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Palazzo Farnese -stampa

Una meraviglia da riscoprire: Il Palazzo Farnese a Caprarola, capolavoro del Rinascimento

Come una gitarella fuori porta in un luogo ricco d’arte può stimolare approfondimenti culturali e storici. Nota bene: questo articolo non è per gli addetti ai lavori che sanno tutto!
domenica 11 settembre 2022 di Luciano De Vita

Argomenti: Arte, artisti
Argomenti: Turismo


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Dove andiamo oggi? il tempo sembra bello. Non vorrei guidare troppo a lungo! Rapidamente concordiamo: Caprarola, circa un’oretta di macchina, probabilmente ci siamo già stati tanti anni fa, sulla guida sembra un posto interessante. Ed eccoci sulla Cassia bis e poi per stradine bucoliche, contornati da ginestre e campi, ecco laggiù si intravede qualcosa di monumentale in cima a un colle, siamo quasi arrivati!

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01 Caprarola la struttura urbanistica

Imbocchiamo una salita e si prospetta davanti a noi la vista di un palazzo imponente alla fine di questa stretta strada contornata da case d’epoca. Effettivamente questa parte del paese di Caprarola è costruita su una cresta, come ci si può meglio fare una idea della sua urbanistica (foto 01) che era stata appositamente impostata per dare questa impressione prospettica di grandiosità del palazzo (foto 02) posto sulla sommità dall’architetto che ne ha curato la realizzazione (Vignola).

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02 il fronte del palazzo dalla piazza antistante

Eccoci arrivati. Cartelli turistici se ci sono, sono ben nascosti, ma i passanti ci indirizzano all’ingresso che si raggiunge tramite camminamenti e scale dalla piazza (foto 03). Un ampio vestibolo tutto affrescato ci accoglie in questo palazzo che ha costituito la residenza del “Gran Cardinale” Alessandro Farnese il giovane. Sulla destra nella sala tonda detta “delle armi” la biglietteria sotto un cielo affrescato pieno di uccelli. Il biglietto di ingresso molto modesto: 5 euro, ma non c’è nessun book-shop e quindi nessuna documentazione in vendita in loco, nessuna guida.

Nel Vestibolo la decorazione (Taddeo e Federico Zuccari) rappresenta i vari e numerosi possedimenti di casa Farnese tra cui il ducato di Parma e Piacenza, e sul soffitto è illustrato anche una panoramica di Caprarola nel ‘500 (foto 04).

Siamo appena all’inizio della scoperta di questo posto, Nei singoli ambienti le tavole esplicative anche in inglese aiutano a dare le prime indicazioni di dove ci si trova e dei contenuti, ma al tempo stesso sorgono i primi interrogativi. Cosa centra questa famiglia Farnese prevalentemente legata all’alto Lazio con Parma e Piacenza? Lì per lì non riesco a ricordare e quindi, tornato a casa, sono stato due giorni a documentarmi. Siamo in pieno Rinascimento italiano che, a partire circa da metà del XV° secolo per tutto il 1500, è ricchissimo di avvenimenti storici e artistici che si intersecano tra loro in una matassa intricata di avvenimenti, che non essendo io addetto ai lavori, debbo ricostruirmi.

Il nonno del giovane Alessandro (1520-1589), era il così detto Alessandro Farnese il Vecchio (1468-1549), legato a Papa Alessandro VI (1492-1503), Rodrigo Borgia (1431-1503), sia come cardinale che come fratello della di lui amata concubina Giulia Farnese “la bella”. Tale Alessandro il Vecchio, in missione nelle Marche ebbe modo di generare quattro figli con una vedova (Silvia Rufini) di cui i maschi Pier Luigi e Paolo Farnese, furono legittimati, dal successivo Papa Giulio II (1503-1513), Giuliano Della Rovere (foto 06).

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05 Papa Alexandro VI
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06 Papa Giulio II

Quest’ultimo, per la cronaca è il papa che incaricò Michelangelo nel 1508 di affrescare la cappella Sistina, fatta ricostruire da un suo predecessore della sua casata Sisto IV Della Rovere alcuni anni prima (1477-1480). Nonché colui che ha ripreso la ricostruzione della basilica di San Pietro (1508) che con varie vicende, sospensioni e succedersi di architetti (Donato Bramante, poi Antonio da Sangallo il Giovane, Michelangelo, Giacomo della Porta Carlo Maderno) si è conclusa solo nel 1626 sotto papa Urbano VIII (1623-1644). la piazza fu completata invece nel 1667.

