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THE FINGERPRINTS OF GODS - LE IMPRONTE DEGLI DEI

Un affascinante viaggio tra diverse ipotesi sul nostro passato remoto
lunedì 30 marzo 2009 di Giovanna D’Arbitrio

Argomenti: Opinioni, riflessioni
Argomenti: Scienza


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Mi trovavo a Londra, all’aeroporto di Heathrow e, per ingannare il tempo in attesa dell’imbarco, entrai in un bookshop per acquistare qualcosa da leggere. Un titolo mi attirò come una calamita THE FINGERPRINTS OF GODS e, incuriosita, comprai subito quel libro. Mi ricordai allora di ciò che disse una volta la prof. Rosati, la mia vecchia e saggia insegnante di lettere: - Talvolta sembra che siano i libri a “scegliere” noi, come un appuntamento con la conoscenza che scatta quando siamo pronti ad accoglierla.

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GRAHAM HANCOCK

Cominciai a leggere i brevi cenni sulla vita dell’autore, GRAHAM HANCOCK, nato ad Edimburgo nel 1950, laureato in sociologia, corrispondente dall’Africa di prestigiose testate britanniche (come Guardian, Times, Indipendent, Economist), ha curato anche numerose pubblicazioni di carattere naturalistico e scientifico. Negli anni ’90 cominciò ad interessarsi alle civiltà antiche e nel 1995 pubblicò The Fingerprints of Gods che ebbe subito un enorme successo in tutto il mondo e che ancor oggi continua riscuotere consensi.

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Mappa “Piri Reis”

Passai poi all’Introduzione e immediatamente il mio interesse fu catturato: pagina dopo pagina, mentre procedevo nella lettura, davanti a me si apriva un mondo nuovo. Provai quasi le stesse sensazioni di coloro che scalano una montagna e dall’alto riescono a vedere ciò che li circonda in modo sempre più ampio, fino a raggiungere sulla vetta una visione a 360 gradi, vasta, abbagliante, qualcosa che toglie il respiro.

Fin dalle prime pagine, mi colpirono nel testo il rigore logico e scientifico della ricerca mirante a ricostruire, pietra su pietra, una versione diversa del passato dell’umanità. Partendo dallo studio della mappa “Piri Reis”, derivante da un insieme di antichissime “carte sorgenti” ritrovate a Costantinopoli nel 1204, Hancock cerca di delineare una differente conformazione della Terra, risalente a circa 12.000 anni fa. Davvero incredibili appaiono la competenza e la precisione degli antichi cartografi!

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Le linee di Nazca

In un baleno arrivai al IV capitolo, intitolato “IL Volo del Condor”, e seguii col fiato sospeso il viaggio dell’autore tra le antiche rovine dei siti archeologici di diversi paesi. Immaginai di trovarmi con lui in Perù, in volo sopra le linee Nazca, esplorai il Machu Picchu, l’antica città degli Incas, visitai i templi andini e la La Porta Del Sole a Tiahuanaco in Bolivia, arrivai in Messico a Chichen Itza, nello Yucatan settentrionale e scoprii la cultura degli Olmechi, degli Aztechi, dei Maya, gli insegnamenti dei loro misteriosi Maestri, Quetzalcòalt e i Virachocas, alti biondi, barbuti e con gli occhi azzurri, ammirai le loro piramidi stranamente simili a quelle degli Egizi o agli ziggurat dei Sumeri. E seguendo così con l’autore questo percorso logico, arrivai in Egitto, a Giza, tra le imponenti piramidi e la Sfinge, per cercare paralleli e analogie tra le civiltà del passato, investigando con tecniche sofisticate di geologia e astronomia, fino a correggere la datazione di siti ritenuti da lui molto più antichi.

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Mexico Donne Cici

Pian piano, come accade sotto le abili mani di un archeologo, venivano alla luce antiche vestigia, riemergevano dall’oscurità dei secoli le impronte di una millenaria civiltà incredibilmente avanzata a livello scientifico e tecnologico, una civiltà scomparsa in seguito ad una grande catastrofe, le impronte di un popolo sconosciuto, intelligente, misterioso, i cui superstiti poi erano andati in giro per il mondo ad insegnare agli altri i segreti della loro luminosa conoscenza .

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Machu Picchu

Attraverso affascinanti miti e universali leggende, l’orientamento stesso di colossali costruzioni e di grandi templi, situati secondo la posizione di particolari stelle, Hancock con grande abilità scopre tracce dettagliate delle conoscenze astronomiche di questi grandi maestri che insegnarono ai popoli ad osservare il cielo e le costellazioni, a studiare i solstizi e, soprattutto, la cosiddetta Precessione degli Equinozi . Essa infatti, a quanto pare, determina gradualmente lo spostamento dell’asse terrestre fino a causare immani catastrofi e mutamenti sulla Terra, come sostenne nel 1953 anche Charles Hapgood, prof. di Storia della Scienza nel New Hampshire (USA), con la sua teoria dello “scorrimento della crosta Terrestre” (riconosciuta anche da Eistein ), secondo la quale la crosta esterna della terra si sposta, scivolando sopra una massa interna più morbida.

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La precessione degli equinozi

Le straordinarie scoperte di Hancock, dunque, rappresentano in un certo senso una rivoluzione nel modo di comprendere il nostro passato, producendo prove che sembrano essere schiaccianti nell’ opera di ricostruzione del frammentato puzzle della nostra Preistoria.

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Mexico ChichenItza

Lessi il libro in pochi giorni, lo trovai anche in una libreria di Napoli e lo regalai ai miei amici con i quali ne discussi a lungo. Riflettemmo allora sulla nostra pigrizia mentale, sulla facilità con la quale accettiamo “verità prefabbricate” senza mai sforzarci di pensare in modo autonomo con la nostra testa o almeno permettere che in essa entri

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Giza la Sfinde

un “ragionevole dubbio” su tutto ciò che ci viene scodellato come vero, donando spazio a quella curiositas un tempo esaltata e apprezzata come positiva sete di conoscenza che guida talvolta l’umanità verso nuove scoperte.

Mi ricordai allora di un vecchio film “I Dieci Comandamenti”, visto da bambina, in cui gli schiavi frustati dagli Egiziani erano intenti a spostare grossi massi per costruire le maestose Piramidi, monumenti che ancor oggi forse non saremmo in grado nemmeno di imitare! Eppure quanti sono rimasti ancorati a scene di vecchi film, a irremovibili posizioni della storia “ufficiale” o della scienza, a dogmi di vario genere o a “false” verità?!

P.S.

Il sito ufficiale GRAHAM HANCOCK http://www.grahamhancock.com/


 



  • THE FINGERPRINTS OF GODS - LE IMPRONTE DEGLI DEI
    31 marzo 2009, di Marco

    con le nuove tecnologie di cui siamo a disposizione, dovrebbe essere più semplice
    ricostruire gli eventi del passato. Credo che molti libri di storia che al giorno d’oggi
    sono utilizzati nelle scuole debbano essere aggiornati e si dovrebbe anche dare
    maggior credito alle scoperte di ricercatori e studiosi contemporanei.
    I recenti tagli di fondi destinati alla ricerca e alla conservazione dei beni culturali dimostrano la totale mancanza di lungimiranza dell’attuale governo in tal senso.

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