La rinomata casa editrice Rocco Carabba - che ha ripreso la sigla del coraggioso tipografo abruzzese che tra fine Ottocento e inizio Novecento lanciò scrittori a livello internazionale, a cominciare da Tagore ha pubblicato, a cura di Carlotta Moreni, In automobile, di Carlo Placci, edito la prima volta da Treves nel 1908.
Placci era collaboratore delle maggiori riviste letterarie del tempo, pronto ad interpretare le nuove esperienze, e proprio in questo libro esprime - come la coautrice mette in rilievo in una fine e perspicace introduzione - la visione che un intellettuale poteva avere di un fenomeno rivoluzionario, come l’uso di un’automobile. Dagli Abruzzi alla Normandia egli percorre terre classiche che rinviano ad eventi della realtà e dell’immaginazione, considerati però attraverso una lettura che risente del nuovo mezzo di locomozione usato per visitare tanti luoghi affascinanti. Quel che più colpisce oggi è la vastità del mondo “scoperto” durante i suoi viaggi, e dai suggestivi ricordi algerini ai valichi alpini, sino a Bayreuth, punto di convergenza di artisti di tanti paesi. E Placci osserva come il veicolo “non si è fatto soltanto più veloce, ma sempre più simpatico, più indipendente e più personale, sottolineando il ruolo che quello che egli chiama addirittura “yacht terrestre”. E rivivono nei suoi scritti, eleganti e ricchissimi di situazioni alla Stendhal, le città inglesi, i paesaggi della campagna e del mare di Puglia, come i monti dell’Engadina o le colline marchigiane.
È tutto un mondo, filtrato attraverso pagine che, uno dopo l’altra, mantengono sempre vivo l’interesse, nel quale personaggi, luoghi, situazioni, eventi - come il ballo Excelsior - appaiono quali protagonisti di una realtà nella quale l’A. non manca di inserire anche i “nemici dell’automobile, criticoni - come li definisce - ancora non consapevoli, all’inizio del Novecento, come la pur “spiacente” rapidità, fosse un segno dei tempi nuovi. Egli - a sua volta - critica i “sentimentalisti” che rimproverano alla “passione motrice d’essere niente poetica e molto feroce!”.
La documentata nota bibliografica conferma le qualità della curatrice nonché l’impegno con il quale la nuova Carabba intende la sua funzione rivelatrice di importanti esperienze culturali dei tempi andati, muovendo dalla colta Lanciano.
NOTA: tutte le immagini sono riprodotte dal libro