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Annus orribilis (Feltrinelli 2010)

Nella democrazia autoritaria si vive fra il silenzio assordante delle notizie taciute e il frastuono delle menzogne ...

Citazione dal libro di Giorgio Bocca
mercoledì 21 aprile 2010 di Pietro Rasulo

Argomenti: Opinioni, riflessioni
Argomenti: Politica
Argomenti: Recensioni Libri
Argomenti: Giorgio Bocca


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L’autore è tra i giornalisti italiani più noti ed importanti. Al suo attivo vi sono più di una quarantina di pubblicazioni che coprono vari argomenti: attualità politica , analisi socioeconomica e molti testi storici.

L’anno orribile secondo Bocca è il 2009. Quest’anno sarà ricordato come un anno nero della nostra storia. Un anno in cui molti nodi sono venuti al pettine e ci hanno riconsegnato un paese stanco, involgarito, ripiegato su se stesso e sui suoi atavici difetti.

Giorgio Bocca racconta le vicende di questo anno trascorso con l’intransigenza e la veemenza che lo contraddistinguono. La sua è una accusa circostanziata e documentata contro i mali inestirpabili della vita pubblica italiana: il trasformismo, l’opportunismo, la memoria corta, la furberia diffusa, l’impunità, l’ossequio al potente di turno.

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Giorgo Bocca

Il libro è un breve saggio diviso in 12 capitoli: i fascisti al governo, la marea nazista, la dittatura morbida, il tiranno che vuole essere amato, il sultano, il populista, papi, la grande crisi, criminalità globale, tramonto dell’operaismo, le nuove guerre, sulla modernità.

Trattandosi di un saggio breve di appena 158 pagine penso che il lettore non farà nessuna fatica a leggerlo in pochi giorni, io mi limiterò a riportare alcuni dei brani più significativi seguiti da un breve commento.

Sono anni ormai che ci chiediamo se il fascismo ritornerà, ma tranquilli un po’ è già tornato. La destra reazionaria è già piena di ex socialisti che pensano che un posto nel partito dominante giustifichi il voltagabbana. Come tutti i transfughi sono i più entusiasti del nuovo duce e i più rancorosi con i vecchi compagni. La formazione in atto del nuovo regime la capisci dall’astio, dalla voglia di diffamazione, dal desiderio incontenibile di mettere a tacere chi si oppone al nuovo regime, dalla cagnara che imperversa ogni sera nei dibattiti televisivi dove i sostenitori del sultano si piazzano nelle prime file e, su istruzioni del padrone, urlano come cagnacci rabbiosi impedendo agli altri di parlare.

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Olivier Besancenot
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Nationaldemokratische Partei Deutschlands

Nascono nuovi partiti neri in tutta l’Europa, in Francia quello anti americano di Olivier Besancenot, in Germania la NPD e altri gruppi in cui si esprime la paura dell’immigrazione dal terzo mondo, le parole d’ordine no agli stranieri, no all’islam, no ai gay, no ai rom circolano fra questi gruppi e ne accrescono la popolarità e il numero di seguaci.

Più che di un vero e proprio ritorno del fascismo Bocca preferisce parlare di una dittatura morbida nella quale il padrone controlla e condiziona l’informazione.

L’informazione di una democrazia autoritaria è compatta, perché? Perché ha un padrone potente e perché la maggioranza dei giornalisti è pronta all’obbedienza per tirare a campare. Le prove di dittatura morbida in corso nel paese sono impressionante, è chiaro che se non avessimo gli agganci alle democrazie occidentali saremmo pronti a scivolare dolcemente nel sultanato. Accadono fatti scandalosi: dalle violazioni alle garanzie ai diritti democratici, agli scandali sulle veline ed attricette, ma salvo due tre giornali e uno o due telegiornali, tutti gli altri fingono di non udire, di non vedere e tutti hanno accettato la regola del sultano del dire e del disdire. Pochi sembrano rendersi conto che gran parte della sconfitta democratica è già avvenuta con questa mescolanza del vero e del falso, del detto e contraddetto. Nella democrazia autoritaria si vive fra il silenzio assordante delle notizie taciute e il frastuono delle menzogne.

L’analisi di Bocca sul 2009 continua cosi: il successo di Silvio, la sua capacità di piacere agli italiani, dipende da molti aspetti, ma soprattutto dal piacere degli italiani di servire i potenti e da quello di incoraggiare la fortuna salendo sul carro del vincitore.Nel suo ultimo libro Fausto Bertinotti racconta di un suo incontro con un comunista cinese che gli chiede: perche Berlusconi prende tanti voti e voi che siete così intelligenti ne prendete pochissimi?. Ecco una domanda a cui non sappiamo rispondere.

Francamente a differenza di Bocca io la risposta la avrei: grazie anche ad una TV commerciale si è raggiunto un livello culturale ed etico bassissimo per cui questa classe politica è l’espressione perfetta del suddetto livello culturale, non solo ma la moralità e la sobrietà sono ormai parole inesistenti nell’attuale modello di società

L’analisi che Bocca fa della crisi economica attuale mi sembra molto lucida e circostanziata. Le cause predominanti a suo parere sono la rivoluzione plutocratica e il comportamento irresponsabile dei manager: sta formandosi nel mondo una nuova società, la società dei ricchi senza meriti e senza controlli, senza tradizioni e senza responsabilità.E’ un capitalismo fatto da imbroglioni ed avventurieri in cui i delinquenti aspettano tranquilli la decadenza dei termini giudiziari. Che società è questo sciame di calabroni avidi, per cui un baro, un furfante basta che sia ricco vale un galantuomo?

