestano e li tengono dentro per più di 20 anni, o quando li ammazzano quasi subito, erano giovani manipolati che si illudevan davvero di fare i che guevara. Quando non li ammazzano e li liberano dopo meno di 20 anni, erano e sono agenti del regime infiltrati.
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26 ottobre 2018, di Aleth
A questo punto, nel bel mezzo di tutta questa infernale sparatoria, 2 terroristi, non si dice quali, avrebbero estratto schleyer, miracolosamente illeso, dalla macchina, e lo avrebbero caricato sul pullmino volkswagen.
Sono le 17.30 del 5.9.1977 - un lunedì. Sono stati sparati, si legge, più di 100 colpi - ma nessuno sente niente, non ho letto sinora di alcun testimone oculare o auricolare, nessuno vede o sente niente nemmeno da qualche finestra.
Nessuna macchina si trova a passare di là.
È inutile aspettarsi dagli stinauer che si prendano la briga di far davvero il loro mestiere - di far cioè un po´ di fact-checking, anzi di sano factoid-checking, andandosi a cercare eventuali testi.
Nessun pedone col cane, deserto completo.
Eppure siamo a köln, non in mezzo al sahara.
Il casino delle frenate, del tamponamento, delle urla, degli spari, dei motori accesi avrebbe dovuto allertare mezzo quartiere. Niente.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
26 ottobre 2018, di Aleth
Sarà interessante confrontare il presunto luogo - prigione di schleyer con la presunta montalcini 8...
A presto.
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27 ottobre 2018, di Aleth
A questo punto del mythmaking, stinauer mostra le foto degli agenti presuntamente uccisi a statz - foto che dovrebbero, aristotelicamente, suscitare nella readership del kölner stadtanzeiger, paura, terrore, emozione e infine catarsi da ogni opinione e sentire di sinistra.
Il problema di queste foto, come vedemmo supra, è che non sono confrontabili/verificabili con foto di cadaveri, che mancano totalmente, a differenza di Fani.
Dunque resta l´epoché, non solo su se questi agenti siano veramente morti o esistiti, ma anche, in caso siano davvero stati uccisi, su dove e da chi, dato che essi non sono identificabili nelle foto della crime scene.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
27 ottobre 2018, di Aleth
Ancora e ancora : se davvero volevano suscitare pietà e terrore anticomunista, come volevano i bilderberg nell´ordire tale falsabandiera, perché non hanno mostrato le foto dei cadaveri in primissimo piano o quasi, volti insanguinati e tutto, come a Fani ?
Perché non mostrarono e non mostrano il cadavere di schleyer nel bagagliaio, come quello di Moro ?
È dunque legittimo il dubbio che quello di schleyer fu un finto sequestro e strage, prova generale di quella vera a Fani e caetani.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
27 ottobre 2018, di Aleth
Il nostro pappagallo di regime continua con gli articoli di fede, e ci narra dell´autopsia di Brändle autista della scorta, che per noi sin qui non può che esser la presunta autopsia di Brändle, del presunto Brändle ; e dei 60 fori di proiettile accertati presuntamente nel suo cadavere dai forensi.
Fonti : zero.
Foto : zero.
Perché dovremmo prender per buoni fattoidi inverificabili ?
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
27 ottobre 2018, di Aleth
Sto parlando di metodo, non sto facendo il cinico che non sono - se davvero questa gente fu barbaramente trucidata come asseriscono, a essa e ai loro familiari va tutta la mia solidarietà e simpatia.
Ma non è certo sulla base di fattoidi senza fonti né foto, del tutto inverificabili, che noi dobbiamo accettare la vulgata di regime.
Il metodo : de omnibus dubitandum, leggete l´introduzione cartesiana al Discorso sul metodo.
De omnibus dubitandum fino a evidenza chiara distinta e incontrovertibile.
Che qui manca del tutto.
Leggete anche Fatti e fattoidi del compianto Gillo Dorfles.
E studiate lo scetticismo greco, pur nei suoi limiti di un illogico relativismo a volte, superato e sepolto per sempre da Cartesio.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
27 ottobre 2018, di Aleth
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
27 ottobre 2018, di Aleth
La narrativa, la fabula su Pieler servirà da blueprint per quella sul povero Iozzino :
Pieler agente di scorta, è seduto dietro a destra - come Iozzino nell´alfetta ;
ha 20 anni - quasi come Iozzino, 24 ;
riesce a uscire dall´auto, proprio come Iozzino, e a sparare 3 colpi, proprio come Iozzino ;
poi muore crivellato, proprio come Iozzino.
Però c´`e una differenza enorme : il cadavere di Iozzino in strada ce lo mostrano da tutte le angolazioni in centinaia di foto e video ; quello di Pieler non si capisce quale sia, non si vede in volto, e per lo più è coperto da telo nero nelle pochissime foto che ho trovato.
Dunque perché mai dovremmo accettare la narrativa di regime su Pieler ?
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
27 ottobre 2018, di Aleth
Stesso dicasi per Ulmer, che pure lui sarebbe riuscito a rispondere al fuoco , prima di cadere crivellato da ben 26 proiettili, di cui solo 2 mortali.
Tutti articoli di fede, inverificabili.
Dove sono i verbali originali di tali presunte autopsie ? Dove sono le foto dei cadaveri fatte dalla scientifica ? Perché non ci fanno vedere assolutamente nulla di tutto ciò da 41 anni ?
Idem per il cadavere di schleyer - il presunto cadavere di schleyer nel bagagliaio.
Non sto asserendo controdogmaticamente che non furono uccisi - sto sospendendo il giudizio perché non ho dati verificabili per la vulgata di regime.
Dunque l´unica opzione logico-matematica sin qui su statz, è l´Epoché.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
28 ottobre 2018, di Aleth
Ecco una foto interessante :
https://story.ksta.de/2017/09/119-s...
Vi si vede chiaramente che il lunotto dell´auto di schleyer è integro, e non pare presentare nemmeno 1 foro di proiettile.
Ora paragonate la suddetta foro a quest´altra che già conosciamo :
https://story.ksta.de/2017/09/die-e...
Qui c`è anche la macchina della scorta, col lunotto fracassato :
come è possibile che nessun proiettile che ha infranto il lunotto della scorta, non ne abbia infranto anche il parabrezza, nonché il lunotto dell´auto di schleyer lì davanti ? Se davvero questi 119 colpi furono sparati tutti dal piano strada ?
L´integrità del parabrezza della scorta e del lunotto di schleyer si spiega bene invece, se i colpi provenivano da cecchini appostati in alto, e dunque avevano traiettoria obliqua e non orizzontale .
Sempre se tali colpi furono davvero sparati a statz, e se per esempio le macchine non furono portate lì a far scena già in quello stato.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
28 ottobre 2018, di Aleth
Un altro dettaglio interessante di questa foto :
https://story.ksta.de/2017/09/119-s...
