Ma perché in Italia non siamo diventati tutti convintamente antifascisti ? Perché ogni tanto rispuntano svastiche e inneggiamenti al duce ? Perché nell’opinione corrente dei non addetti ai lavori, mano a mano che il tempo passa, ciò che si rimprovera al fascismo sono esclusivamente le leggi razziali e la persecuzione antiebraica ?
Ricordo che, tra l’altro, sopravvive grazie all’introduzione della giornata della Memoria e grazie all’azione svolta dalla Comunità ebraica italiana e internazionale, dai media, dalle istituzioni democratiche. Tuttavia la tentazione sempre presente è quella di presentare un fascismo buonista non proprio complice dei nazisti, tanto che spesso si tace sul ruolo attivo che nella persecuzione ebbe la RSI di Mussolini negli anni 1943-45.
Ciò che invece quasi sempre si tace o volutamente si omette, secondo la mia esperienza, è la responsabilità del fascismo, nella persona del suo capo Benito Mussolini, di aver trascinato irresponsabilmente l’Italia nell’avventura della guerra, una guerra offensiva, imperialista a fianco del regime nazista, il cui programma, espresso anni addietro nel Mein Kampf di Hitler doveva essere necessariamente noto. La giustificazione che a questo riguardo si sente dire è che ci fu tirato per i capelli e che avrebbe fatto quella sciagurata discesa in campo il 10 giugno 1940 contro la Francia e l’Inghilterra, quasi per tutelare l’Italia dagli appetiti della Germania ormai trionfatrice in Europa.
Insomma uno strisciante revisionismo, complici certe trasmissioni televisive salottiere o informazioni non controllate attinte da Internet, sta suggerendo agli italiani un’immagine falsificata del nostro passato. Ora occorre ricordare, soprattutto ai giovani, che avranno in mano il futuro del nostro paese, che se c’è un dovere della memoria, c’è anche e soprattutto un dovere della storia, cioè il passato va conosciuto correttamente se si vuole che questo possa aiutarci nelle scelte e nell’interpretazione del presente.
Mi viene in mente quella citazione profetica tratta dal libro di Gorge Orwell: ”chi controlla il passato controlla il futuro, chi controlla il presente, controlla il passato” ed un’altra ancora più angosciosa”: “Ad Oceania (cioè il paese immaginario del romanzo) tutto si confondeva in una nebbia, il passato era cancellato, la cancellazione era stata dimenticata e la menzogna era diventa verità”