100000000000015E00000241AB9F7075I grandi manager hanno come unica etica quella del denaro, del valore, da mettere insieme a tutti i costi. L’economia attuale è fare tutto quello che sta in piedi ignorando ogni questione di sostenibilità. Il risultato è la glorificazione del lusso, mai vertiginoso come oggi , coinvolge oligarchi, principesse e stelline e l’intero mondo della televisione. Il lusso e l’elogio della disuguaglianza sono accettati dalla democrazia. Il lusso ha sorpassato la ricchezza, è diventata la norma quotidiana, le classi alte lo ostentano senza ansia, ignorano il senso di colpa freudiano, riescono a convivere con la povertà e il genocidio.

In Berlusconi questo è evidente, mentre i Crespi, i Pirelli e gli stessi Agnelli avevano il pudore della ricchezza e della sua esposizione, sapevano di essere guardati con rabbia e odio dagli operai. Berlusconi sa che gli operai lo guardano con simpatia e invidia, vorrebbero essere come lui, gli perdonano ogni peccato che anche loro commetterebbero.

Altri riflessioni interessanti e purtroppo vere Bocca le fa sulla irrilevanza della classe operaia: Nel primo dopo guerra per gli in uno scontro con la polizia ci fu una rivolta, si riunì il parlamentino comunista, ci fu una mobilitazione dell’esercito contro un possibile colpo di stato. Per gli operai morti a Torino nell’incendio di una acciaieria abbiamo visto un mesto corteo di tute blu che fischiavano i sindacati.

Un corteo, ha scritto un cronista, che sembrava un funerale di palestinesi. A conclusione l’allora presidente della camera Bertinotti prese atto della irrilevanza operaia.

Automazione e delocalizzazione hanno travolto la figura dell’operaio, si dice oggi gli operai non votano più da operai ma da cittadini. Si ma da cittadini di un paese in cui vigoreggiano le mafie, regna l’anarchia. Oggi i lavoratori percepiscono con fastidio i partiti anche quelli che si definiscono partiti operai. La fabbrica e la politica sono due mondi separati, né le ideologie né le nostalgie possono frenare questo mutamento epocale.

Infine quando Bocca parla dell’attuale modernità la descrive così: oggi i cittadini dei paesi moderni frequentano una gigantesca scuola dell’obbligo: la televisione. Decisiva per la cultura di un popolo perché insegna a tutti come parlare, come comportarsi, come gestire. Che effetti ha avuto sul genere umano una scuola così pervasiva da essere universalmente frequentata senza che nessuno ce lo ordini? La prima constatazione è che la sua capacità educativa, la sua facoltà di correggere i difetti umani non solo è nulla ma, ma negativa. Pur essendo difficile dare voti a quell’enorme ammasso che è la cultura televisiva, possiamo dire che essa risulta pessima nel campo del linguaggio, dove il parlare colto è stato sostituito da una congerie volgare, idiomatica, dialettale.

In conclusione posso dire che questo libro fornisce molti spunti di riflessione e apre squarci di profonde verità sulla situazione attuale però, a mio parere, è un po’ nostalgico ed un po’ datato. Infatti secondo me bisogna prendere atto che il tipo di società in cui viviamo è questa ed è con questo tipo di società che bisogna fare i conti.

Allora cosa fare? Arrendersi all’evidenza e lasciare che tutto proceda con questo andazzo? Ritengo di no: occorre operare con atteggiamenti concreti per dimostrare almeno a quelli che per amicizia o per lavoro ci sono vicini che un’altra società senza furbi e più sobria è possibile.

Per ciò che riguarda l’atteggiamento da tenere verso i politici che ci governano, al di là delle ideologie che non portano da nessuna parte, occorre giudicarli dal modo in cui amministrano la cosa pubblica a livello comunale, regionale e nazionale.

Se sulla capacità che hanno di realizzare progetti e programmi utili per la collettività falliscono o sono ampiamente insufficienti allora li si può stimolare con e-mail, con proposte di legge di iniziativa popolare, con referendum, con manifestazioni ecc. Se anche questi strumenti si dimostrassero inutili si potrebbe anche pensare di scegliere di non votare più.

Sarei curioso di vedere cosa succederebbe se il 70-80% della popolazione non votasse più. Ma forse anche questo è un sogno irrealizzabile, allora non ci resta che sperare nella venuta di una nuova classe dirigente giovane e illuminata che riporti questa nostra nazione a livelli accettabili.In qualche piccola realtà questo sta già avvenendo speriamo che prima o poi avvenga anche a livello nazionale.

In alternativa speriamo che si realizzi una Unione Europea oltre che economica anche politica per cui un governo europeo forte amministri tutti i paesi aderenti all’unione togliendo ai governi nazionali questa possibilità.