è il finestrino anteriore sinistro fracassato della macchina di schleyer, che corrisponderà a quello della macchina di Moro :
Schleyer come Moro, sarebbero stati seduti dietro, eppure non una delle mille violentissime schegge di cristallo li colpirono.
È anche strano che il vetro anteriore destro appaia integro, e non vi sia traccia apparente, per quanto è dato vedere, di fori nello sportello anteriore destro aperto : i 5 proiettili che
avrebbero ucciso l´autista, furono dunque i soli sparati lì dentro, tutti a segno e tutti ritenuti ? Anche questo parrebbe più lavoro di precisione di cecchini dall´alto che di scheinraf o veri raf privi di preparazione militare.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
28 ottobre 2018, di Aleth
Sempre a questo link :
https://story.ksta.de/2017/09/119-s...
il solito stinauer ci informa, al solito senza fonti, che
" Es ist früh am Morgen des 5. September 1977, als Hanns Martin Schleyer sein Haus in Stuttgart verlässt. Ein Montag. Die Familie schläft noch. Ein Fahrer chauffiert den Arbeitgeberpräsidenten, Vorsitzenden des Bundesverbandes der Deutschen Industrie und Vorstandsmitglied von Daimler Benz, zum Flugplatz. Dort steht der Daimler Firmenjet „Falcon“. Um 7.15 Uhr landet Schleyer in Köln. " :
se ciò è vero, allora schleyer da casa sua a stuttgart all´aeroporto, non ha scorta ma solo autista : dunque perché la raf avrebbe dovuto rapirlo a köln, dove aveva 3 agenti di scorta, e non a stuttgart, dove girava col solo autista ?
Evidentemente, se vera fu la strage, qualcuno aveva bisogno di un rapimento con strage : e questo qualcuno non fu certo la raf, che sarebbe stata davvero idiota a rischiare la vita quando poteva prender schleyer tranquillamente a stuttgart, dove girava col solo autista, magari pure disarmato come si dice fosse Marcisz a statz.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
28 ottobre 2018, di Aleth
A questo punto, il racconto di stinauer, sempre qui :
https://story.ksta.de/2017/09/119-s...
diventa ancora più assurdo :
schleyer e scorta lasciano l´ufficio alle 17. Da oberländer ufer a statz son circa 15´ di macchina.
L´agguato avverrebbe alle 17.28 - veramente troppo tardi, a meno che l´autista non andasse a 30 all´ora.
Comunque : quando schleyer esce e si avvia, ci sarebbero raf appostati che lo vedono e telefonano subito al caffè in aachener straße dove aspettano i 4 killer - boock, wisniewski, hofmann e stoll.
Ora siccome all´epoca non c´erano i cellulari, questo raf che avrebbe telefonato al caffè, deve averlo fatto da una cabina, il che implica una certa perdita di tempo tra l´avvistamento e la telefonata, a meno che ´sto raf non fosse già dentro una cabina col telefono in mano e con vista sull´uscita dell´ufficio di schleyer.
Inoltre quando chiama questo anonimo caffè, chi risponde ? Se c´era un telefono pubblico con numero in questo caffè, possiamo immaginare uno dei terroristi che aspetta lì vicino pronto a rispondere - ma rischiando di essere importunato da un altro avventore che deve telefonare, e di essere visto da un sacco di gente.
Comunque appena ricevuta chissà come `sta presunta telefonata di cui non ci han mai detto da dove fu fatta, i 4 killer schizzano fuori : peccato che sia troppo tardi per arrivare in tempo a statz, perché da aachener str. a statz ci vogliono almeno 5 minuti di macchina, e siamo già ben dopo le 17 , e dall´ufficio di schleyer a statz ci vuole un quarto d´ora sì e no, e la telefonata deve esser arrivata alquanto dopo le 17, e poi il tempo di arrivare alle macchine, e il traffico, è tutto troppo stretto per posizionarsi ai cancelletti, tirar fuori il carrozzino, preparare le armi...
È del tutto inverosimile che 4 veri killer non avrebbero aspettato già a statz da almeno mezzora prima, e che avrebbero ingannato il tempo in un bar in bella vista di dozzine di avventori gestori etc., che avrebbero rischiato di arrivare troppo tardi per un semaforo rosso o un ingorgo, di trovare i posti programmati occupati da altre auto.
Tutto ciò è completamente ridicolo, non è mai avvenuto.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
29 ottobre 2018, di Aleth
Perché stinauer non ci dice il nome del caffè sulla aachenerstr. ? Perché non ha cercato, lui che è di köln, di contattare il gestore di allora, camerieri etc., per farsi confermare che effettivamente c´erano i 4 killer presunti il 5.9.77 attorno alle 17 ?
Questo anonimo caffè di aachener troverà il suo gemello italiano nel bar/ristorante/pasticceria olivetti a fani, davanti al quale avrebbero atteso i presunti killer br il 16.3.78.
Ancora una volta, si conferma statz come prova generale di fani.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
29 ottobre 2018, di Aleth
A questo punto, continua la vulgata di regime spappagallata da stinauer,
" Den Mercedes parken sie auf der Vincenz-Statz-Straße vor einer Hauseinfahrt. "
Saranno diventate perlomeno le 17.15. Strano che schleyer non sia ancora arrivato. Tuttavia la cosa più idiota che potevano fare i killer era parcheggiare in un ingresso garage privato - perché era l´ora del rientro, e se proprio in quel momento il proprietario fosse rientrato, o magari fosse riuscito dal garage, avrebbe mandato a monte tutto o almeno complicato enormemente le cose.
Tutto ciò è demenzialmente inverosimile.
Per non parlare del fatto che la Germania è il paese della Ordnung, e se parcheggi abusivamente sul vialetto a bloccare un garage privato, in men che non si dica rischi di trovarti lì la polizia chiamata da qualche solerte cittadino.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
29 ottobre 2018, di Aleth
...A meno che il proprietario del vialetto privato fosse un agente del terrore di regime come gli scheinraf - e come i vari moscardi tullio di via fani 109, bonanni patrizio e barbaro bruno di fani 109, e compagni di merende di gladio.
Vedi l´ottimo libro di Carlo D´Adamo e James Hepburn Jr, Coup d´état in via Fani, Pendragon editore, Bologna 2018.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
29 ottobre 2018, di Aleth
Micro-flashback al momento in cui stando all´infaticabile stinauer
" Die vier Terroristen stürmen aus dem Lokal " :
senza pagare il conto ? Anche quello può prender tempo, specie se il locale è affollatuccio...