Alessandro Farnese il Vecchio, è stato colui che ha portato all’apice la sua famiglia, antichi piccoli feudatari nella zona di Orvieto detta Farnetum (querceto) di cui si conosce un certo Pietro, Console di Orvieto nel 984. Comandanti militari per il papato riuscirono a farsi spazio e ad espandersi lentamente nella Tuscia, anche combattendo con le potenti famiglie rivali del luogo. Nel Quattrocento riuscirono a espandere la loro potenza nell’alto Lazio, anche tramite apparentamenti con le maggiori famiglie romane dell’epoca (Orsini, Colonna, ecc.).

Le curiosità di quei tempi non mancano. Egli nel 1509 sempre da papa Giulio II fu nominato vescovo di Parma, ma celebrò la sua prima messa solo a Natale 1519, dopo essere stato ordinato prete.

Il contesto storico vede allargarsi i confini geografici. Nel 1492 Colombo arriva alle Bahamas, scoprendo l’America in nome del cristianissimo re Ferdinando I d’Aragona (1452-1516), reggente di Castiglia, a cui il su già citato papa Alessandro VI, con la bolla del 1493 Inter Caetara, sancisce la proprietà di tutte le terre scoperte e cristianizzate al di là delle Azzorre e di Capo Verde. Intanto Herman Cortés dal 1519 al 1525 conquista l’America centrale e massacra gli Atzechi e la spedizione di Ferdinando Magellano, finanziata da Carlo V, circumnaviga il globo dal 1519 al 1522, morendo però nelle Filippine nel 1521, come ci racconta il superstite navigatore italiano Antonio Pigafetta.

Nel 1517 il frate agostiniano Martin Lutero, insieme ad altri protagonisti importanti quali Giovanni Calvino, Huldrych Zwingli, Thomas Müntzer e Filippo Melantone, affigge le famose 95 tesi contro la vendita delle indulgenze alle porte del duomo di Wittemberg. Nel 1521 dalla Dieta di Worms, presieduta da Carlo V, viene condannato come eretico, ma un suo sostenitore Federico (il principe elettore della Sassonia detto “il saggio” 1463-1525) ottenne un salvacondotto imperiale e lo rapì ospitandolo nel castello di Wartburg ad Eisenach. Nel 1522 Lutero rientrò a Wittenberg e pubblicò la prima traduzione in tedesco della Bibbia.

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08 Lo studio di Lutero nel castello di Wartburg ad Eisenach (ldv)

Carlo V (1500-1558), aveva nel sangue praticamente tutte le famiglie regnanti d’Europa, per questo è stato Duca di Borgogna (come Carlo II nel 1515), Re di Spagna (come Carlo I nel 1518), eletto dai 7 principi elettori Imperatore del Sacro Romano Impero come Carlo V nel 1520, con l’aiuto dei banchieri Fugger e del papa Leone X, nonché Re di Napoli (come Carlo IV).

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09 Tiziano Carlo V

Per la cronaca il padre Filippo il Bello d’Asburgo era figlio dell’Imperatore Massimiliano I d’Austria e di Giovanna (detta “la pazza”) di Castiglia e d’Aragona erede anche della Borgogna.

L’Europa era dominata dagli Asburgo nella Spagna nei Paesi Bassi e nell’impero mettendo così la Francia di Francesco I (1494-1547) in forte disagio trovandosi contornata da questi domini a est, a ovest e a nord.
Carlo V rappresenta una delle figure storiche più importanti e centrali della storia di Europa di quel secolo e come noto sul suo regno non tramontava mai il sole.
Il suo ritrattista ufficiale è stato Tiziano.
I Farnese naturalmente riuscirono anche a imparentarsi con Carlo V, ma questo lo vedremo più oltre.

Come accennato sopra Alessandro Farnese il Vecchio fu il vero artefice della massima potenza della famiglia e, quanto a nepotismo non ha avuto molti rivali, soprattutto da quando fu eletto papa il 13 ottobre 1534 come Paolo III. Subito creò cardinale (diacono) il nipotino Alessandro appena quindicenne. Nominò il figlio Pier Luigi (padre del suddetto nipotino Alessandro) Gonfaloniere di Santa Romana Chiesa e duca di Castro consolidando così i domini dei Farnese nell’alto Lazio. Più tardi nel 1545 Paolo III riuscì a sottrarre agli Sforza di Milano i territori e costituì il ducato di Parma e Piacenza che assegnò, guarda caso, al figlio Pier Luigi. Ando però non troppo bene, in quanto sembra che i piacentini non gradirono la cosa e nel 1547 uccisero il duca, rendendo orfano il nipotino. Inoltre questo accaparramento creò tensioni con Carlo V, ma il papa le risolse assegnando all’altro nipote Ottavio il ducato, riconfermato poi dal successore papa Giulio III. Tale ducato è stato quindi governato dai Farnese fino al 1731, quando la famiglia praticamente si estinse.

