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UNA DICHIARAZIONE INOPPORTUNA

Se non dannosa
lunedì 1 giugno 2020 di Silvana Carletti

Argomenti: Attualità


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Quasi tutti i quotidiani di questa mattina hanno riportato in prima pagina una dichiarazione del Prof. Alberto Zarrillo, direttore della terapia di rianimazione e chirurgia tronco polmonare dell’Ospedale San Raffaele di Milano, dichiarazione effettuata durante la trasmissione “In mezzora” di Lucia Annunziata, in cui l’illustre medico affermava che “il virus Covid 19 è clinicamente morto”.

Tale annuncio ha provocato la reazione di altri scienziati che da tempo seguono l’evolversi e le possibili cure del virus e che hanno criticato la posizione del Prof. Zarrillo.

La scienziata Roberta Capua, ad esempio, afferma infatti che il virus si è modificato grazie a tutte le precauzioni prese dagli Italiani, ma, anche se si è modificato, non è scomparso definitivamente e potrebbe, in seguito ripresentarsi. Ed aggiunge che, per fortuna, ora abbiamo conosciuto e messo in atto le giuste difese per combattere questo male terribile che ha provocato e provoca ancora una diffusissima pandemia.

A nostro modesto parere, visto che a tutt’oggi molti Italiani, purtroppo, sottovalutano le principali misure di prevenzione dal momento che per le strade, nei parchi, nelle vie del centro, numerose persone non indossano mascherine o rispettano le distanze di sicurezza (per non parlare della movida notturna), quanto affermato, ripetuto e confermato dall’illustre Professore, amico e medico di fiducia di Silvio Berlusconi, appare piuttosto inopportuno e sembra rappresentare quasi un invito a prendere con leggerezza le disposizioni regionali e nazionali del nostro Paese.

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Basti pensare a quanti Paesi di tutto il mondo che hanno trascurato le regole di distanza e di lock down, hanno pagato caro e pagano ancora il prezzo di centinaia di morti e di nuovi contagi.

Ci auguriamo che il buon senso dei più riesca a rispettare le regole della fase 2 e 3 e seguenti, per evitare ricadute disastrose ed insopportabili sacrifici che nessuno di noi è disposto più a ripetere.

Foto: "La voce"