Il diavolo è nel dettaglio, ma agli stinauer queste banalità non interessano. Il mythmaking non è fatto di scontrini fiscali e altre umili Realien.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
29 ottobre 2018, di Aleth
Siamo quasi al momento topico del film :
" Boock und Hofmann sind in einem VW Bulli hinterhergefahren. Sie stellen den Transporter hundert Meter entfernt an der Kreuzung ab. Laden einen blauen Kinderwagen aus, in dem sie Maschinenpistolen versteckt haben. " :
ora - se tu stai per ammazzare qualcuno, e se quel qualcuno sono 3 armati, certo vuoi che pochi minuti prima le armi sian pronte a sparare, quindi te ne accerti per tempo e togli la sicura e imbracci.
Invece no, questi con schleyer in arrivo da un momento all´altro a tutta velocità, nascondono le pistole mitragliatrici nel carrozzino - così se, come sarebbe stata l´unica cosa logica da farsi, erano già senza sicura, avrebbero rischiato di sparare da sole al minimo urto del carrozzino o piede in fallo di hofmann o boock, e ammazzarli tutti e due.
Per non parlare della decisiva, rischiosissima perdita di tempo a dover percorrere 100 m col carrozzino e tirarle fuori dal carrozzino all´arrivo di schleyer.
Ma come si fa a non vergognarsi a scrivere simili stronzate per 41 anni ?
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
29 ottobre 2018, di Aleth
Osservate ora questa foto di Heinz Marcisz , sempre a :
https://story.ksta.de/2017/09/119-s...
è veramente strana proprio come qualità di foto, luce etc. : sembra una foto degli anni 30, non degli anni 70.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
29 ottobre 2018, di Aleth
Altra stranezza : nelle prime foto del link, sulla scena, gli agenti che la presidiano sono ben coperti, giacche di cuoio, maglioni : e ne hanno ben donde, perché quella sera la temperatura a köln scese sotto i 10 gradi :
https://chroniknet.de/extra/histori...
Di giorno aveva bensì raggiunto i 21, ma poi era scesa bruscamente. Stando a stinauer, il suo collega braun arrivò sulla scena del crimine grosso modo verso le 19 o poco prima, essendo stato avvisato a casa dalla redazione alle 18.15.
Successivamente, sulla scena, anzi a 100m da essa perché la polizia a differenza che a Fani non fece avvicinare nessuno, braun fu avvicinato dalla moglie di Marcisz, Anna.
Ma la foto che ci mostrerebbe Anna e poliziotti, ce li mostra in maglietta a maniche corte - eppure siamo dopo le 19, e la temperatura è scesa a picco.
Comunque, i tedeschi son tedeschi e magari in quei frangenti uno non pensa al meteo.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
29 ottobre 2018, di Aleth
Intendiamoci bene : io non sto affatto irridendo alla sofferenza di vittime del terrore !
Sto solo cercando la verità, e finora non ho trovato alcun riscontro logico alla versione di regime - anzi, ho trovato contraddizioni insanabili.
Se Anna e sua figlia Ute T. e tutti gli altri sono veri e tutto il loro tragico dolore è vero, ad essi va tutta la mia simpatia e solidarietà. Ma nemmeno loro forse immaginano chi ha veramente ucciso i loro cari.
Io sto solo cercando la verità, e mi dispiace che i figli non stiano facendo lo stesso.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
29 ottobre 2018, di Aleth
Segue poi la menzione di tal Plützer, che sarebbe stato il primo poliziotto sulla scena. Era da solo ? I poliziotti vanno in giro almeno in 2 di solito.
Comunque ecco le prime cose che fa nel suo racconto :
" „Am Tatort sind tausend Eindrücke auf mich eingestürzt“, erinnert sich Plützer heute. Zuerst vergewisserte er sich, ob die vier Opfer tatsächlich tot waren. Gab dann per Funk eine Fahndung nach dem Bulli raus, den Zeugen beobachtet hatten. " :
ma era anche medico questo Plützer ? Che ne sa lui, chi lo ha intitolato a emettere diagnosi di morte ? La prima cosa che doveva fare era chiamare l´ambulanza ! E invece è l´unica cosa che non fa.
È un racconto al solito assurdo.
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29 ottobre 2018, di Aleth
Infra nell´articolo, Plützer dice effettivamente che era con un anonimo collega. Speriamo che almeno questo collega abbia chiamato l´ambulanza.
Spero di avervi dimostrato che , in generale, anche se posso ovviamente aver sbagliato su uno due singoli punti, la vulgata di regime su statz è totalmente falsa e menzognera.
Se strage vi è stata, essa non poté assolutamente esser opera dei raf veri o presunti. Fu un falsabandiera del terrore di regime. E servì da prova generale di Fani.
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29 ottobre 2018, di Aleth
Con questo sia ben chiaro che non intendo affatto scagionare quei criminali bastardi dei raf o scheinraf.
Voglio solo dire che essi agirono, consapevolmente o no, da prestanome e prestavolti per una strage di regime, il cui fine era criminalizzare la sinistra e toglierla di mezzo.
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29 ottobre 2018, di Aleth
Ho trovato finalmente qualche spezzone video di statz qui :
https://www.youtube.com/watch?v=fMj...
Pare trattarsi di spezzoni di telegiornali. A 0`36`` si vede parte di un cadavere in strada, ma non il suo volto.
Quello che colpisce ancora una volta, è che nonostante gli abiti paiano arrossati di sangue, attorno ad esso non c`è neppure una singola goccia di sangue.
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29 ottobre 2018, di Aleth
Ho trovato presunti nome e indirizzo del caffè dove i 4 presunti killer si sarebbero intrattenuti prima della strage :
Eiscafé Stass, Aachener Straße 507 in Lindenthal.
Fonte :
https://www.focus.de/regional/koeln...
Ma neppure questo giornalista ha pensato di fare del sano factoid-checking.
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29 ottobre 2018, di Aleth
Peccato che google ignori completamente l´esistenza di questo presunto eiscafé. Certo, dopo 41 anni potrebbe aver chiuso. Ci vorrebbero le pagine gialle di köln del 1977/78 per controllare se esisteva.
A google non risulta nessun eiscafé a quell´indirizzo oggi.
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30 ottobre 2018, di Aleth
Ecco una street view di googlemaps di aachenerstr. 507 nel 2008 :
https://www.google.it/maps/place/Aa...
Non si vede il civico 507, si vede il 509, dunque dovrebbe essere il locale che si affitta a sinistra del 509, perché a destra i civici vanno a crescere - a meno che tutta la numerazione non sia cambiata tra il ´77 e il 2008.
Dunque già nel 2008, l´eiscafé presunto non esisteva più - ammesso che sia mai esistito.