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10 Il Cardinale Alessandro Farnese il vecchio

Riguardo ai palazzi dei Farnese troviamo che, sempre l’Alessandro in questione, era stato lungimirante e come cardinale aveva acquistato a Roma tra il 1495 e il 1512 terreni e immobili nella zona dove incaricò Antonio Sangallo nel 1514 di costruirgli il noto palazzo che, con varie interruzioni e riprese dei lavori anche con Michelangelo, Vignola, Giacomo della Porta, fu poi completato solo nel 1589 dal citato.

A Caprarola nel 1530 sempre il cardinale Alessandro il Vecchio incaricò Antonio Sangallo, il suo architetto di famiglia, di costruire una fortezza sulla cima del colle e di adattare l’assetto urbanistico della cittadina per dare risalto alla nuova costruzione abbattendo il superfluo e ricostruendo quanto necessario, ma i lavori nel 1534 furono sospesi con l’elezione al soglio pontificio. Il nipotino vedremo come se ne occuperà di rielaborarla e completarla.

Con la riforma protestante la chiesa cattolica cominciò a trovarsi in seri imbarazzi e il nostro papa Paolo III riprese l’idea di un Concilio, che in teoria avrebbe dovuto ’conciliare’ cattolici e protestanti (secondo Carlo V), ma con l’idea di proporre una riforma della Chiesa cattolica (Controriforma). All’uopo allargò il collegio cardinalizio, tentò di organizzare nel 1538 a Vicenza una assemblea generale di tutti i vescovi e abati, ma la riforma protestante prendeva sempre più piede e si allargava e aumentavano i conflitti. Così on la bolla Initio nostri del maggio 1542 indisse il XIX concilio ecumenico a Trento per il 1 ottobre. Il concilio si prolungò oltre la sua morte fino al 1563 e definì il nuovo assetto della chiesa cattolica nota come controriforma.

Alla luce di quanto ricordato dei principali momenti della storia del periodo, possiamo tornare al palazzo in cima al monte che avevo cominciato a visitare.

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11 Il Gran Cardinal Farnese il giovane

Il nipotino, “Gran cardinale” Alessandro Farnese il giovane, fece una strepitosa carriera e fu un personaggio centrale del suo tempo. Nel 1535 fu nominato Vice Cancelliere della Chiesa, lavorò come “cardinal nipote” nella segreteria di Paolo III, si occupò di molte missioni diplomatiche anche tentando di riconciliare Francesco I di Francia con Carlo V e più tardi dopo la morte del nonno prestò i suoi servizi a tutti i papi che si succedettero. Comunque continuò ad accumulare benefici che lo resero enormemente ricco. Ricevuto con grandi onori e benefici da Enrico II di Francia (1547-1559) succeduto a Francesco I, per gratitudine ospitava nel suo palazzo di Roma agli ambasciatori francesi (forse per questo il palazzo Farnese è divenuto poi ambasciata di Francia?).

In Francia nel 1556 ebbe anche una figlia Clelia dalla duchessa Claude De Beaune che fece educare dalla zia ad Urbino e che amò moltissimo; Quando si sposò dove pensate sia stato celebrato il matrimonio?.

A Roma dal Vignola nel 1568 fece costruire la chiesa del Gesù, fece realizzare gli Horti Farnesiani, bellissimi giardini sul Palatino. Negli anni più tardi fece completare il palazzo Farnese, pieno delle collezioni d’arte di famiglia e infine comprò nel 1579 la Farnesina ex Villa Ghigi al di là del Tevere, costruita (1206-1512) da Baldassarre Peruzzi e affrescata da Sebastiano del Piombo, Raffaello e Giulio Romano.

A Caprarola dal 1559 su progetto e direzione del Vignola iniziarono i lavori che hanno trasformato la precedente fortezza nel nuovo palazzo residenziale Farnese, il capolavoro del rinascimento, completato nel 1575 e usato come residenza stabile dal gran cardinale.

