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Silvana Carletti (Dir.Resp.)
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Il fenomeno dei doppi vincoli era ben noto sin dall’antichità anche se non era stata colta la portata psicologica, filosofica e paradossale. Umanamente parlando, gli antichi comunque si erano già resi conto di soggiacere al meccanismo dei doppi vincoli. Basti pensare a qualche esempio:
- il supplizio di Sisifo condannato da Giove in eterno a spingere un masso sino in cima ad una montagna da dove il masso rotolava immediatamente a valle costringendo Sisifo a risospingerlo in cima, e così via per l’eternità. Non sfuggirà il doppio vincolo: Sisifo deve portare in cima il masso ma non può ottemperare all’incombenza.
- il famoso e famigerato odio e amo di Catullo. Un poeta come Catullo, ha come situazione acquisita il doppio vincolo: non può che amare e odiare la sua compagna.
- il supplizio di Tantalo condannato dagli dei in eterno ad avere sete, ma vedersi sfuggire l’acqua sistematicamente, ad avere fame, ma vedersi allontanare il cibo altrettanto sistematicamente; in pratica deve esistere ma non può esistere.
- il famoso e famigerato “festina lete”, che in latino significa “affrettati con calma”. Rimane evidenziato il doppio legame, bisogna correre, ma se si corre, si fanno male le cose; se si va lenti, se ne fanno troppo poche, e allora bisognerebbe essere così lucidi da affrettarsi con calma. Alla fin fine, nella quotidianità, nel lavoro, negli affetti, non si sa come fare. Negli affetti bisognerebbe essere chiari e decisi, ma con garbo e amorevolezza; non si riesce mai, non si indovina mai la nota giusta, e quando sembra averla indovinata, dura un po’ e poi “e tu non mi hai detto etc”.
- secondo gli antichi greci, quando un uomo supera se stesso, gli dei lo abbandonano. Questo concetto era ben chiaro agli antichi greci; non si spiegavano perché e per come, ma lo avevano percepito senza equivoci. L’essere umano deve comportarsi bene, deve crescere, capire, cercare, ma più cresce e più va a rischio di essere abbattuto dagli dei. Bisogna esistere, ma è proibito esistere.
- la condanna del re Mida che non può soddisfare contemporaneamente la fame fisica di cibo e la fame mentale di oro. Anche qui è proibito vivere.
- il famoso e famigerato “nec tecum ne sine te ”. Chi non ha mai amato e chi non è stato ma amato non può capire l’abissale tragedia che c’è dietro queste parole: non posso esistere senza te e non posso esistere con te.
Questi sono alcuni esempi per dire che comunque il fenomeno del doppio vincolo è così radicato da sempre nel vissuto umano, che persino gli antichi lo hanno percepito nei loro limiti. Tuttavia è solo nel secolo scorso che la teoria dei doppi vincoli è stata notevolmente focalizzata in psicologia e psichiatria, in filosofia e sociologia, ed in letteratura. Tra i tanti ne hanno trattato il Bateson, Behavin, Jackson, Odifreddi.
Facciamo una riflessione. Quando ci troviamo di fronte doppi vincoli, possiamo constatarli, fare piccoli compromessi e arrenderci, e lì finisce la storia; a voglia ad aggiustare doppi vincoli, ne aggiustiamo due e ne scopri duemila. Siccome però i doppi vincoli, risalendo di livello in livello, provengono dalla paradossalità, se c’è una soluzione, la troveremo contendendo con la paradossalità.
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