C`è cartello affittasi con nome e numero dell´immobiliare : qualcuno di voi 15 connessi che forse mi leggete, potreste se avete i soldi per telefonare e parlate tedesco o inglese e vi interessa davvero la Verità, telefonare a questa immo e chiedere se erano loro i proprietari del locale anche il 5.9.77 o chi fosse allora, e poi dal proprietario di allora, risalire ai gestori, personale etc., ammesso che siano mai esistiti, dell´eiscafé, ammesso che sia esistito, e chiedere conferma della presenza dei 4 killer attorno alle 17 del giorno fatale :
lig immobilien, 0221 - 94 74 00
www.lig-immobilien.de
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30 ottobre 2018, di Aleth
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
30 ottobre 2018, di Aleth
Another way around it :
secondo la vulgata di regime come abbiam visto , ´sto presunto eiscafé si chiamava stass. In genere questi localetti prendono il nome dal gestore, anche considerando che stass in tedesco non significa niente.
Dunque ecco i 4 stass che escono dall´elenco del telefono di köln che ho trovato sul web :
https://www.dasoertliche.de/?kgs=05...
Telefonategli - qui occorrerà il tedesco, perché se erano gestori di bar gelateria, difficile che sappian l´inglese.
Magari sono loro, ancora vivi e lucidi dopo 41 anni, o i figli che allora eran giovani.
Telefonate e chiedete se sono loro, se esisteva ´sto eiscafé, se videro i 4 killer il 5.9.77 attorno alle 17.
Se sono loro, la polizia li dovette ben interrogare come testimoni allora, dove sono i verbali delle loro dichiarazioni di allora ?
Il regime non ci ha detto nulla, nulla di verificabile.
Provvedete voi se avete i soldi, magari avran voglia di parlare.
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30 ottobre 2018, di Aleth
In ogni caso notate sulla street view di googlemaps, come questo locale sia su una strada trafficata, popolare, piena di negozi : vi pare mai verosimile che 4 terroristi che si apprestano a compiere la strage politica più grave da decenni, si fanno vedere da tutti mezzora prima a prender tranquillamente il caffè in un bar ?
La stessa cazzata ci fu raccontata poi nella fotocopia di Fani, coi 4 avieri al bar olivetti o lì vicino a passeggiare su e giù per via stresa etc.
Ci sono solo 2 spiegazioni logiche qui : o ´sti scheinraf e scheinbr non sono mai stati al bar , oppure hanno voluto farsi vedere bene apposta, affinché si radicasse nel popolo la certezza falsa che autori del crimine fossero loro - perché appunto furono prestanome e prestavolto del terrore di regime.
Mai e poi mai dei veri terroristi avrebbero atteso di partire per la strage in un locale pubblico.
Non era neppure necessario per la presunta comunicazione telefonica della partenza di schleyer dall´ufficio, stare in un locale con telefono pubblico con numero - bastava una cabina con numero.
Inoltre in un locale, correvano il rischio di trovare telefono occupato da altro cliente - a meno che il proprietario essendo complice, avesse messo loro a disposizione il suo telefono fisso privato.
Ma c´`e un altro argomento che schiaccia definitivamente l´assurdità della vulgata di regime.
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30 ottobre 2018, di Aleth
I walkie talkie. Questi protocellulari esistono dalla seconda guerra mondiale, e nel 1977 eran già molto sviluppati. Con walkie talkie di sufficiente potenza, qualità di antenna etc., si poteva parlar già allora a kilometri di distanza, senza alcun bisogno di stressarsi coi telefoni pubblici.
E ´sti scheinraf non avevano certo problemi di soldi, dato che disponevano di milioni di marchi di mai chiarita origine per appartamenti, macchine a go-go, tutte di alta cilindrata,vita clandestina, spostamenti internazionali, armi e munizioni ad libitum, etc. - milioni assolutamente non spiegabili cin la manciata di rapine loro attribuita.
L´ultimo dei loro problemi sarebbe stato permettersi l´ultimo e più potente modello di walkie talkie.
Vedete dunque che la vulgata di regime sulle telefonate dalle cabine è totalmente assurda.
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30 ottobre 2018, di Aleth
A köln nel 1977 i walkie talkie erano di uso comune anche tra professionisti civili - il reporter braun della kölner stadtanzeiger lo usava d´abitudine :
" Braun will per Funkgerät einen ersten Bericht an die Redaktion durchgeben, " :
https://story.ksta.de/2017/09/119-s...
da statz, vuol comunicare con la redazione tramite walkie talkie. Calcolate che, se il kölner stadtanzeiger non ha cambiato indirizzo da allora, da statz alla redazione son più di 9 km - che dunque i walkie talkie coprivano benissimo nel 1977 - ; dall´ufficio di schleyer su oberlander ufer al caffè su aachenerstr la distanza è più o meno quella.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
1 novembre 2018, di Aleth
Un altro parallelo tra le demenziali vulgate di regime su Statz e Fani, è il rebus di come facessero i presunti terroristi a sapere esattamente che strada avrebbero fatto schleyer e Moro quei giorni.
Moro non faceva assolutamente sempre la stessa strada, non passava sempre per fani, aveva almeno 3 percorsi alternativi, come attestò sua moglie alla Moro 1. Dunque lei stessa giustamente si era chiesta come facessero i br a essere così certi che proprio quel giorno sarebbe passato da fani/stresa.
Idem per schleyer.
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1 novembre 2018, di Aleth
È impossibile che schleyer con la scorta facesse sempre la stessa strada, perché ciò sarebbe assurdo per uno minacciato di attentato imminente, e che per questo aveva ricevuto la scorta.
Google ci dice che da oberländer ufer dove pare fosse l´ufficio di schleyer, a raschdorffstraße 10 dove schleyer abitava quando era a köln, ci sono almeno 3 percorsi possibili - e badate che google dà solo i più economici in termini di tempo e distanza, mentre uno che viaggia con la scorta può anche per ragioni di sicurezza, discostarsi alquanto da tali parametri :
https://www.google.it/search?source...
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1 novembre 2018, di Aleth
Dunque ritorna più che legittima la domanda : come facevano i presunti raf, a sapere che quel giorno schleyer avrebbe fatto proprio il percorso sul quale avevan piazzato le vedette, e sarebbe passato proprio per l´incrocio presso il quale avevano programmato l´agguato ?
Idem per Moro.
Evidentemente, terroristi di regime indussero la scorta di Moro e quella di schleyer a passare proprio di là quel giorno, tra i vari percorsi possibili : qualcuno di alto rango , che aveva il potere di ordinare agli agenti un percorso ed esigerne obbedienza senza discussioni : un alto papavero del terrore di regime, appunto.
Quod erat demonstrandum.
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1 novembre 2018, di Aleth
Posso essere ancor più preciso : l´ufficio di schleyer si chiamava deutsche arbeitgeberverband, la confindustria tedesca, e se non ha cambiato indirizzo da allora ( ma certamente non ha cambiato quartiere ) sta a :
volksgartenstr. 54 A
50677 köln
Ora se voi chiedete a google la durata del percorso auto da tale indirizzo a quello di casa schleyer, google vi offrirà ben 3 percorsi diversi :
https://www.google.it/search?ei=Rcv...
Come facevano ´sti scheinraf a sapere su quale dei 3 postare le vedette e l´agguato il 5.9.77 ?