Dalla visione frontale del palazzo non si intuisce subito la sua forma pentagonale originaria della fortezza che si gode dalle viste aeree (foto 12), ma le soluzioni architettoniche trovate dal Vignola rendono estremamente armoniche le proporzioni e l’equilibrio estetico della costruzione, isolata dal terreno circostante e dai giardini collegati con ponti, in realtà un vero parco che si estende sul retro.

Dal vestibolo che si trova al così detto piano rialzato si accede all’armonico cortile circolare (foto 13) con i due piani composti da porticati dalle volte affrescate ed alle varie stanze visitabili lì dislocate, mentre dal lato opposto alla biglietteria si trova la grandiosa scala interna (Scala Regia istoriata da Antonio Tempesta) che accede al piano nobile (foto 14 e 15) con gli appartamenti privati del cardinale per l’estate e per l’inverno, e le sale di rappresentanza per gli ospiti illustri, il tutto continuamente decorato da grandiosi e pregevoli affreschi (ho letto che i vari pittori che hanno lì lavorato A. Tempesta, Federico e Taddeo Zuccari, J.Bettoja, G. de’Vecchi, Antonio da Varese hanno affrescato in totale 7850 mq !).

Una cosa che mi domandavo era come gli egregi esecutori di tali affreschi si potessero essere immaginati tutta l’iconografia. La risposta l’ho trovata scoprendo che al sevizio del cardinale c’erano vari intellettuali umanisti i quali elaboravano i temi che dovevano essere illustrati, tra questi Annibal Caro (1507-1566) e poi Ottavio Panvinio e Fulvio Orsini (1529-1600).

Le piante riportate qui sotto (immagini 16 e 17) illustrano molto chiaramente la disposizione delle stanze visitabili che lasciano tutte a bocca aperta. Non mi dilungherò nella descrizione delle singole salvo alcune, le immagini rotanti illustrano molte delle pitture che mi hanno colpito. Per il resto dalla bibliografia in appendice si può andare facilmente a trovare tutti i dettagli. Una cosa vorrei fare notare: non si vedono spazi di servizio; tutti gli ambienti di servizio e della servitù sono disposte nel piano interrato (che si intravede nel prospetto) e le scale di servizio sono nascoste all’interno delle murature.

La sala (1) di Ercole al primo piano ha una vetrata frontale con uno stupefacente panorama sulla cittadina, la campagna e il monte Soratte (foto 19), oltre che un bel pavimento maiolicato e affreschi un po’ sbiaditi dalla tanta luce che entra. Essa celebra i possedimenti dei Farnese
La sala dei Fasti Farnesiani (3) forse la più rappresentativa celebra l’importanza politica raggiunta della famiglia in Europa in particolare ad opera dei due Alessandri (foto 20-23). Nella foto (24) il famoso matrimonio celebrato da Paolo III del figlio Ottavio Farnese con Margherita, la figlia di Carlo V.
L’anticamera del Concilio (4) è dedicata a celebrare il nonno (foto 25-27) e il Concilio di Trento iniziato nel 1546.

Infine la sala (13) del mappamondo (foto 28-32) dove sono rimasto sorpreso dalla notevole conoscenza geografica raggiunta (il dipinto è del 1573-75) e in particolare dalla velocità con la quale le informazioni così dettagliate viaggiavano.

L’uscita dal complesso è attraverso il parco sul retro nel quale ci si può perdere (foto 34-36).

Credo che questo gioiello rinascimentale meriti una visita o una nuova visita, magari con occhi diversi dalla visita precedente. Io ricordavo vagamente solo un giardino con tante camelie e una sala con tante carte geografiche; ora mi sento invece più ricco di bellezza e di storia. Saranno gradite le impressioni di chi seguirà questo consiglio.

P.S.

Bibliografia

Lazio guida rossa – Touring Club Italiano 2005
Storia e Tradizioni del Lazio a Nord di Roma Vol 1 – Editalia 2006
I Papi Storia e segreti – Claudio Rendina – Newton1993
Il Palazzo Farnese di Caprarola – M. Vecchi e P. Cimetta - Edizioni Il Pentagono 2013
www.caprarola.com/palazzo-farnese.html
guideturisticheviterbo.org/tour-palazzo-farnese.html
palazzofarnese.artinvistaguideviterbo.com
nuovorinascimento.org/n-rinasc/document/pdf/rosini/caprarola.pdf
Wikipedia.it – per i riferimenti rapidi alle date dei vari personaggi e loro immagini.

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