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Rubrica: FILATELIA


Il francobollo della discordia

Fiume - Terra orientale già italiana
lunedì 14 gennaio 2008 di Odino Grubessi

Argomenti: Celebrazioni/Anniversari


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Tre milioni di francobolli ordinari, del valore di 0,65 euro, con la facciata del Palazzo del Governatore di Fiume e la scritta «Fiume - terra orientale già italiana» erano arrivati negli uffici postali di tutta Italia, pronti per essere distribuiti. L’emissione era prevista, con una solenne cerimonia, il 30 ottobre 2007, ma la sua emissione è stata sospesa.

Nella mattinata in alcune regioni italiane il francobollo era stato già messo in vendita all’apertura degli sportelli, prima che arrivasse la circolare che ne stoppava l’emissione. Nonostante il nervosismo e la confusione di una giornata convulsa, le diverse decine di persone che avevano raggiunto Milano per l’occasione, si erano ritrovate presso la sede di Poste Italiane – sostando nell’atrio principale – in attesa che ci fosse una comunicazione precisa. Il tutto risolto con un foglio a stampa affisso sulla porta a vetro che annunciava la sospensione dell’emissione.

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Il francobollo della discordia

Cosa è accaduto? Il ministero delle Comunicazioni ha assicurato che non ci sarebbe stata nessuna cancellazione, ma la distribuzione sarebbe stata spostata a lunedì 10 dicembre. Perché? La spiegazione è che dal ministero degli Esteri è arrivato un’avviso di opportunità: a metà novembre si sono tenute le elezioni politiche in Croazia e si trattava di non fomentare polemiche. Questione di buon vicinato e anche interesse a non favorire le forze più estreme di Zagabria. A sua volta, il ministero degli Esteri era stato sensibilizzato dalla diplomazia croata. Così, dalle Comunicazioni è partito lo stop alle Poste. La nuova uscita fu fissata per il 10 dicembre 2007. Lo fece sapere in un comunicato del 31 ottobre Poste Italiane S.p.A., confermando quanto dichiarato nei comunicati stampa che annunciavano un dilazionamento dell’evento e non la sospensione definitiva.

Il francobollo da 0,65 euro dedicato alla Città di Fiume è stato presentato infatti il 10 dicembre, durante una cerimonia solenne al Palazzo delle Poste di Milano dopo “quaranta giorni esatti” – una quarantena - dalla sua prevista emissione.

Perché è stato voluto un francobollo su Fiume?

La cerimonia della presentazione del francobollo è stata inserita in un contesto di manifestazioni, conferenze, dibattiti, celebrazioni, scritti, volti a far conoscere alla Nazione le tragiche vicissitudini occorse al Popolo giuliano-dalmata durante l’ultimo conflitto mondiale.

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Fiume - Il palazzo del Governatore

Dopo quasi sessanta anni di vergognoso, voluto e imposto silenzio da parte della stampa, della radio, della televisione, delle stesse istituzioni finalmente in Italia è divenuto “politicamente corretto” – almeno si spera – parlare di un argomento considerato, sino ad alcuni anni fa, ancora tabù”.

Il francobollo, tra l’altro, è per l’Italia un modo per assolvere ai dettami della legge del Giorno del Ricordo che non si esaurisce col 10 Febbraio ma continua con avvenimenti di rilievo durante tutto l’anno. Il Ministero delle Comunicazioni e le Poste Italiane, in tutte queste iniziative nazionali, hanno fatto la loro parte emettendo svariati francobolli celebrativi per rammentare quelle Terre già italiane.

Perché è stato scelto il Palazzo del Governo per il francobollo?

L’edificio fu testimone di tutta una serie di avvenimenti che sconvolsero Fiume soprattutto negli anni decisivi 1918/19/20/21, quindi per gli esuli rappresenta il simbolo della storia della città.

Dal 1897 al 29 ottobre del 1918 ospitò i rappresentanti del potere politico di Budapest. Dal 29 ottobre, per una ventina di giorni, fu militarmente occupato dalle truppe croate. Dal 17 novembre 1918, dopo il suo abbandono da parte dei croati all’arrivo dei primi contingenti militari italiani e americani, fu sede del comando di occupazione interalleato. Dal 12 settembre 1919, con l’entrata di D’Annunzio e dei suoi seguaci a Fiume, divenne centro logistico del Comando legionario e si meritò la denominazione di Palazzo del Presidio. Dopo i risultati delle elezioni del 24 aprile 1921 che diedero agli autonomisti di Riccardo Zanella i due terzi dei consensi dei votanti, il governo dello Stato Libero della città di Fiume si insediò nel palazzo. Il 3 marzo 1922, a seguito di un audace colpo di mano armato di nazionalisti favorevoli all’annessione e con l’ausilio non certo irrilevante di alcune cannonate sparate contro il palazzo da un mas, il Capo dello Stato Libero di Fiume si vide costretto a firmare la resa e a partire in esilio. Dal 27 gennaio 1924, e sino al 3 maggio 1945 fu sede della Prefettura.

Aveva un significato preciso anche la data di emissione?

La data rievoca quella storica del 30 ottobre 1918. In data 29 ottobre 1918, infatti, si era formato a Zagabria il Consiglio nazionale serbo-croato-sloveno, che, tra i suoi punti dichiarati, contemplava pure l’inglobamento di Fiume nella Croazia; approfittando del fatto che ormai il Palazzo del Governo era stato abbandonato dal rappresentante magiaro, aveva dato ordine alle truppe di stanza nella limitrofa cittadina croata di Sušak di occupare l’edificio. A Fiume si era costituito il Consiglio Nazionale Italiano, che, nella giornata seguente – cioè il 30 ottobre 1918 – aveva stilato e approvato un proclama che dichiarava la città di Fiume corpo separato costituente un comune nazionale italiano, con la pretesa per sé del diritto di autodecisione delle genti. Basandosi su tale diritto il Consiglio Nazionale proclamava Fiume unita alla sua madrepatria l’Italia. Per far affiggere il manifesto nella città nel volgere di poche ore, lo si diede alle stampe in fretta e furia, tanto da riportare in calce allo stesso l’errata data del 30 settembre 1918.