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1 novembre 2018, di Aleth
L´ennesimo parallelo tra le menzogne di regime su statz e Fani, è l´uso in entrambi i casi di pallottole nato, speciali munizioni americane : come avrebbero mai fatto i raf e le br a procurarsele ?
" Boock und Hofmann feuern mit Waffen, in denen Hochgeschwindigkeitsgeschosse stecken, von Amerikanern für den Vietnam-Krieg entwickelt. Wisniewski verschießt Spezialmunition, die selbst dickes Blech durchschlägt " :
http://www.spiegel.de/spiegel/print...
Stessa cosa accade a Fani, dove vengono repertate munizioni in dotazione solo a gladio e presenti allora solo nei depositi di gladio : come k avrebbero fatto i br a procurarsele ?
Dunque delle 2 l´una : o ´sti scheinraf/scheinbr erano agenti di gladio, o gli attentati non li han fatti loro, bensì cecchini nato militari specializzati.
In entrambi i casi, i 2 attentati paralleli furono opera del terrore di regime - quod erat demonstrandum.
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2 novembre 2018, di Aleth
Tornando agli almeno 3 percorsi differenti che schleyer aveva a disposizione ogni giorno per tornare a casa dall´ufficio con la scorta :
https://www.google.it/search?ei=Rcv...
Notate come essi siano tutti equivalenti sia in termini di distanza sia di tempo di percorrenza : quindi sarebbe stato oltremodo assurdo per una scorta a un personaggio ufficialmente avvertito di essere vittima potenziale del terrore, fare tutti i giorni la stessa strada.
Ancora dunque e ancora la domanda legittimissima : come avrebbero fatto ´sti scheinraf a sapere che strada avrebbe scelto schleyer quel giorno, e a postare vedette e killer proprio in quei presunti punti dove presuntamente si misero, e non in altri ?
La vulgata di regime su statz e Fani è una lurida menzogna di propaganda lunga 41 anni.
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2 novembre 2018, di Aleth
Secondo un altro articolo che ho letto or ora, la sede della confindustria tedesca presieduta da schleyer allora, non era in volksgarten, bensì a oberländer ufer 72 - siamo comunque nello stesso quartiere di köln :
https://www.focus.de/regional/koeln...
Comunque il discorso non cambia : i 3 percorsi alternativi suggeriti da google sono perfettamente equivalenti in termini di tempi di percorrenza :
https://www.google.it/search?source...
Ergo, impossibile che schleyer , un uomo ufficialmente nel mirino, facesse ogni giorno la stessa strada - esattamente come non la faceva Aldo Moro.
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3 novembre 2018, di Aleth
Ecco un´altra foto della scena del crimine coi cadaveri : attorno ad essi, non una goccia di sangue è visibile : eppure in teoria, sono stati appena crivellati di proiettili :
https://www.focus.de/regional/koeln...
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3 novembre 2018, di Aleth
Stando alla vulgata di regime secondo lo stesso articolo citato, il cervello del sequestro schleyer fu la raf brigitte mohnhaupt : il che è impossibile, perché la mohnhaupt nel 1977 non poteva non essere sotto controllo di polizia e servizi, in quanto :
" Am 9. Juni 1972 wurde sie in Berlin verhaftet und wegen Unterstützung einer kriminellen Vereinigung, Körperverletzung und unerlaubten Waffenbesitzes zu einer Freiheitsstrafe von vier Jahren und sechs Monaten verurteilt. Nach einer Tätlichkeit gegen eine Justizvollzugsbeamtin erhielt sie weitere zwei Monate Haft. " :
https://de.wikipedia.org/wiki/Brigi...
In altre parole, la mohnhaupt era "bruciata" e non avrebbe avuto senso né per lei né per gli altri mettersi a cospirare ancora per un crimine di tal livello, in quanto non poteva non sapere di essere sotto controllo da almeno 5 anni - a meno che non fosse lei stessa, come certamente era, un´agente dei servizi.
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3 novembre 2018, di Aleth
Naturalmente, come tutti gli altri scheinraf e scheinbr, oggi la mohnhaupt è libera e felice, premiata dallo stato per i suoi crimini di prestanome e prestavolto del terrore di regime : il 25 marzo 2007 fu rilasciata.
Oggi vive legalmente sotto nuovo nome , la privacy le è garantita perché nessuno sa dove vive, prende il generoso assegno di disoccupazione dello stato con appartamento pagato :
https://www.focus.de/politik/deutsc...
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3 novembre 2018, di Aleth
Come può una criminale appena uscita di galera, di cui polizia e servizi sanno tutto, dopo 5 anni dentro, mettersi subito a organizzare il più eclatante attentato terroristico nella storia della germania ovest ?
Eppure proprio questo sarebbe accaduto, stando alla versione della vulgata di regime qui :
https://www.focus.de/regional/koeln...
e qui :
https://de.wikipedia.org/wiki/Brigi...
Arrestata il 9 giugno 1972, la mohnhaupt sarebbe stata rilasciata l´8 febbraio 1977 - giusto in tempo per organizzare il sequestro schleyer di nemmeno 7 mesi dopo, in santa pace e tranquillità.
Chi crede a una tale stronzata è un cretino congenito, o uno che non sa o non vuole liberarsi dalla lobotomia di regime.
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3 novembre 2018, di Aleth
Questo demenziale articolo citato :
https://www.focus.de/regional/koeln...
continua così :
" Das „Spindy“-Team besorgte falsche Pässe, Waffen, Autos. Man kaufte oder stahl folgende Tatfahrzeuge: Einen Alfa Romeo (für Schleyers Observation genutzt), in Porz einen Mercedes 300 D (das Sperrfahrzeug, mit dem die Schleyer-Kolonne gestoppt wurde) und in Forsbach einen Mercedes 230 (der Kofferraum wurde für den Transport Schleyers präpariert). Außerdem einen VW Bus. "
4 macchine costosissime : un´alfa romeo, 2 mercedes, un grosso pullmanino volkswagen : in parte rubate ( dove esattamente ? ) e in parte acquistate : con quali soldi ? Da dove uscivano tutti questi milioni di marchi a go-go ? Dalla manciata di rapine attribuite alla raf ? Come si fa a preparare un attentato servendosi di macchine rubate, che al primo controllo di polizia potrebbero essere tracciate e mandare a monte tutto ?
Chi finanziava la scheinraf ? Chi procurava i falsi passaporti ? Chi le armi ?
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3 novembre 2018, di Aleth
Tali fondamentali domande sono oziose x il nostro pappagallo di regime du jour.
Per noi invece sono fondamentali. Follow the money, ci insegnavano i sommi Falcone e Borsellino, e arriverai ai mandanti. Se non salti in aria prima. Ma se sono saltati in aria, vuol dire che avevano ragione : follow the money, e troverai i mandanti.
