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RAPITO di MARCO BELLOCCHIO

Una storia vera
domenica 28 maggio 2023 di Giovanna D’Arbitrio

Argomenti: CINEMA, Film


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Presentato in concorso a Cannes 2023, Rapito, film diretto da Marco Bellocchio, si ispira al libro “Il caso Mortara” di Daniele Scalise (Ed. Mondadori) che racconta la storia vera di un bambino ebreo, Edgardo Mortara (Enea Sala, Edgardo Mortara da bambino, Leonardo Maltese, Edgardo Mortara adulto) che nel 1858, fu prelevato dallo Stato Pontificio e tolto alla sua famiglia per essere cresciuto come cattolico. E a quanto pare, il caso Mortara aveva suscitato l’interesse anche di Steven Spielberg che nel 2016 intendeva girare un film tratto dal libro di David Kertzer.

Il libro di Scalise viene così presentato: “Bologna, 1858: le guardie pontificie, su ordine del Tribunale dell’Inquisizione, strappano dalle braccia dei genitori un bimbo di sei anni, Edgardo Mortara, figlio di un mercante ebreo, che una domestica cattolica sostiene di aver battezzato di nascosto anni prima. A favore del piccolo intervengono Napoleone III, Francesco Giuseppe, Cavour. Ma Pio IX è irremovibile: Edgardo crescerà in convento, diverrà prete e morirà novantenne, vittima fino in fondo dell’intolleranza antisemita. Un bambino, e poi un uomo, trasformato suo malgrado in un simbolo.

Anche nel film Edgardo, bambino ebreo, viene battezzato in segreto da una domestica che temeva per la sua salute. E poiché un bambino “battezzato” secondo le rigide regole cattoliche dell’epoca era obbligato a ricevere un’educazione cattolica, Edgardo viene strappato alla sua famiglia, portato a Roma ed allevato sotto la custodia di Papa Pio IX (Paolo Pierobon).

Nonostante le strenue battaglie dei suoi genitori (Barbara Ronchi, Fausto Russo Alesi) per riportarlo a casa, il pontefice si oppose e Edgardo crebbe nella fede cattolica. All’età di 19 anni, nonostante la caduta dello Stato Pontificio, Edgardo Mortara decise di non tornare in famiglia, anzi cercò di convertire i familiari. Divenne sacerdote nel 1874 in Francia. Morì nel 1940 a Liegi, in Belgio, poco prima dell’invasione della Germania nazista.

Come nei suoi film su Aldo Moro, ancora una volta Bellocchio rigetta le dinamiche del potere e ogni genere di estremo dogmatismo. Indubbiamente il potere temporale della chiesa ha causato molti danni in passato, ma bisogna riconoscere che ci sono stati anche grandi Papi che hanno segnato svolte positive nella storia, come l’attuale Papa Francesco.

Numerosi gli attori del cast includente Enea Sala, Leonardo Maltese, Paolo Pierobon, Fausto Russo Alesi, Barbara Ronchi, Samuele Teneggi, Filippo Timi, Fabrizio Gifuni, Aurora Camatti, Paolo Calabresi, Bruno Cariello, Andrea Gherpelli, Walter Lippa, Alessandro Bandini, Leonardo Bianconi, Daniele Aldovrandi, Corrado Invernizzi, Michele De Paola, Fabrizio Contri, Giustiniano Alpi, Orfeo Orlando, Federica Fracassi, Giulia Quadrelli, Flavia Baiku, Tonino Tosto, Renato Sarti, Christian Mudu, Riccardo Bandiera.

La sceneggiatura è di Marco Bellocchio, Susanna Nicchiarelli, fotografia di Francesco Di Giacomo, il montaggio di Francesca Calvelli, Stefano Mariotti, le musiche sono di Fabio Massimo Capogrosso.

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Marco Bellocchio

Ci sembra giusto ricordare che Marco Bellocchio, nato a Piacenza nel 1939, dopo aver diretto un film cult I pugni in tasca (1965), che ha inaugurato una nuova era del cinema italiano, è ancora autorevole voce del dissenso all’età di 84 anni. Tra le sue numerose opere ricordiamo La Cina è vicina ,Discutiamo, discutiamo, episodio di Amore e rabbia, Nel nome del padre ,Sbatti il mostro in prima pagina, Marcia trionfale, Salto nel vuoto, Gli occhi, la bocca , Enrico IV, Diavolo in corpo, La visione del sabba, La condanna, Salto nel vuoto, Vincere, Sorelle mai, Bella Addormentata, Sangue del mio sangue, Pagliacci, Fai bei sogni, Il traditore, Buongiorno notte, Esterno notte. Giovanna D’Arbitrio

 

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