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LA PASSIONE DEI DOPPI VINCOLI


giovedì 2 marzo 2006 di Andrea Forte, Vivi Lombroso

Argomenti: Sociologia


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Il fenomeno dei doppi vincoli era ben noto sin dall’antichità anche se non era stata colta la portata psicologica, filosofica e paradossale. Umanamente parlando, gli antichi comunque si erano già resi conto di soggiacere al meccanismo dei doppi vincoli. Basti pensare a qualche esempio:

  1. il supplizio di Sisifo condannato da Giove in eterno a spingere un masso sino in cima ad una montagna da dove il masso rotolava immediatamente a valle costringendo Sisifo a risospingerlo in cima, e così via per l’eternità. Non sfuggirà il doppio vincolo: Sisifo deve portare in cima il masso ma non può ottemperare all’incombenza.
  2. il famoso e famigerato odio e amo di Catullo. Un poeta come Catullo, ha come situazione acquisita il doppio vincolo: non può che amare e odiare la sua compagna.
  3. il supplizio di Tantalo condannato dagli dei in eterno ad avere sete, ma vedersi sfuggire l’acqua sistematicamente, ad avere fame, ma vedersi allontanare il cibo altrettanto sistematicamente; in pratica deve esistere ma non può esistere.
  4. il famoso e famigerato “festina lete”, che in latino significa “affrettati con calma”. Rimane evidenziato il doppio legame, bisogna correre, ma se si corre, si fanno male le cose; se si va lenti, se ne fanno troppo poche, e allora bisognerebbe essere così lucidi da affrettarsi con calma. Alla fin fine, nella quotidianità, nel lavoro, negli affetti, non si sa come fare. Negli affetti bisognerebbe essere chiari e decisi, ma con garbo e amorevolezza; non si riesce mai, non si indovina mai la nota giusta, e quando sembra averla indovinata, dura un po’ e poi “e tu non mi hai detto etc”.
  5. secondo gli antichi greci, quando un uomo supera se stesso, gli dei lo abbandonano. Questo concetto era ben chiaro agli antichi greci; non si spiegavano perché e per come, ma lo avevano percepito senza equivoci. L’essere umano deve comportarsi bene, deve crescere, capire, cercare, ma più cresce e più va a rischio di essere abbattuto dagli dei. Bisogna esistere, ma è proibito esistere.
  6. la condanna del re Mida che non può soddisfare contemporaneamente la fame fisica di cibo e la fame mentale di oro. Anche qui è proibito vivere.
  7. il famoso e famigerato “nec tecum ne sine te ”. Chi non ha mai amato e chi non è stato ma amato non può capire l’abissale tragedia che c’è dietro queste parole: non posso esistere senza te e non posso esistere con te.

Questi sono alcuni esempi per dire che comunque il fenomeno del doppio vincolo è così radicato da sempre nel vissuto umano, che persino gli antichi lo hanno percepito nei loro limiti. Tuttavia è solo nel secolo scorso che la teoria dei doppi vincoli è stata notevolmente focalizzata in psicologia e psichiatria, in filosofia e sociologia, ed in letteratura. Tra i tanti ne hanno trattato il Bateson, Behavin, Jackson, Odifreddi.

Facciamo una riflessione. Quando ci troviamo di fronte doppi vincoli, possiamo constatarli, fare piccoli compromessi e arrenderci, e lì finisce la storia; a voglia ad aggiustare doppi vincoli, ne aggiustiamo due e ne scopri duemila. Siccome però i doppi vincoli, risalendo di livello in livello, provengono dalla paradossalità, se c’è una soluzione, la troveremo contendendo con la paradossalità.

 

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