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3 novembre 2018, di Aleth
" Eine Wohnung im 26. Stock des Unicenters wurde zur Kommandozentrale: Logistische Basis, Versteck, Konferenzraum. " :
chi pagava l´affitto ? Chi pagò la cauzione e il deposito, e gli standard 3 mesi di affitto anticipato, al momento di prenderlo ? Con quali soldi ?
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3 novembre 2018, di Aleth
" Aus den Arsenalen besorgten sich die Täter die Waffen, darunter Schnellfeuergewehre. Die RAF verfügte über bis zu elf Erddepots in der BRD, darunter eines mit dem Tarnnamen „57 ende“ bei Köln. " :
armi a go-go, mitragliatrici, 11 depositi d´armi nella germania ovest, munizioni ad libitum : tutta roba che costa fior di soldi e che non si può procurare solo a forza di rapine:
chi pagava - ammesso e non concesso che ci sia almeno qualche atomo di verità nella vulgata di regime ?
Per non parlare del costo di chi ti addestra a usare le armi, degli spazi per esercitarsi, della vita in clandestinità per almeno una dozzina di terroristi - sono milioni all´anno, da dove venivano ?
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3 novembre 2018, di Aleth
La manutenzione di armi automatiche, esplosivi etc. poi, è roba da specialisti : non esattamente il tipo di gente che solitamente lavora gratis et amore dei o per la rivoluzione comunista : chi li pagava ?
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3 novembre 2018, di Aleth
Ma chi era questo schleyer ? Era davvero quel pezzo grosso che la vulgata ci ha fatto credere ?
Qui apparentemente, la differenza tra caso Moro e caso schleyer è enorme : perché Moro era di centrosinistra e aveva aperto ai comunisti, dunque le br non avevano nessun motivo logico di rapirlo.
Invece schleyer presidente della confindustria tedesca, appariva come l´epitome del capitale, e inoltre aveva un passato nazista di cui era fiero.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
3 novembre 2018, di Aleth
Ebbene sappiate : schleyer non era nessuno. Nessuno.
Realtivamente parlando, s´intende.
Il potere, quello unico e vero, in germania come ovunque ce l´hanno solo i grandi finanzieri : hanns martin schleyer era solo il loro servo fedele, un funzionario, per quanto di grado elevato.
Non era nessuno, era spendibile e sacrificabile da quello stesso terrore di regime che l´aveva promosso.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
3 novembre 2018, di Aleth
Aveva bensì origini borghesi, come figlio del presidente di un TAR regionale. Un suo prozio era stato prelato cattolico e inventore del Volapük, una delle prime lingue artificiali.
Gente in gamba, ma non padroni del vapore.
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3 novembre 2018, di Aleth
Schleyer stesso si laureò in legge e poi cominciò una carriera non eccelsa di funzionario nazista prima, liberalcapitalista poi. Un segretario del capitale e nulla più.
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5 novembre 2018, di Aleth
La assurda telefonata di morucci al prof. tritto del 9.5.78, annunciante dove ritrovare il cadavere di Moro, trova il suo modello nella telefonata anonima del 19.3.77 annunciante dove ritrovar il cadavere di schleyer :
https://www.welt.de/politik/article...
La telefonata del morucci a tritto dura 3 minuti : eppure morucci x sua stessa ammissione sapeva da settimane che il telefono di tritto era sotto controllo - eppure la polizia non individua in tempo reale da dove chiami morucci e non lo arresta. Né ci è stato detto sinora in 40 anni e passa, da dove provenisse quella chiamata. Chiaramente, morucci non ha alcun timore di essere arrestato e neppure localizzato mentre chiama. Sa di agire nella più certa impunità garantita.
Con schleyer si era stabilito lo stesso assurdo precedente :
" Vor 30 Jahren, am 19. Oktober 1977, meldete sich eine Frau am Telefon des Stuttgarter Büros der Deutschen Presse-Agentur und verlas diesen Text: „Wir haben nach 43 Tagen Hanns Martin Schleyers klägliche und korrupte Existenz beendet. Herr Schmidt, der in seinem Machtkalkül von Anfang an mit Schleyers Tod spekulierte, kann ihn in der Rue Charles Peguy in Mulhouse in einem grünen Audi 100 mit Bad Homburger Kennzeichen abholen.“ " :
dopo settimane dal sequestro e con tutti i casini addizionali successi nel frattempo, tutti i telefoni tedeschi eran sotto controllo di sicuro, figuriamoci quello della principale agenzia di stampa : eppure x 41 anni e passa, nessuno ci ha detto da dove provenisse quella telefonata, xché il chiamante o la chiamante non fu localizzata subito, o almeno il telefono su cui prendere le sue impronte digitali etc.
Nessuno ci ha detto queste cose, e non possiamo certo chiederlo ai pappagalli di regime dei massmedia come questo ennesimo pseudogiornalista, di porre pubblicamente queste domande.
Il che coimplica una sola risposta logica : che dette telefonate furono fatte da agenti del capitalfascismo come morucci e l´anonima gola profonda sua omologa tedesca:
scheinbr e scheinraf al soldo del terrore di regime del bilderberg.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
5 novembre 2018, di Aleth
Occorre insistere molto su questo punto : apparentemente, mentre il cristianosociale e aperto al PCI Moro era un obbiettivo assurdo per le br, l´ex nazista schleyer, capo della confindustria, era un target logico per la raf - questo almeno nella vulgata di regime che lobotomizza il mondo da 41 anni.
Ma abbiamo già visto che le cose non stanno così - primo perché schleyer non era nessuno, in the relative way.
Poi perché non era affatto così capitalist pig come lo si dipingeva :
" Er pflegt einen kooperativen Stil, bleibt immer bescheiden – und steigt unauffällig Stufe um Stufe auf. Er ist ein konservativer Paternalist, der jeden Arbeiter ernst nimmt und der in der Sozialpartnerschaft der Bundesrepublik vermutlich so etwas wie die Fortsetzung der Volksgemeinschaft sieht. " :
un bismarckiano fuori tempo, non un globalista assassino e sfruttatore tutto e solo teso alla compressione salariale :
" weil er mit seiner Vorliebe für die bis tief in die Nacht reichenden Verhandlungsrunden, mit seiner Vorliebe für Bier, Genever, Underberg und deutsche Küche nicht mehr ganz in die neue Zeit passte. Als er Chef des Bundes der Deutschen Arbeitgeberverbände (BDA) und neuen Monate vor seiner Ermordung zusätzlich Chef des Bundesverbands der Deutschen Industrie (BDI) wird, ist das kein Aufstieg. Passt aber zu dem Verbandsmenschen Hanns Martin Schleyer. Er kämpfte für ein gemeinsames Unternehmerinteresse, dem allein schon der Wettbewerb, in dem Unternehmer gegeneinander stehen, sehr enge Grenzen setzt. " :
finalmente, parole intelligenti e meditate almeno in parte :
https://www.welt.de/politik/article...
perché dunque, tra tanti veri porci capitalisti in germania, i thyssen i krupp e compagni di merende, rapire un burocrate che " jeden arbeiter ernst nimmt " ?
