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L’ALLELUJA DI SUSANNA

Testimonianza di una fede autentica
giovedì 18 aprile 2019 di Giovanna D’Arbitrio

Argomenti: Recensioni Libri


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Nell’approssimarsi della Pasqua, ci sembra giusto ricordare il libro che commemora Susanna Rufi, una ragazza che sperava in un mondo migliore e che aveva accolto con entusiasmo l’appello di Papa Francesco ai giovani.

Era andata con gioia a Cracovia per Giornata Mondiale della Gioventù del 2016 e aveva solo 19 anni quando fu stroncata da una meningite fulminante, proprio al ritorno da quel viaggio. Qualcuno ha raccontato che è stata sepolta con il braccialetto della Gmg di Cracovia con la scritta "Gesù confido in te”.

Colpisce il titolo gioioso del libro, L’Alleluja di Susanna. L’eredità di lei che non tornò dalla GMG di Cracovia (Ediz. San Paolo), se si pensa che l’autore è Enrico Rufi, il padre di Susanna, amico di Marco Pannella e redattore di Radio Radicale che non si è mai opposto alle scelte religiose delle sue figlie le quali nella parrocchia di San Policarpo avevano accolto gli ideali di solidarietà, pace e difesa dei diritti umani, non contraddittori rispetto all’’humus “umanistico” di una famiglia laica, ma aperta alla cultura e a una spiritualità senza pregiudizi.

Una famiglia unita quella di Susanna che trascorreva le vacanze sempre insieme in giro per il mondo, alla ricerca di tracce e vestigia di personaggi storici aperti e tolleranti. Così Susanna aveva o conosciuto la figlia di Albert Camus, visitato la casa di Montaigne. ascoltato le canzoni di De André e quant’altro.

E il toccante libro di suo padre, ci invita per l’appunto ad un’interpretazione più ampia del cristianesimo attraverso la descrizione del mondo di Susanna, le sue idee, le sue scelte, gli amici, le canzoni preferite, in particolare il rapporto con Dio e la ricerca della verità.

"Uno degli amici di Susy, Andrea a nome di tutti ha trovato queste parole per te"- scrive il padre nel libro- "Se anche il tuo corpo non c’è più, la tua anima è insieme alle nostre. E quando i nostri corpi non ci saranno più, sarà come se non ci fossimo mai separati perché le anime di tutti noi sono sempre state insieme. Veglia su di noi da lassù, perché noi ti saremo sempre vicini da quaggiù. Ti vogliamo tanto bene”

Amore e dolore, ma a volte anche umorismo, accompagnano il lettore di Alleluja che in effetti esalta la vita, non la morte. Sul risvolto di copertina e tra le note biografiche l’autore si descriversi come “Il papà di Susanna e Margherita”.

Nella presentazione del libro il cardinale Gualtiero Bassetti lo descrive come un moderno, inconsapevole inno alla fede, poiché” la vicenda del ritorno (o del mancato ritorno) dalla Gmg risulta quasi marginale, inquadrata com’è in un più ampio disegno provvidenziale, privo di qualsiasi dubbio e incertezza quanto scevro di ogni concessione alla sdolcinatezza. Fatti, esperienze, sogni e intuizioni di futuro si susseguono in un’altalena somigliante alle canzoni che piacciono a Susanna, restituendo a mano libera le visioni e le esperienze della giovane donna e di sua sorella Margherita, educate in una famiglia a suo modo coerente e aperta alla vita”.

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Susanna Rufi

Su Agenzia Radicale in una conversazione con Giuseppe Rippa, Enrico Rufi ha affermato che la figlia venne chiamata Susanna per via di Suzanne di Leonard Cohen che lui e sua moglie avevano conosciuto più o meno alla sua età. In ebraico Susanna significa “giglio”. Due settimane prima di morire Susanna stava imparando a suonare l’Hallelujah di Cohen con la chitarra.

Ecco la significativa conversazione tra Enrico Rufi e il direttore di Agenzia Radicale Geppi Rippa che oltre a parlare del libro si estende a temi degli anni settanta, come obiezione di coscienza, diritti civili, Stato di diritto, battaglie che hanno segnato una comune esperienza: https://www.youtube.com/watch?v=oJR...