Cui prodest ?
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
5 novembre 2018, di Aleth
Schleyer rispettava nella sostanza, anche i più agguerriti sindacalisti comunisti :
" Sein Gegenspieler am Verhandlungstisch war der legendäre IG Metall-Bezirksleiter Willi Bleicher. Dieser verkörperte das schiere Gegenteil Schleyers: Er war lange Kommunist gewesen, saß mehrere Jahre bis zur Befreiung 1945 im Konzentrationslager Buchenwald, trat nur notgedrungen die SPD über, verstand sich sein Leben lang als Marxist und sah im gewerkschaftlich gebändigten Klassenkampf etwas Messianisches. Die Aussperrung nannte er „totalen Krieg“, und er war auch sonst nicht zimperlich, die Gegenseite in die NS-Tradition zu stellen.
Hanns Martin Schleyer war dieser Mann vollkommen fremd – und doch verstand er sich mit dem gelernten Schlosser auf eine Weise. In den alkoholreichen nächtlichen Verhandlungsrunden wuchs über den Graben hinweg wechselseitiges Vertrauen: Beide Seite wussten, dass sie auf Zusagen der anderen Seite vertrauen konnten. Als Bleicher, mitten in einer Verhandlungsrunde, 60 Jahre alt wurde, überreichte ihm Schleyer zu Mitternacht ein lebendiges Ferkel. Und Bleicher weigerte sich stets, Schleyers NS-Vergangenheit propagandistisch auszuschlachten. " :
e ne era rispettato : ecco perché il terrore di regime lo fece fuori : perché non era affatto il bieco e cinico nazista che si dipinse - Schleyer era un essere umano prima di tutto.
Proprio come Aldo Moro - che pur non essendo certo comunista, cercava unione e riconciliazione e solidarietà nazionale.
Tutte cose che al capitale internazionale globale ripugnano - esso vuole solo strategie della tensione, criminalizzazione delle sinistre autentiche e pacifiche con attentati falsabandiera, allo scopo di ottenere guerra tra poveri, disoccupazione artificiale e conseguente compressione salariale.
https://www.welt.de/politik/article...
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
6 novembre 2018, di Aleth
Ancora e ancora : Schleyer non era affatto Schleyer, nel senso di quell´incarnazione del porco capitalista che la scheinraf cioè il terrore di regime che lo uccise va strombazzando da tutti i massmedia del mondo da 41 anni - egli, relativamente parlando, non aveva nessun reale potere decisionale : lo riconosce anche un giornale capitalfascista come la faz :
" Als Präsident der Bundesvereinigung der Deutschen Arbeitgeberverbände (BDA) und seit Anfang 1977 auch des Bundesverbandes der Deutschen Industrie (BDI) besaß Schleyer zwar keine „echte“ unternehmerische Entscheidungsmacht. " :
http://www.faz.net/aktuell/politik/...
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
6 novembre 2018, di Aleth
La verità era che Schleyer era rispettato da tutti , anche a sinistra, anche nel sindacato, per la sua umanità e competenza e disponibilità al dialogo - proprio come Moro, con cui aveva in comune la formazione giuridica :
" So vermutete die „Zeit“ zwar, Schleyer genieße heimlich sein Image als „Scharfmacher der Unternehmer“, schrieb aber im gleichen Atemzug, dies sei doch in Wahrheit ein falsches Etikett. Schleyer sei viel liberaler, als viele es vermuteten. Er sei ein „sachlicher, zuverlässiger und intelligenter Gegenspieler, dem auch die Gewerkschaft Anerkennung und Respekt nicht versagt“. Und auch die „Süddeutsche Zeitung“ gab zu bedenken, dass der „gelegentlich aufrichtig liebenswürdige Mensch Hanns Martin Schleyer nicht den Ruf eines Buhmanns verdient“. "
Ciascuno a suo modo, erano 2 alfieri di compromesso storico con le sinistre sindacali - e fu per questo che il terrore di regime globalista capitalfascista uccise entrambi, sotto falsabandiera di falso terrore rosso, in realtà composto da prestanome e prestavolto al soldo del capitale.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
8 novembre 2018, di Aleth
Bene. Ora che abbiamo appurato senza ombra di dubbio che il sequestro cum strage di Schleyer fu il modello del sequestro cum strage di Moro, passiamo a occuparci più in dettaglio di quest´ultimo.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
8 novembre 2018, di Aleth
Mi pare si possano enucleare 2 colonne portanti per la ricostruzione della verità :
1. Moro non era in via Fani
2. tiratori scelti spararono dall´alto.
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8 novembre 2018, di Aleth
Il primo punto, che Moro non era in via Fani, se ben capisco fu discusso per prima, pubblicamente, da Rita Di Giovacchino in un suo libro uscito nel 2003. Ma certamente altri avevano pensato a questa possibilità prima, perché è illogico supporre che kissinger, se davvero voleva catturare Moro vivo, avrebbe rischiato di esporlo a un fuoco incrociato di almeno 93 proiettili stando alla vulgata.
E ritengo plausibile che kissinger, cioè il bilderberg, volessero Moro vivo in un primo tempo, sia per estorcergli tutti i segreti di Stato che potevano, sia per inscenare lo psicodramma dei 54 o 55 giorni, che restasse ben impresso nella memoria collettiva come opera esclusiva delle " br ".
Più di recente, l´idea logicissima che Moro non fosse in via Fani, è stata ripresa da Solange Manfredi in un post del 2008 e una videointervista pubblicata su youtube nel 2009.
Dunque una stringente logica deduttiva vuole che Moro non fosse in via Fani.
Se non vi era, allora era stato prelevato prima. Uso prelevato non rapito, perché è il termine che si trova nelle prime lettere pubblicata attribuite a Moro dalla prigionia ; e perché non si può escludere, anzi è altamente probabile, che Moro stesso accettò di farsi prelevare per salvare la famiglia, e che almeno Leonardi fosse al corrente del piano.
Una autoimmolazione dunque, o un finto sequestro, almeno inizialmente, che poi si sarebbe rivelato trappola mortale per il sommo statista.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
8 novembre 2018, di Aleth
Sul primo punto avremo altro e altro da aggiungere.
Il secondo punto centrale per quella intelligenza degli eventi a cui ci esortava il sommo statista, è che tiratori scelti militari spararono dall´ alto in via Fani, e che furono essi a fare il grosso della strage.
Questo punto, a differenza del primo, è dimostrabile e provabile induttivamente.
Anzitutto v´è il famoso foro nel parabrezza anteriore della 130 di Moro : esso sta nella parte alta del parabrezza, ed è davvero poco plausibile che sia venuto dal piano strada, come i depistatori della scientifica, o meglio dell´ascientifica, hanno voluto di recente far credere alla commissione Moro 2 che se l´è bevuta senza fiatare.
Osservatelo bene, ancora e ancora quel foro, sia nel noto servizio di frajese che trovate su youtube, sia nelle foto sul web, sia sul sito assai ambiguo del collettivo 16 marzo.
Quel foro come traiettoria può ben venire dall´alto, checché ne dica l´ascientifica. E non è affatto un foro di uscita, come lo pastorizza il 16 marzo : già in frajese, nonostante inquadrature non nitidissime, è possibile se fate fermo-immagine, vedere che il cratere di quel foro è introflesso. E anche la prima foto di esso in primo piano che trovate come quarta foto sul post dedicato del 16 marzo, mostra slabbratura interna introflessa se vista dall´esterno.
Bisogna anche considerare che le foto del 16 marzo sono quelle recenti della scientifica, sulla 130 restaurata per essere esposta a via di Settebagni - e sicuramente una gelida manina ha inquinato le prove, come avvenne in modo brutale per l´alfetta della scorta - e per tutto il resto della scena del crimine fin dai primissimi istanti.
Come può quel foro essere di uscita ? Chi avrebbe sparato dall´interno della 130 ? O dall´esterno, con una traiettoria così assurda, senza riscontri in fori di entrata ?
L´altro argomento del 16 marzo, che quel foro è di uscita perché presenta sfaldamento del vetro superficiale esterno, non ha senso, primo perché si basa su foto fatte quasi 40 anni dopo, secondo perché non è affatto detto che fori di entrata in un parabrezza non sfaldino il vetro superficiale, come una panoramica di fori di entrata in parabrezza sul web vi suggerirà immediatamente.
Le prove di tiro infine, addotte dal 16 marzo come prova, fanno ridere perché condotte su parabrezza staccati e isolati, e da distanze arbitrarie, senza tenere in minimo conto la possibilità di tiro dall´alto da lunga distanza.
Inoltre, quel foro se inteso dall´alto, è proseguibile idealmente tirando una linea che arriva diritta a impattare la mascella sinistra dell´autista Domenico Ricci, il proiettile penetrandogli il cranio per poi fuoruscirgli trafosso alla base sinistra della nuca.
Fu questo il primo colpo sparato a via Fani - a neutralizzare il primo autista come era militarmente logico aspettarsi - da tiratori scelti, dall´alto, con le auto ancora in movimento, magari rallentato per via dello stop.
Possiamo dunque postulare un primo cecchino militare che spara dall´alto, da davanti al convoglio, da oltre l´incrocio con Stresa, da finestra o balcone o tetto o elicottero. Magari chissà, dal balcone di rauti...
A questo primo proiettile corrispondono simmetricamente i 3 fori sul parabrezza posteriore dell´alfetta di scorta, di cui parla nessuno...
3 colpi di cecchino posteriormente appostato in alto, che centrano - tutti o in parte - il povero Giulio Rivera l´autista dell´alfetta di scorta.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
8 novembre 2018, di Aleth
Procedamus. Ora i 3 fori di proiettile nel lunotto dell´alfetta. Osservateli bene, li trovate ovunque sul web, a partire da frajese su youtube, poi dopo vi darò citazioni precise dove si vedono particolarmente bene. Li troviamo solo nei filmati d´epoca, perché terroristi di regime per inquinare le prove hanno demolito quel parabrezza e ora non esiste più - il che ha fornito la scusa all´ascientifica per omettere quei 3 fori dalla loro vergognosa e depistante ricostruzione in 3D.
Invece avrebbero ben potuto ricostruire le traiettorie di quei proiettili dai filmati e foto d´epoca. Ovvio che quei 3 fori, tutti a sinistra, tutti con Giulio Rivera l´autista come obbiettivo, centrato, sono stati sparati dall´alto : ben più difficile, ai limiti dell´impossibile, sarebbe stato produrre quei fori da sinistra, dal piano strada, o anche da destra del piano strada. Dunque o sono stati casimirri e lojacono, che presuntamente stavano al cancelletto superiore ma secondo la vulgata non avrebbero sparato - o sono stati tiratori scelti dall´alto. Ad auto ancora in movimento, anche se in rallentamento per via dello stop, come attestano i frammenti dei vetri dei finestrini in terra dietro ai finestrini stessi di qualche metro.
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Schleyer - un precedente del caso Moro?
8 novembre 2018, di Aleth
Dunque aveva ben ragione Mino Pecorelli : l´agguato di via Fani è un atto di guerra, preparato e attuato con tattica militare da professionisti addestrati in scuole di guerra di altissimo livello - i tiratori scelti dall´alto - e da manovalanza reclutata su piazza per il piano strada. Il tutto è coordinato via radio da Camillo Guglielmi e altri agenti di gladio.
Il via è dato da cecchini militari dall´alto che centrano i 2 autisti di Moro. Gli agenti di destra, Leonardi Zizzi e Iozzino, escono istantaneamente dalle auto con le armi in pugno - pistola per Iozzino, M12 per Zizzi e Leonardi. Almeno 2 di essi riescono a fare fuoco, Iozzino e Zizzi o Leonardi, e a colpire sia il primo e secondo piano di via Fani 106, dove evidentemente hanno avvistato almeno uno dei cecchini dall´alto, sia uno o più dei " brigatisti " sul piano strada, come attesta la pozza di sangue in una delle auto usate per la fuga. E invece la vulgata di regime ha voluto farci credere per 40 anni che gli eroici agenti della scorta fossero degli incapaci se non anche dei vigliacchi. Ci fu un violentissimo conflitto a fuoco.
Ma l´agguato è militare, la sorpresa è in parte riuscita, almeno 4 tiratori scelti dall´alto colpiscono i 3 agenti al cranio e al cuore con colpi mortali. Inquinatori poi , predisposti in attesa sul piano strada,come ad esempio bruno barbaro agente di gladio, rimetteranno in auto i corpi di Leonardi e Zizzi, preso per morto, ma non avranno il tempo di fare lo stesso con Iozzino, e fanno sparire gli M12.
Zizzi è ancora vivo, i proiettili non sono mortali, ma l´ambulanza viene deliberatamente ritardata fino a fargli perdere troppo sangue per essere salvato.
E chissà, forse agenti di gladio travestiti da crocerossini, gli sparano pure nell´ambulanza. Sarebbe molto interessante sapere i nomi dei componenti l´equipaggio dell´ambulanza che portò Zizzi al gemelli.
È da vomito, che in 40 anni nessuno li abbia interrogati.Quel che si conosce è il nome del primario chirurgo che lo operò : lo stesso terrorista di regime, prof. castiglioni, che 3 anni dopo fece finta di operare l´attore woytila karol dopo il finto attentato al papa del maggio 81.
Quando si dice essere in buone mani...
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